giovedì 14 ottobre 2010

Terza Convention Jethro's Friends


“Il festival dell’Isola di Wight è considerato il più grande avvenimento della storia del rock dopo Woodstock. Clive Bunker assieme ai Jethro Tull, salì sul palco, domenica 30 agosto 1970 dopo i Moody Blues e immediatamente prima di Jimi Hendrix (alla penultima esibizione della sua vita).”


Questo il ricordo oggettivo (da brivido) che accompagna la presentazione della terza “Jethro' s Friends” organizzata dal fan club di Alba, il 9 ottobre scorso.

Ho appena raccolto le idee (e i filmati), e ciò che sto per proporre mi soddisfa molto, almeno nelle intenzioni. Avere davanti un protagonista dell’Isola di Wight, Clive Bunker, che racconta qualche impressione di quei giorni è cosa insperata, e da storia della musica. Io c’ero e condividerò col popolo del web i miei filmati. Ma è ancora più stimolante mostrare le immagini e la musica di “Dharma for one”, partendo dalla prima parte del brano, nella versione originale di Wight, sino ad arrivare al mitico assolo riproposto ad Alba, testimoniando una sorta di continuità che, considerando con obiettività i fatti, ha del miracoloso. Davanti a me un uomo inglese di 64 anni, protagonista della storia musica rock, che ha conosciuto (e con molti suonato) tutti i “nostri” eroi musicali, ancora pieno di vigore e voglia di regalare a noi italiani, il suo passato, il suo presente e, perché no, il suo futuro, facendoci rivivere attimi unici, a cui mai avrei pensato di assistere.

Una “Convention” dicevo, sulla carta in tono minore (un vero peccato non aver visto tanti amici che solitamente non mancano certi appuntamenti) se si prende come riferimento il 2008, anno in cui, ad Alessandria, si era celebrato il quarantennale dei Jethro in maniera difficilmente ripetibile.

I protagonisti dell’evento, dal punto di vista organizzativo, sono stati in questa occasione gli amici di Alba, e cito i due che conosco personalmente, Felice Prunotto e Franco Gastaldi, presidente e vice dell’associazione /fan club. Sabato mi sono sembrati molto più sereni rispetto allo scorso anno, quando la presenza dei Fairport Convention si era, forse, dimostrata una forzatura, non qualitativamente parlando, ma certe presenze di spicco si pagano, da tutti i punti di vista, e il concerto può trasformarsi quasi in una liberazione piuttosto che l’apice della soddisfazione. Semplifico: il sipario cala e l’immensa tensione va lentamente a scemare, e poi si raccolgono i cocci. Apprezzo molto questo apparente passo indietro, questo approcciarsi in modo pragmatico a quello che possiamo chiamare spazio ludico, mantenendo sempre un occhio di riguardo verso l’aspetto morale della cosa.

E non è un caso che tutto abbia fine benefico.

Don Paolo Corino, a cui è stato donato l’incasso, è un uomo a cui d’istinto si darebbe tutto ciò che si possiede.

È arrivato sul palco vestito da privato cittadino stile anni 70, e per prima cosa abbiamo appreso che nel suo ufficio si può “ammirare”, appesa ad una parete, una foto di Jimi Hendrix, fatto non da poco. La sua semplicità e le sue parole sono sembrate disarmanti e le sue considerazioni relative alla presenza di un giovane on stage (Simone Taulino) sono esaustive del suo modo di vivere e di pensare (vedere filmato precedente).

A fine concerto l’ho conosciuto e ci siamo ripromessi di risentirci, alle 12 di un giorno qualsiasi, quando i giri “benefici” sul suo camion sono normalmente terminati e lui può rispondere dal telefono della parrocchia.

Ma non è stata una “Convention” di serie B, e le immagini lo dimostreranno.

L’idea di riproporre tutto il set dei Jethro Tull a Wight è stata una trovata vincente e penso che la Beggar’s Farm, anche senza l’ausilio dei grandi nomi a cui di solito l’associamo, possa costruire una sorta di spettacolo degno di una convention per fan dei Jethro.

Sono convinto che un evento dedicato ai Tull e a tutti gli appassionati italiani possa essere creato con i soli gruppi italiani che più li rappresentano, come la Beggar’s di Franco Taulino, il Lincoln Quartet di Lincoln Veronese e gli OAK di Jerry Cutillo, tanto per citare quelli che ho sentito personalmente. Da rifletterci su.

L’intervista sul palco a Clive Bunker è stata una bella sorpresa, inusuale per il personaggio abbastanza “mite”, ma anche per il contesto, in una di quelle situazioni in cui si tende sempre a mettere da parte le parole a favore della musica. Ecco un altro spunto di riflessione per eventuali future Convention: non solo autografi, ma un po’ di interattività (ovviamente non oserei mai pensare a un coinvolgimento di Ian Anderson in persona!).

E poi la musica.

La presentazione del set completo di Wight ha funzionato e il magico assolo di batteria che da sempre si associa a “Dharma for one” non ha perso il suo fascino. Vedere i filmati seguenti, in viaggio tra Wight e Alba, per giudicare.

La “famiglia” di Taulino ha funzionato, come sempre. Oltre all’ossatura consolidata (e all’inserimento sporadico di Taulino junior al flauto) si sono visti alcuni ex, come Massimo Faletti e Andrea Vercesi e tutti hanno dato un buon apporto. Da segnalare anche la presenza del Prefetto di Alessandria, Francesco Castaldo, che, pur non avendo nell’occasione ruoli organizzativi, si è messo in gioco, dimostrando ancora una volta come la musica (almeno quella che io ascolto) sia l’unica forma arte che veramente riesce a rompere le rigide barriere( a volte giustificabili) che spesso ci accompagnano nel quotidiano.

La scaletta dei brani ha proposto novità interessanti e segnalo un set acustico gradevole che culmina con una originale versione di “Up to me”, “rivestita” da Taulino e Faletti.

La mia preferenza è andata come sempre a “My God”, mentre avrei fatto a meno di “Locomotive Breath”, must che ogni Jethro Tull Band, vera o clone, propone nel bis. Ma questo è fatto personale.

Mi ripeto noiosamente e come sempre accade in queste occasioni ringrazio le menti (e le braccia) che hanno ideato la manifestazione, dando a me e ai presenti un’opportunità unica.

Sul palco: Clive Bunker, Franco Taulino, Simone Taulino, Marcello Chiaraluce, Andrea Garavelli, Kenny Valle, Sergio Ponti, Francesco Castaldo, Massimo Faletti, Andrea Vercesi, Enzo Garlando.

 

Brani eseguiti (in ordine sparso):

My Sunday Feeling 

Nothing Is Easy 

My God

With You There To Help Me

To Cry You a Song 

Bourrèe 

Dharma For One 

We Used To Know 

For a Thousand Mothers

Aqualung

One White Duck 

Cheap Day Return 

Nursie

Up To Me

Wond’ring Aloud

Seal Driver

Thick as a Brick

Living in the Past

Trittico acustico: Songs From The Wood-To Old To R&r-Heawy Horses