La recensione a seguire è di Richard
Milella. Io non avrei potuto farla semplicemente perchè... non ho ancora
sentito "Il Tempio Delle Clessidre",
opera prima, omonima.
Però conosco personalmente Elisa
Montaldo, Fabio Gremo e Lupo Galiffi, e so quanto duro lavoro si cela dietro a
questo lavoro.
Mi riprometto di dire la mia al momento opportuno. Intanto cerchiamo di immaginarlo seguendo l'appassionato punto di vista del recensore.
Avevo già parlato del Tempio Delle Clessidre, proponendo una lunga intervista, circa un anno fa:
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Il%20Tempio%20delle%20Clessidre
Anno:
2010
Label:
Black Widow Records
Genere: Progressive
Tracklist:
01. Verso l'Alba
02. Insolita Parte di Me
03. Boccadasse
04. Le Due Metà della Notte
05. La Stanza Nascosta
06. Danza Esoterica di Datura
07. Faldistorium
08. L'Attesa
09. Il Centro Sottile
10. Antidoto Mentale
Il progressive-rock in Italia non è
morto alla metà degli anni "70 ma è proseguito (anche se in maniera molto
underground ...) in decine di gruppi sparsi come carbonari in tutta italia e
sostenuto da etichette come la Mellow, La Lizard, la Maracash, la BTF e
l'attivissima Black Widow di Genova che da oltre 20 anni sostiene il movimento
e conferma la bontà di certe scelte.
Ed ecco accanto ai già noti Delirium
o Antonius Rex, punte di diamante dell'etichetta della Lanterna, spuntare
gioiellini come Il Tempio Della Clessidre con il primo lavoro omonimo. Nati nel
2006 dall'incontro della talentuosa gothic-girl Elisa Montaldo e dal bassista
Gabriele Guidi Colombi (due ex Hidebehind) che lascerà alla vigilia della
registrazione del primo album, con Stefano Galifi (Museo Rosenbach), il gruppo
ligure fa proprie le radici del prog autoctono, difficilmente riscontrabile in
formazioni estere, e lo sviscera, lo ridisegna, e lo sviluppa alla luce delle
personali esperienze della band.
Il primo lavoro che uscirà il 22 settembre
(quindi un'autentica anteprima), oltre che su CD, anche su Lp (coraggiosa e
impagabile politica della label genovese), presenta una serie di brani
raffinati e suonati con una fantasia e una tecnica invidiabili proprie di chi
ha fatto di questo genere una "ragione di stato". Apre gli ascolti
"Verso l'Alba", quasi un intro strumentale con incedere di chitarra e
tastiera che diventa via via più incalzante per introdurre "Insolita Parte
di Me" ed è qui che l'eco dei Nice prima, degli ELP poi, comincia a fare
prepotentemente capolino e dove "Lupo" Galifi fa sfoggio del mestiere
di vocalist metabolizzato in tanti anni di miitanza in gruppi prog e rock.
Chiusura da fremiti con piano e un synth autenticamente vintage della personale
collezione di Elisa. Il seguente "Boccadasse" espressamente dedicato
all'antico borgo marinaro con un bel cantato (Dodi Battaglia docet... e non è
una critica) che potrebbe fare di questo brano la colonna portante di tutto il
lavoro; bello il drumming stop-and-go di Paolo Tixi. Il poetico titolo "Le
Due Metà della Notte" racchiude anche autentica poesia di piano e voce nel
segno del sempre grande Banco del Mutuo Soccorso e supportato da cori (o
mellotron ?) che, con la pregevole chitarra di Giulio Canepa, ne impreziosiscono
il risultato finale. "La Stanza Nascosta" per voce e piano solo,
continua e approfondisce il discorso stilistico nel Nocenzi-pensiero del brano
precedente; qui ne siamo sicuri, è il mellotron a chiudere la danza di questi 5
minuti da brivido. "Danza Esoterica di Datura" con pianoforte
apertamente e, perchè no, dichiaratamente pro-Emerson che conduce poi per mano
la band in territori hard-prog esplorati in precedenza da gruppi come Il
Biglietto per l'Inferno o (ricordate?) Gentle Giant. Fuori la verità; i cori
sono campionati-sintetizzati o autentici? In tutti e due i casi, troppo
belli... Che cosa voglia dire "Faldistorum" ce lo può spiegare il
solo autore, probabilmente qualcosa che ha a che fare con la liturgia sacra, è
certamente il brano più movimentato di tutto il lavoro e quello che impegna i
cinque in acrobazie musicali di eccelsa bravura. La "brividosa" parte
di tastiere di Elisa Montaldo è stata catturata da un autentico organo di
chiesa, quello antichissimo di San Bernardo in Campomorone (GE) e il recitato di
Max Manfredi conferisce all'intero brano un quid di ossianico; ancora brividi
si, ma questa volta di paura!!! "L'Attesa" con chitarre e tastiere
come se piovesse, conferma l'ottima preparazione dei singoli musicisti mentre
l'insolita lunghezza, oltre 10 minuti, per "Il Centro Sottile" è un
diamante incastonato fra i solchi del CD (o EllePi) dove la lezione delle Three
Fates è più evidente, questo comunque senza nulla togliere alla bravura della
tenebrosa pianista anzi è una stella al merito; la stiamo paragonando a Keith
Emerson mica al piano-bar !!! Segue, relativamente corta, "Antidoto
Mentale" che, con il suo incedere di ballata dove anche la voce di Galifi
si fa aperta e invitante, chiude il pregevole lavoro eseguito magistralmente
dai cinque del Tempio sempre a livelli di esecuzione e preparazione individuale
da 8+. Nel finale fa capolino anche un prezioso mini-moog autenticamente
d'annata per una chiusura che ricorda molto...indovinate un pò? ...Lucky Man
!!!
Ovviamente le parti melodiche
(chitarre e tastiere) sono in bella evidenza ma sostenute in modo egregio dalla
ritmica del batterista Paolo Tixi e dal bassista Fabio Gremo che, senza
sbavature, conducono per mano i compagni verso gli impervi sentieri del
prog-rock di nuova generazione. Se un appunto si può fare è forse quello
relativo al mixaggio finale della voce, un po' troppo “dentro” come si dice in
gergo tecnico, un po' nascosta nei meandri delle cascate di note mentre avrebbe
bisogno di essere messa più in evidenza per evidenziarne il calore e le
piacevoli modulazioni oltre, ovviamente, poterne comprendere appieno i testi
sempre così fondamentali nell'ascolto di questo affascinante e indimenticato
genere musicale.
Una curiosità di chiusura: la
suggestiva copertina e l'esoterico misterioso logo che contraddistingue il CD
del gruppo, rappresenta il tempo controllato da surreali clessidre o da
strumenti creati dall'uomo per dominare il suo spazio ed anche le seguenti note
esplicative a corredo dell'opera sono frutto di Elisa “Wicca” Montaldo; se fosse
vissuta qualche secolo fa nelle sue stesse terre avrebbe fatto la fine di Zobia
o delle Bazure... “...Tutti questi simboli hanno lo stesso centro, come a dire
che tutti i tentativi dell'uomo di misurare tempo e spazio tendono a
corrispondere a un "immisurabile" infinito, appunto, il centro per
tutti...Il tempo scorre nel modo giusto solo quando è libero e
incontrollabile”.
FORMAZIONE
Stefano "Lupo" Galifi: Voce
Elisa Montaldo: Pianoforte, tastiere,
organo, voce
Fabio Gremo: Basso
Giulio Canepa: Chitarre
Paolo Tixi: Batteria
Ecco Il Tempio delle Clessidre in
un'esibizione del 2009: