Il 23 novembre
prossimo avevo messo in conto di fare un altro importante tuffo nel passato, a
Genova, luogo in cui era previsto il concerto di Keith Emerson e Greg
Lake. Era il 15
giugno del 1972 quando vidi ELP, al Palazzo dello Sport,
presentare l’album Trilogy.
Il concerto del 23
non ci sarà, così come non ci fu quello del 4 maggio 1973 al
Vigorelli di Milano. Rimasi là due giorni, speranzoso, ma la voce tradì Greg
Lake, giustificazione che non impedì ai miei genitori, al ritorno , di
“massacrare un sedicenne” che per la prima volta dormiva da solo fuori di casa.
Questa volta è
Emerson l’indisposto:
Per ricordare quel
lontano giorno di inizio estate rispolvero il piazzamento di Trilogy,
secondo l’usanza di allora.
La Hit Parade dei 33 giri
del 1 Ottobre 1972 prevedeva
il seguente piazzamento:
1) IL PADRINO - Orchestra CARLO SAVINA
1) IL PADRINO - Orchestra CARLO SAVINA
2) TRILOGY
- EMERSON, LAKE & PALMER
3) 5043 – MINA
4) I MALI DEL SECOLO
- ADRIANO CELENTANO
5) HIMSELF - GILBERT
O'SULLIVAN
Mi soffermo quindi
sulla numero 2.
Trilogy
La copertina
Per la prima volta
sulla copertina dell'album appaiono i volti dei tre musicisti, mentre nelle
occasioni precedenti si era sempre trattato di disegni. In realtà sarebbe
dovuto essere così anche per Trilogy: l'ambizioso trio si era rivolto a
Salvador Dalì per la realizzazione dell' art work, ma il progetto
cadde di fronte alla richiesta di un compenso ritenuto eccessivo da parte del
gruppo.
I brani
L'album si apre
con The Endless Enigma, brano diviso in tre movimenti: il primo ha
un andamento maestoso, con la batteria di Carl Palmer in grande evidenza; il
pezzo sfocia poi in una cadenza pianistica, tipica di Keith Emerson, che
risolve addirittura in una fuga a tre voci, una delle quali è affidata al basso
di Greg Lake, per poi concludere con la ripresa del tema iniziale. Segue From
The Beginning, la tipica ballata di Lake: chitarra acustica arpeggiata col
plettro, voce delicata, basso, percussioni soffuse e le tastiere che entrano
solo nel finale. Un piccolo capolavoro. Dopo The Sheriff, canzone
divertente che si conclude con un piano Honky tonk, la facciata A dell'LP si
chiude con Hoedown, adattamento dell'omonimo brano
dall'opera Rodeo di Aaron Copland.
Sul lato B del vinile, dopo l'elaborata Trilogy - con l'ennesimo florilegio pianistico di Emerson - e un'altra breve canzone rock, Living Sin, la chiusura è affidata ad Abaddon's Bolero, un lungo brano strumentale di Emerson che, seguendo uno schema analogo al noto Bolero di Ravel (ma le analogie terminano qui), inizia in sordina e poi, ripetendo sempre lo stesso tema, giunge al finale in un crescendo continuo la cui "orchestrazione" è naturalmente tutta affidata alle tastiere elettroniche che dialogano con delle linee di basso sempre più tecniche ed incalzanti: Abaddon's Bolero, è considerato uno dei brani più geniali del rock progressivo.
Sul lato B del vinile, dopo l'elaborata Trilogy - con l'ennesimo florilegio pianistico di Emerson - e un'altra breve canzone rock, Living Sin, la chiusura è affidata ad Abaddon's Bolero, un lungo brano strumentale di Emerson che, seguendo uno schema analogo al noto Bolero di Ravel (ma le analogie terminano qui), inizia in sordina e poi, ripetendo sempre lo stesso tema, giunge al finale in un crescendo continuo la cui "orchestrazione" è naturalmente tutta affidata alle tastiere elettroniche che dialogano con delle linee di basso sempre più tecniche ed incalzanti: Abaddon's Bolero, è considerato uno dei brani più geniali del rock progressivo.
Tracce
The Endless Enigma (part one) - 6:37
Fugue - 1:57
The Endless Enigma (part two) - 2:00
From the Beginning - 4:14
The Sheriff) - 3:22
Hoedown - 3:48
Trilogy - 8:54
Living Sin - 3:11
Abaddon's Bolero- 8:13
Formazione
Keith Emerson -
tastiere
Greg Lake - basso,
chitarra,voce
Carl Palmer -
batteria
Quel 15 giugno del 1972 ELP iniziò il
concerto con Hoedown