Fotografia di Emilio Scappini
Non tutti gli eventi
musicali sono uguali e il risultato spesso non è determinato dalla qualità dei
protagonisti, ma dal feeling che si crea, dall’atmosfera positiva, dalla
voglia/necessità di passare ore serene, che potrebbero anche diventare
indimenticabili.
Nel raccontare quanto
accaduto l’11 gennaio al Politama Genovese vorrei provare a
sintetizzare e a evidenziare l’essenza, perché gli argomenti in gioco sarebbero
molti e tutti rilevanti.
40/25 è un'invenzione di Roberto Tiranti, vocalist di fama
internazionale, dal curriculum impressionante se si guardano i numeri e … i
nomi.
Partiamo proprio da
quelle cifre che danno il titolo allo spettacolo: 40, come l’età anagrafica…
25, come gli anni di carriera.
Basterebbe questo per
porsi qualche domanda, o meglio, per trarre conclusioni che portano a precocità
e talento. Ma non è questa l’occasione per l’elogio all’artista, meglio
sviscerare i contenuti e gli aspetti emotivi e relazionali captati nella serata.
Partiamo dalla causa
benefica, ovvero il supporto alla onlus "Associazione
Progetto Leonardo" che si occupa di bimbi affetti da gravi
patologie tumorali: la buona affluenza di pubblico porterà un contributo alla
causa.
Sul palco di
tutto e di più, ovvero musicisti di spessore, trasversali e… amici.
L’amicizia, la
serenità nei rapporti e la distensione sono ingredienti che si sono respirati nell’aria, una sorta di adunata nel momento del bisogno, perché come ha
sottolineato Roberto nel corso della presentazione di Rocco Tanica, la qualità
delle relazioni umane ha poco a che vedere con la frequenza di contatto.
Tutto questo ha
permesso di rivivere on stage la storia di Tiranti, e quindi di uno spicchio
importante di musica italiana e non, con l'aiuto di un equipaggio variegato che ha funzionato alla grande, grazie alla piena unità di intenti.
L’elemento
nostalgico non si è avvertito, e quello che normalmente simboleggia il
raggiungimento dei 40 anni - la
realizzazione di un libro, di un disco, qualsiasi cosa possa servire per fare
un punto e a capo - in questo caso si è trasformato in una grande festa
familiare, adatta a tutti, senza distinzione di età e gusti musicali, con un
continuo dialogo tra musicisti e audience, tra Roberto e gli amici -
occasionali e di sempre - tra i genovesi e Genova.
Non c’è
contraddizione tra l’avere salde radici e i "voli" che contraddistinguono le
nostre vite... conoscere la nostra storia serve a "provare" a vivere nel futuro, e con
questo concetto espresso da Roberto inizia un viaggio musicale incredibile, perché a
memoria non ricordo nessuno in grado di cimentarsi con successo in generi
musicali così differenti.
La
latitudine musicale di Roberto Tiranti
si sviluppa per intero sul palco del Politeama, passando dal metallo pesante
dei Vanexa e dei Labyrinth, sino ad arrivare al blues proposto
con Stef Burns e Fabio Valdemarin, passando per i New Trolls dei fratelli De Scalzi (e del pluricitato Nico Di Palo, seduto in platea), per il
prog dei Mangala Vallis, per la
musica popolare realizzata con Bob
Callero, per il connubio artistico/sentimentale con Irene Fornaciari - accompagnata da Max Marcolini -, per il musical con Moses, per la genialità contemporanea inventata con Rocco Tanica (micidiale il mix
Oasis-Police), per il rock vissuto con Marco
Zoccheddu e Paolo Siani. E poi
il presente, con una band che ha fornito la trama base, formata da Aldo De Scalzi, Andrea Maddalone, Roberto Maragliano e Massimo
Trigona.
Roberto Tiranti canta, suona
basso e chitarra, e realizza un percorso che gli permette di esaltare tutte le
sue qualità, aristiche e umane, miscelando le musiche ai ricordi personali, a
volte intimi, regalando tre ore di spettacolo mai pesante, di quelli che
vorresti rivedere il giorno dopo, rappresentazioni che mi piace immaginare
itineranti, pronti ad allietare il pubblico di ogni città, fornendo magari un
po’ di… educazione musicale.
Citazione d’obbligo per il
compagno ideale di Tiranti, Aldo De Scalzi, capace di presentarsi non
solo come valente musicista e compositore, ma anche come “spalla”, e naturale
aiuto conduttore.
Nessuna graduatoria di
merito o di gradimento, e mi pare d’obbligo rimarcare come ci sia stato spazio
per tutti, senza necessità di stabilire ruoli subordinati, anche se alla fine
la torta con le candeline è solo per lui,
Roby, atto dovuto per un campione, anche, di umiltà.
La semplicità con cui tutto
è stato proposto non nasconde però l’enorme lavoro necessario per realizzare
manifestazioni del genere, anche se al tirare delle somme una tale fatica può
essere controbilanciata dalla nascita di motivazioni straordinarie che potrebbero
innescare un effetto domino, quello che tutti gli appassionati di musica si
augurano.
A seguire propongo un mix video più o meno casuale di quanto accaduto sul palco, sperando di aver dimenticato
il meno possibile, anche se vorrei citare come simbolo un amico che ha
lavorato duramente dietro le quinte, Giogio Neri, tecnico e musicista.
E ora aspettiamo... all'orizzonte si intravedono altre meraviglie!!!