domenica 30 gennaio 2011

Saint Just Again-"Prog Explosion



Meno di un anno fa, era marzo, Jenny Sorrenti rispondeva così alla domanda conclusiva della mia intervista:
“Cosa ci regalerà il futuro di Jenny? Di sicuro c’è che il mio settimo album (potrebbe uscire anche ad ottobre 2010) sarà un ritorno al rock progressive, ma potrei anche essere di nuovo alla guida dei “Saint Just”con una formazione totalmente nuova. Non dico altro.”
L’intero post (intervista interessante) è visibile attraverso il seguente link:
Precedentemente avevo ricordato i Saint Just attraverso una antica recensione di Enzo Caffarelli per Ciao 2001:
Evidenzio tutto questo percorso perché rappresenta una vita di suoni, una vita di “sacrifici”, un pezzo di storia di quella che io chiamo musica “consistente”, che sa dare soddisfazione a chi la compone ed esegue, coinvolgendo ascoltatori virtuosi e dall’animo sensibile.
Quel “non dico altro”, forse scaramantico, nascondeva un progetto che è venuto prepotentemente a galla attraverso idee nuove applicate a principi consolidati, dopo la ricerca dei giusti ingredienti (musicisti).
Il disco appena uscito dei “Saint Just Again” si chiama “Prog Explosion” e già il titolo fornisce tutti gli indizi sulla “materia”. Non ho scritto a caso “il disco”, perché è il sostantivo che più si addice a certa musica, ma di fatto il vinile è il primo formato utile per gli utenti, a cui naturalmente seguirà il CD.
Tutti i dettagli ( ed una biografia) si possono apprendere dal comunicato stampa ufficiale:
Beh, cara Jenny, se questo è ciò che il tuo gruppo può esprimere, non smettere mai più!
Sette brani variegati, dove i suoni vintage si miscelano ad atmosfere sognanti e dove la voce di Jenny fa la differenza. Troppo facile parlare bene di “una voce”, ce ne sono tante in giro, anche se molte sono cloni dei cloni. Ma in un genere ben definito (e qui stiamo parlando di musica progressiva), con canoni che non cambiano nel tempo, esistono elementi distintivi da cui non si può prescindere. Parlo di un suono di chitarra alla Howe, di un passaggio di tastiera alla Emerson, di un giro di basso alla Squire. Non sono “quelli” che determinano ciò che è o non è prog, ma caratterizzano un gruppo. E cosa meglio della voce, anch’essa strumento, può segnare per sempre una storia musicale?
Jenny Sorrenti fa parte di quell’esiguo numero di vocalist che sanno dare forma e sostanza a un progetto, a un gruppo di lavoro, a un sogno.
Ho ascoltato con attenzione “Prog Explosion” e anche adesso, mentre scrivo, ho nelle orecchie l’intimistico “Ad occhi aperti”…”It’s just your life… it’s just your soul… it’s just your heart… it’s a just your mind… e alza gli occhi e guarda, se non sai… apri il cuore e ascolta quel che sei…”
Le liriche, alternate tra inglese e italiano, raccontano di sentimenti e di vicissitudini in cui chiunque potrebbe ritrovarsi, perché sono i binari di vite comuni e “speciali”, accomunate sempre da eventi più o meno voluti.
La musica dovrebbe colpire al primo impatto (a me è successo così), almeno chi come me predilige un “contenitore” complesso, dove il rock si mischia alla melodia e alla ricercatezza dei suoni.
L’utilizzo dell’Hammond (non se ne vedono più molti sui palchi) contribuisce alla creazione di un sound di cui ci siamo innamorati lustri fa, senza mai restar delusi. E poi le sovrapposizioni di voci (in un caso con la partecipazione di Francesco Di Giacomo) si accompagnano a una sezione ritmica contaminata da jazz ed etnia e a trame di chitarra di valenza assoluta.
La voce di Jenny è lo strumento per eccellenza, capace di essere parte di un’orchestra o elemento naturale che si eleva per un attimo, giusto il tempo di regalarci l’emozione da brivido.
Nella comunicazione ufficiale ho trovato la seguente frase:”
 e con il desiderio di credere che la musica può davvero migliorare la nostra vita, l’ambiente che ci circonda, il nostro essere.”
La musica ha funzione terapeutica, ne sono certo, anche se la sensibilità per poter ricevere “il dono” non è affare di tutti.
Certo è che l’impegno, la costanza e i risultati di una vita possono essere un buon esempio. “Prog Explosion” non potrà certo deludere.