"Tratando de respirar en la furia" è il quarto album della band argentina HABITAT. Loris Furlan, patron di Lizard, mi ha messo in contatto con Aldo Pinelli, leader della band, che ha gentilmente fornito la sua visione musicale.
Non avevo mai ascoltato “prog” di stampo argentino e devo dire di essere rimasto favorevolmente sorpreso da HABITAT, on the road da una vita, ma pressoché sconosciuto dalle nostre parti. D’obbligo un minimo di adattamento al “canto spagnolo”, ma dopo il primo ascolto la metabolizzazione è cosa fatta.
All’interno di questo album concettuale c’è anche un piccolo regalo per l’Italia, ovvero una versione originalissima di “Gioco di Bimba” delle Orme, e nell’intervista a seguire ne emerge la motivazione.
Dovendo parlare di un album legato da un filo logico ho ricercato, senza successo, le liriche e allora mi sono rivolto direttamente alla fonte per essere aiutato in una zona per me sconosciuta.
Questo il pensiero di Pinelli.
TORRES, è l’immagine di una terra distrutta dopo una terribile guerra, e nelle torri rimane una coppia sopravissuta, simbolo del germe di una futura generazione.
LAS MUSGOSAS, è un sogno: un molo muschioso taglia la furia del mare circondato da una tempesta.
PASTORES parla di un popolo reale della Siberia. Fanno la guardia alle renne, e quando una muore la mangiano e utilizzano la pelle per costruirsi i vestiti.
DETENIDO, è la mia visione relativa all’ ottenere degli obiettivi, e il mio tempo perso quando qualcosa o qualcuno mi frenano.
LENGUAJE è una storia di sesso e passione un po’ sofferta, ma alla fine la proposta è quella di fumare il calumet della pace.
HUMO, storia “acida” ( ma non sulle droghe). Un intruso in una grande casa vuole nascondersi, ma le guardie lo cercano. Il suo nervosismo lo induce a fumare un sigaro e il fumo lo fa scoprire.”
Quasi un’ora di musica che riporta alle origini, contaminata dall’antico british prog che fa parte del DNA di chi ha avuto la possibilità di “fall in love” con Genesis, Crimson, Tull and so on.
Forse non c’è più nulla di nuovo da inventare, ma a mio modo di vedere il “nuovo” non è sinonimo di “emozione ad ogni costo”.
"Tratando de respirar en la furia" propone una miscela tra rock, melodia e cultura sudamericana, il tutto condito da un impegno sociale reale.
I “suoni” dell’album sono stati definiti “sinfo-prog” e, pur non amando le categorie, riconosco sia questa un’etichetta calzante, per una musica che riesce a fornire immagini spesso trascendenti, condite da tempi dispari.
Ma il progetto musicale di HABITAT è un po’ più complesso ed è questa, sì, una buona differenziazione col passato, che ritrovo spesso anche nei giovani gruppi di casa nostra. Ciò che infatti non è captabile su “disco” è la rappresentazione teatrale delle idee. L’espressione del pensiero travalica la musica ed emergono forme di arte differenti che in formato live ( e speriamo di esserne presto testimoni)riassumono la vera filosofia di questi artisti così lontani da noi(geograficamente parlando), ma dietro l’angolo per quanto riguarda la “sintonia musicale”.
Maggiori informazioni posso essere reperite nel loro sito:
L’INTERVISTA
Da sempre siamo abituati a vedere musicisti italiani che cercano collaborazioni estere. Difficilmente avviene il contrario. Come nasce il tuo legame con la Lizard e Loris Furlan?
Si tratta di un rapporto chiaro e trasparente, dove c’entrano la stima e l’emotività. Avevo scritto a Loris in tempi passati, parlandogli dei miei due CD da solista e dell’ultimo degli Habitat. Successivamente Loris mi chiese qualcosa a proposito del nuovo CD , e dopo averlo “raccontato” nei dettagli gli ho inviato un DEMO. Da lì abbiamo iniziato a parlare di una partecipazione di Lizard Records in una parte della produzione Habitat. E ora siamo buoni amici, il che non guasta in fase di collaborazione.
Non ho mai associato il tuo paese alla musica progressive. La prima cosa che viene in mente è il tango. Cosa è accaduto in questi anni in Argentina dal punto di vista della musica rock?
Sì, Il resto del mondo identifica l'Argentina con la parola “Tango”, se parliamo di musica. Ma c'è di più. Negli anni '80 e '90 è cresciuto molto il rock. E nel '90, ad esempio, ha imperversato “ la cumbia”, un ritmo tipico dell'America Latina (ma non di quella argentina, cilena e brasiliana). C’è spazio per tutto!
Ho letto che le performance live di Habitat non riguardano solo la musica ma è un vero spettacolo completo. Che tipo di interazione riuscite a stabilire con il vostro pubblico?
Il pubblico dice che siamo “ belli e rari”. Si tratta di un audience molto eterogenea, divisa tra adulti e giovani. Non è comune vedere un gruppo come noi, con ballerini e musicisti, che fumano la pipa introducendo una canzone e cambiano di abiti dopo alcuni brani. Un concerto non può essere solo musica oggigiorno, sono cambiate troppe cose nel mondo!
Se dovessi stabilire il gruppo o artista del passato che ha influenzato fortemente la vostra musica, chi indicheresti?
Nel corso della mia adolescenza, dopo i Beatles, il vero riferimento sono stati i Genesis. Subito dopo sono cresciuti dentro di me i King Crimson. Ma negli ultimi anni ho ascoltato con dedizione Loreena McKennitt, Bjork, Peter Gabriel, Celtic e Ancient Music.
Che tipo di importanza date alla sperimentazione musicale?
Penso che la sperimentazione possa aiutare la musica a trovare nuove strade. Mi piacciono molto alcune cose di Dave Jackson e alcuni progetti di Discipline Records, ad esempio, ma la mia musica deve obbligatoriamente convivere con un profilo melodico.
Credi che i messaggi che derivano dalla musica possano aiutare a migliorare una vita, una situazione, un percorso interiore?
Un musicista è innanzitutto un intrattenitore. Pensiamo ad esempio alle corti del Medio Evo. Ma la musica può essere d’aiuto alle persone sole, come una sorta di terapia. E il “messaggio” (parola che non amo molto) contenuto nei testi costituisce un blocco compatto con la musica. Il mio messaggio è ecologico e fornisce immagini che devono stimolare l’immaginazione. Mi piace, nei miei testi, parlare di scene epiche e di paesaggi.
In Argentina si può vivere di sola musica?
Sì, ma solo per un progetto commerciale (pop, tango, musica folcloristica) e con l’ausilio di uno sponsor. L'arte non ha un “ difensore”, e il businnes è uguale in tutto il mondo.
Nel vostro ultimo album presentate “Gioco di Bimba” delle Orme. Che conoscenza hai della musica italiana? Quali gruppi hai apprezzato nel passato?
“Gioco di Bimba” è nata su suggerimento di Loris Furlan. Mi disse che la mia voce poteva essere adatta per quella canzone, soprattutto con testi in spagnolo. Speriamo che questo ci aiuti a fare conoscere la nostra musica al maggior numero di persone possibili. Per il resto, conosco la PFM da molti anni, e canzoni di altre band del tuo paese (Apoteosi, Locanda delle Fate). Ho ascoltato Le Orme solo nel 2002 (Elementi), e ora mi sono avvicinato al BANCO, sempre su suggerimento di Loris, in funzione di un possibile nuovo progetto di collaborazione.
Se potessi tornare indietro di venti anni, faresti scelte personali/musicali differenti?
Diciamo che mi piacerebbe provare a sfuggire dalle tante influenze esterne cercando di essere più personale.
Cosa prevedi, per Habitat, nei prossimi cinque anni?
Il prossimo maggio sarò in Italia e spero di poter partecipare a qualche concerto con altri musicisti. Vorrei suonarci con gli Habitat nel 2012, e se c'è qualche possibilità anche in altri paesi d'Europa. Dovrebbe uscire il prossimo CD, forse nel 2012 o nel 2013, e mi sto dedicando anima e corpo a questo progetto. “Tratando de Respirar en la Furia” è stato accolto molto bene sulla scena prog (Europa, Canada, Brasile e Argentina), e quindi speriamo abbia anche un successo di vendite. “Historias Ovlidadas”, il nostro primo cd che risale al 1997, è stato rimixato recentemente ed è possibile un’uscita nel 2011. Penso che questo nutrito programma sia sufficiente per i prossimi cinque anni… che ne dici?
Ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di poter raccontare qualcosa della musica di Habitat agli appassionati di musica italiani e … saluti da Buenos Aires.
Aldo Pinelli