sabato 22 febbraio 2025

La fine del PROG secondo Marco Gavarone

 


L’ultima giornata dedicata alla Musica Progressiva, alla UniSavona, si è focalizzata sulle motivazioni che hanno portato alla fine del movimento, in realtà tuttora attivo, ma per “fine” si vuole intendere l’uscita dalla quotidianità, viaggiando verso la “fruizione di nicchia”.

Sono emerse le idee dello scrivente, quelle più ovvie e note, aumentate dalle tesi del melomane Franco Sguerso, che ha messo sul piatto elementi a cui non avevo mai pensato, riportati in altro articolo.

Un altro “alunno”, Marco Gavarone, ci ha riflettuto su e mi ha inviato il suo elaborato, proposto attraverso un aneddoto stimolato dalla lezione. Riporto integralmente ciò che mi ha scritto, felice dello spirito collaborativo venutosi a creare.

A Little Firefly.

Durante l’ultima lezione sul rock progressivo, nella Sala Stella Maris di Savona, è intervenuto magistralmente Franco Sguerso, che ha esposto una sua intrigante teoria sulle motivazioni che ne hanno causato il declino in tempi oltremodo ristretti.

Personalmente e umilmente ritengo che le cose siano relativamente semplici… forse.

La cosa divertente è che l’idea mi è venuta ricordandomi di uno spettacolo di anni fa di Antonio Albanese, durante il quale un sassofonista creava degli stacchetti fra un pezzo recitato e un altro.

È bravo… è bravo… commentava Albanese all’inizio dello spettacolo; poi però, andando avanti, il sassofonista si “allargava” un po' troppo, dilungandosi in raffinati assoli fino a che il mitico Alex Drastico sbottava con un… “però adesso hai rotto il caxxo!!!”.

L’associazione mentale in effetti si è materializzata nel mio cervello ormai usurato durante l’ascolto di un pezzo dei VdGG con il buon David Jackson… dal suo sax a quello dello spettacolo di Albanese è passata la corrente che mi ha acceso la lampadina, una luce di posizione certo, non un faro abbagliante, ma una piccola lucciola (e ormai se ne vedono poche!) che illuminava una scritta: “è bravo… è bravo… però adesso…”

Il rock progressivo dopo un lustro di gloria è caduto in disgrazia perché sostanzialmente aveva rotto il *****.

Era stato in pratica appannaggio di musicisti “secchioni” … tutto sofisticato e ricercato… preziosismi e riferimenti con la musica classica… testi ermetici e/o ricercati… copertine autentiche opere d’arte… ecc… ecc.

È noto che i secchioni, e in generale l’impegno ad oltranza, dopo un po' stufano; infatti, la nascita del punk non è altro che un rifiuto/ ribellione contro il movimento prog come d'altronde la disco music non è altro che la voglia di abbandonarsi a qualcosa di più leggero e non impegnativo.

Per fare punk rock non serviva essere dei provetti musicisti e nemmeno dei ricercati parolieri, valeva tutto, anche sputare addosso alla band durante i concerti (vedere The Clash).

La disco music serviva per ballare senza pensare più di tanto alla musica o alle parole, contava il ritmo e soprattutto tacchinarsi in pista le ragazze.

Quindi direi che la fine del prog era solo una questione di tempo, un cambio generazionale e puff…tutto cambiato.

Inevitabilmente.

Cosa rimane di quegli anni?

Uno scrigno pieno di tante piccole pietre preziose che rimarranno per sempre nelle anime che le hanno amate… meno male che è arrivato Athos con la chiave del forziere e le ha mostrate a tutti, specialmente a chi non le aveva mai viste, come le “lucciole” di La Locanda delle Fate, raccontate in aula da Luciano Boero.

Il prog è morto… viva il prog!!!