Un minimo di analisi del brano "Jerusalem" degli
Emerson, Lake & Palmer, cercando di andare oltre la normale lettura e
offrendo una prospettiva più critica e completa.
Jerusalem di ELP: Un Inno Rock Progressivo
La versione di "Jerusalem" proposta da Emerson, Lake & Palmer nel loro album "Brain Salad Surgery" è molto più di una semplice cover. È una rielaborazione audace e innovativa di un inno nazionale inglese, che diventa un manifesto del rock progressivo e un'esplorazione profonda dei temi di spiritualità, identità nazionale e conflitto interiore.
Il testo, tratto dalla poesia di William Blake, evoca
immagini potenti e suggestive, come quelle di Gesù che cammina sulle montagne
inglesi e della Gerusalemme celeste costruita tra "oscuri mulini
satanici ". Questa contrapposizione tra sacro e profano, tra natura e
industrializzazione, è un tema ricorrente nella poesia di Blake e viene
amplificato dalla musica di ELP.
L'inno parla di una terra mitica e spirituale, un luogo
dove il divino si è manifestato. Questa visione idealizzata dell'Inghilterra è
stata spesso utilizzata per scopi politici e nazionalistici, ma ELP sembra
offrire una lettura più complessa e ambigua.
La presenza di "oscuri mulini satanici"
suggerisce un conflitto interiore tra la spiritualità e la materialità, tra
l'ideale e la realtà.
La musica di ELP trasforma l'inno in una potente esperienza sensoriale. Le caratteristiche principali di questa versione sono:
-L'organo Hammond di Emerson, capace di creare un'atmosfera
solenne, mentre la batteria di Palmer fornisce un ritmo coinvolgente. La voce
di Lake, potente ed emotiva, trasmette la profondità del testo.
-L’utilizzo del moog e in particolare dell'Apollo, il primo sintetizzatore
polifonico, che all'epoca era un prototipo.
La musica si sviluppa in modo non lineare, con improvvisazioni e variazioni che mantengono l'ascoltatore in tensione.
La versione di ELP ha suscitato molte polemiche al momento della sua uscita. Alcuni l'hanno considerata un'eresia, un oltraggio a un inno sacro. Altri, invece, l'hanno accolta come un capolavoro, un'opera d'arte che ampliava i confini della musica rock.
Ma nonostante lo scorrere del tempo "Jerusalem" di
ELP è un brano che continua a suscitare dibattiti e discussioni. È un esempio
di come il rock progressivo possa essere utilizzato per esplorare temi profondi
e complessi, e per creare opere d'arte che trascendono i generi musicali.
Non resta che ascoltarla con l'aiuto delle liriche...
And did those feet in ancient time
walk upon England's mountains green?
And was the holy Lamb of God
on England's pleasant pastures seen?
And did the countenance divine
shine forth upon our clouded hills?
And was Jerusalem builded here
among those dark Satanic Mills?
Bring me my bow of burning gold!
Bring me my arrows of desire!
Bring me my spear! O clouds, unfold!
Bring me my chariot of fire!
I will not cease from mental fight,
nor shall my sword sleep in my hand,
till we have built Jerusalem
In England's green and pleasant Land.