“Strange Frame of Mind” è un album dei norvegesi Arabs in Aspics,
produzione tipica del team Black Widow
Record.
Quarantacinque minuti di rock che attraverso un ideale filo conduttore
uniscono gli anni ’70 ad oggi.
Dialogare e capire cosa si nasconde dietro alle parole inglesi di chi
inglese non è, comporta qualche difficoltà supplementare e qualche fatica in
più, senza peraltro avere la certezza di poter tradurre esattamente il pensiero
di chi si esprime, ma credo che l’intervista a seguire dia un quadro sufficientemente
completo di questa band scandinava.
Il nome della band tradisce una parte dei… condizionamenti musicali,
già elencati nel comunicato stampa ed evidenziati nel corso dello scambio di
battute. Beh, avere tra i propri riferimenti
i King Crimson è fatto di per
sé nobile.
Ma stiamo parlando di un album che miscela un certo rock duro alla
musica progressiva, fatto non certo comune negli anni ’70. Erano quelli i tempi
in cui il rock dei Deep Purple e il contrapposto prog (ma non ricordo come
lo chiamavamo allora!) dei Gentle Giant
erano oggetto di accese discussioni, con veri tifosi di stampo calcistico. E si
poteva arrivare alle mani per rivendicare la nobiltà dei VDGG denigrando la “semplicità musicale” dei GFR (Grand Funk…..)
“Strange Frame of Mind” è esattamente la fusione di quegli antichi
mondi e per capirlo è sufficiente ascoltare “Morket”, esemplificazione del mio pensiero precedente, in bilico
tra il sax “schizoide” e le divagazioni hammondiane di John Lord.
E tutto si gioca sul filo del mix tra generi assolutamente da amare,
senza più aver la necessità di “discutere” per farli accettare.
Una citazione per la traccia finale, quel “Hocus Pocus” dei Focus,
che nel 1973- credo sia quella la data corretta-era un comune 45 giri che
trovava posto nei juke box accanto, ad esempio, a “Peel the Pain” dei già citati Gentle Giant, o “Inside” dei Jethro Tull.
Altri tempi… ma basta avere pazienza
chissà…
L’INTERVISTA
La prima
cosa che mi ha colpito del CD è stato… l’art work, e le fantastiche immagini.
Qual è il vero significato? Esiste un legame tra disegni e musica?
Ciò che si
vede sulla cover è in genere molto importante. “Strange Frame of Mind” è stato
pubblicato solo su vinile -2010- con una bella copertina apribile, realizzata
dalla pittrice polacca Proszowska Julia Lund, che ha saputo trasformare in
immagini le nostre parole e i nostri suoni. Il nostro prossimo album, ideato
come “concept”, è stato scritto solo dopo il termine della grafica (uscita
prevista settembre 2012). Fare un classico album rock con elementi prog
significa pensare ad un “documento” destinato a durare molti anni. Sappiamo che
molti nostri fan utilizzano le cover come quadri da parete!
Il nome
della band, Arabs in Aspic, ha
qualche legame con la filosofia musicale del gruppo?
“Larks tongues in Aspic” forse!!! Abbiamo dovuto trovare un nome prima di
un concerto. Abbiamo provato a mettere qualcos’altro in “Aspic” e alla fine
siamo caduti su “Arabs” perché era una parola che era su tutti i giornali di
allora e l’avevamo in testa. Abbiamo fatto una rapida ricerca e abbiamo trovato
“Arabs in Aspic”, un libro su di un club di cricket itinerante. Affare fatto!
Ascoltando
Strange Frame of Mind, ho trovato
delle tracce di rock molto “duro”, ma anche frammenti di King Crimson e Gentle Giant.
Ma qual è la band che è stata fondamentale per la vostra formazione musicale?
Siamo in
quattro e abbiamo quattro differenti background. Il tastierista e il bassista
sono molto amanti di ELP, Genesis,Yes, Gentle Giant, e quel tipo di musica progressiva.
Quando abbiamo iniziato a suonare eravamo
focalizzati unicamente sui primi Black Sabbath. Ma ascoltiamo anche il primo
rock tedesco, krautrock, heavy prog, il primo rock scandinavo, e rock pesante
come quello dei Mountain.
A fine
album c’è un contributo ad un grande gruppo degli anni ’70, i Focus. Perché
avete scelto Hocus Pocus?
Hocus Pocus è un pezzo
fantastico, è questo il vero motivo! Lo abbiamo anche eseguito dal vivo nel
periodo in cui registravamo l’album.
Cosa
pensate dell’attuale businnes legato al mondo della musica?
Se la
domanda è rivolta a comprendere se facciamo soldi con la nostra musica la
risposta è... no! Triste ma vero. Per fare soldi dobbiamo indirizzare i nostri
sforzi verso altri progetti.
In
Italia la musica prog sta ritornando materia per giovani (quelli che amano la
un certo impegno). Come si è evoluta invece nei paesi nordici?
Le vendite
degli LP nelle città scandinave aumenta ogni anno del 200%, a partire dal 2006.
Noi rappresentiamo una piccolissima frazione e avremmo bisogno di un mercato
più grande per vendere bene. La Norvegia mette a disposizione un mercato
modesto, lento nel seguire le nuove tendenze internazionali. La musica che si
vende bene in Norvegia è quella che passa in TV e alla Radio, pubblicizzata dalle
grandi label. In Svezia la situazione è molto migliore. C’è una vasta gamma di etichette
indipendenti e underground che
promuovono e” vendono” artisti. Noi crediamo e speriamo nel mercato italiano…
politica permettendo!
Che cosa
amate di più delle performance live e cosa del lavoro in studio?
Amiamo il
muro di suoni quando siamo in fase live. E amiamo tutti gli equipaggiamenti analogici e vintage, pesanti e rovinati dall’uso. Ci
piace giocare con le dinamiche nelle nostre canzoni e ampliare al massimo le
possibilità, giocando con tutti gli effetti possibili. Registriamo la nostra
musica in presa diretta, ma “doppiamo” le chitarre, le voci, le tastiere e le
percussioni. Non realizziamo la nostra musica come fosse una performance live,
ma utilizziamo la tecnologia in studio per rendere la musica un po’ più psichedelica. Insomma, dal vivo
sembriamo molto più… “ classicamente heavy prog” rispetto alla fase in studio.
Che cosa
vi ha tolto e che cosa vi ha dato internet?
Internet
permette di far arrivare la tua musica ad un pubblico enorme, ma la maggior
parte degli ascoltatori ti può rubare una traccia qualsiasi di un album, senza
valutare tutto ciò che è servito per metterlo assieme. E’ un fatto tragico!
Che tipo
di rapporto avete instaurato con Black Widow Records?
Con loro abbiamo firmato un contratto di cinque anni. BWR
distribuirà in tutto il mondo la nostra musica, sia come classico LP che come
formato digitale, ed è proprietaria del diritto di vendita.
Provate
a esprimere un desiderio musicale, da realizzare entro il 2015.
Vorrei che
i bambini a scuola imparassero a suonare
ed ascoltare la “vera musica”, buttando via il telefonino pieno zeppo di rap inascoltabili, e iniziassero a
risparmiare soldi per poi investirli in stereo e registratori di buona qualità,
da ascoltare seduti su di una comoda sedia antistress. Mi auguro anche che The
Arabs in Aspic possano esibirsi all’estero, per dimostrare che la musica vera è
ancora viva. E si può iniziare dal maggio 2012, quando suoneremo in Quebec.
TRACK LIST:
1.
Aspic Temple
2.
The Flying Norseman
3.
Dive
4.
In to my Eye
5.
Moerket
6.
Fall til Marken
7.
TV
8.
Strange Frame of
Mind
9.
Have you ever seen the Rain,
Pt. 2
10. Arabide
11. Hocus Pocus
LINE UP
Eskil Nyhus: Drums,
Percussions
Jonstein Smeby: Guitars,
Vocals
Erik Paulsen: Bass,
Vocals
Stig Arve Jorgensen:
Organ, Keyboards, Vocals