Storie di Rock.
Gli anni ’60 e ’70 attraverso dischi, festival,
libri, luoghi, suoni e
molte curiosità
Aracne editrice, Roma, 2011, pp.
370
Raccontare la storia del rock non sarebbe per nessuno un compito
agevole, e neppure breve, in particolare per chi decidesse di analizzarne le
vicende dal lato prevalentemente musicale. Meglio allora selezionare un certo
numero di gruppi e di singoli musicisti, qualche concerto o festival
memorabile, un po’ di dischi, una manciata di libri, e concentrarsi solo su di
essi. Il risultato è Storie di Rock,
nel quale l’autore, oltre ad analizzare in modo originale (come da sua
abitudine) fatti e musiche riferiti a nomi e formazioni ormai classici, si
propone di riportare alla luce l’attività di importanti gruppi e musicisti per
lo più trascurati, e in qualche caso addirittura dimenticati, da una certa
storiografia – specialmente italiana – non sempre all’altezza del suo compito.
Il libro è arricchito da saggi critici e, per la prima volta in Italia, da un’ampia
panoramica sulla musica della San Francisco Bay Area, meglio nota come San
Francisco Sound.
Dall’introduzione:
In Italia, rispetto al rock, non si scrivono, in generale, libri di musica, ma libri attorno alla musica. Così “attorno” che i musicisti bravi rischiano
di non essere neppure notati o di venir dimenticati in fretta, a tutto
vantaggio di quelli semplicemente famosi, quasi sempre tali per ragioni che
nulla hanno a che vedere con la capacità di suonare in modo brillante e
originale uno o più strumenti. Per dirla tutta credo che il rock sia l’unico
genere musicale nel quale ci si ricorda a oltranza dei mediocri e si gettano
nell’oblio i capaci. Io però nei miei libri, per molti versi controcorrente ma
coerenti con la visione che ho della musica, ho sempre preferito parlare dei
musicisti bravi, indicando quali sono attraverso nomi, cognomi e nazionalità e
spiegando inoltre che cosa hanno fatto insieme alle loro rispettive band. [...]
Il lettore interessato, oltre a nomi più noti, si imbatterà perciò in gruppi
come Colosseum, Family, Tempest, Bakerloo, Funkadelic, Bonzo Dog Doo/Dah Band,
Cold Blood, It’s A Beautiful Day e Acqua Fragile, tutti composti da musicisti
tecnicamente validi e con diverse punte di eccellenza. Penso sia ora che gli
storici “ufficiali” del rock, soprattutto italiani, comincino ad occuparsi
seriamente anche di queste – come di altre – formazioni.
Innocenzo Alfano (Cosenza, 1971) si è laureato in Scienze
Politiche e in Cinema Musica Teatro presso l’Università degli Studi di Pisa. È
autore dei seguenti volumi: Fra
tradizione colta e popular music: il caso del rock progressivo. Introduzione al
genere che sfidò la forma canzone (Aracne, 1ª ed. 2004, 2ª ed. 2010); Verso un’altra realtà. Cenni di strategia
compositiva e organizzazione dei brani nella musica rock, da Jimi Hendrix al
rock progressivo (Aracne, 1ª ed. 2006, 2ª ed. 2010); Argentina e Brasile: quale politica comune? Tentativi di strategia
politica unitaria dalla presidenza Frondizi al Mercosur (Il Coscile, 2006);
Effetto Pop. Uno
sguardo critico sulla musica più diffusa degli ultimi cinquant’anni (Aracne, 1ª ed. 2008, 2ª ed. 2010); La crisi infinita. Problemi e contraddizioni
del mondo attuale (Aracne, 2009).