Ad inizio novembre è
stato realizzato in Giappone il Prog Exhibition Festival, una sorta di proseguimento di ciò che
accade a Roma da un paio di anni, che nell’occasione ha visto la partecipazione
di PFM, Osanna, Arti & Mestieri, Trip, Goblin. Il successo è stato
grande, tanto che si è pensato ad una seconda puntata nella prossima primavera.
Non ho
trovato notizie sul web, e nessuna delle mie conoscenze musicali mi ha inviato
reportage. Insomma, se non sono presente io la documentazione latita!!!
Ma un minimo
di notizia, un frammento dell’intera kermesse, l’ho recuperato, attraverso Gianni Leone,
mister “Balletto
di Bronzo”, che mi ha inviato un articolo scritto da Takeshi
Mitsuwa e tradotto da Yoshiko Kase ( con Gianni nella
foto).
Ho chiesto a Gianni chi sia
Yoshiko.
“Yoshiko è una fan gentilissima che si è offerta di tradurre
articoli, interviste etc. ballerine e leonine in giapponese. Forse tradurrà
anche l'intero libro di Gianmaria Consiglio "Il Balletto di Bronzo e
l'idea del delirio organizzato". Sta creando un sito specifico
destinato al Giappone con tutto questo materiale tradotto e tante
foto che le ho inviato.”
Ed ecco
come ha vissuto l’esperienza Takeshi
Mitsuwa.
Prog Exhibition Festival
Club Città, Kawasaki (Tokyo), 5 novembre 2011.
Recensione sul Balletto di Bronzo
Uno strano
"oggetto", una "cosa" avanza lentamente, strisciando
dal lato destro del palco. LUI è arrivato! LUI è apparso! Un copricapo
borchiato emerge da dietro il drappo nero che funge da paravento, su
cui è stampata la maschera riprodotta sulla copertina del DVD del
Balletto di Bronzo. Ecco Gianni Leone con un ricco make-up! Applicati
sul lato anteriore della sua giacca, diversi oggetti argentati dalla forma
rotonda emanano bagliori e scintille. Guardando da vicino, ci si accorge che
sono dei cd. Gianni progetta e realizza da sé i suoi costumi e gli accessori di
scena. La temperatura è molto alta, e Gianni cerca di togliersi la giacca fra
un brano e l'altro. Quando lo fa, non è in modo casuale: a un tratto assume una
posa che mi ricorda in qualche modo Michael Jackson, e poi se la sfila di
colpo. Avrebbe potuto essere famoso prima di lui con questo gesto, anticipando
le movenze di "Thriller". Non riuscivo a staccargli gli occhi di
dosso. Mentre suonava selvaggiamente il suo Hammond con la mano destra, con la
sinistra disegnava nell'aria forme geometriche immaginarie. Segnalava ai suoi
compagni i vari cambi musicali e i passaggi obbligati utilizzando l'intero suo
corpo, per poi fermarsi immobile, con atteggiamento marziale, alla fine dei
brani. Il clou della serata? Quando Gianni si lancia giù dal palco
e va a timbrare mani, braccia, viso di persone del pubblico con un timbro a
inchiostro che riporta la scritta "Balletto di Bronzo" e la data del
concerto. Un volta tornato alla sua postazione, alle tastiere, un oggetto
- forse una bottiglia di plastica - cade rumorosamente a terra. Gianni ne
approfitta per improvvisare una gag. Si gira di scatto ed esclama:
" Oh! Che succede?". Ed io mi sono convinto che è un vero genio.
In scaletta alcuni brani
recenti e degli estratti dal capolavoro "YS", rinvigorito
dall'apporto dei due nuovi musicisti entrati nel gruppo, gli eccellenti Adolfo
Ramundo alla batteria (a due casse) e Ivano Salvatori al basso. Il grande
Gianni ha presentato al pubblico il nuovo bassista come "il più bello del
gruppo", ma su questo preferisco non commentare ulteriormente. Sul
grande schermo a fondo palco venivano proiettate sequenze e foto rare di
tutti i periodi, e gli occhi del pubblico erano inchiodati alle immagini. Il
suono, assolutamente intatto dallo scorrere del tempo, era basato sulle
tastiere come protagoniste assolute. L'impatto generale era molto coinvolgente,
ma gli occhi del pubblico erano tutti incollati al grande Gianni. Alla fine
dell'esibizione ero un po' preoccupat0: non sarebbe stato facile, per il
gruppo successivo, suonare dopo il Balletto di Bronzo!