Ken Field & Alieno
deBootes- “Alien Field”
Cuneiform
Records
(68:66
minuti)
Sono arrivato ad Alieno deBootes - monicher di Alessandro Pizzin - casualmente e per strade differenti: dapprima attraverso la scoperta di una vecchia registrazione dei King Crimson (https://athosenrile.blogspot.com/2023/03/guts-on-my-side-la-canzone-scomparsa.html) e successivamente toccando la musica dei The Residents, da lui rivisitata assieme ad Alessandro Monti (https://athosenrile.blogspot.com/2023/04/the-residents-rivisitati-da-alieno.html)
Ed è proprio “Alieno” che mi ha introdotto all’interno di un suo nuovo e gratificante progetto che è nato e prolificato nel momento dell’emergenza sanitaria e che prende il titolo di “Alien Field”, un combo nominativo che mette in rilievo i due protagonisti di questo album, Alieno deBootes e Ken Field.
Cliccando sul seguente link possiamo scoprire di più sui due musicisti e sulla loro cospicua discografia:
https://athosenrile.blogspot.com/2023/05/un-po-di-storia-di-ken-field-e-alieno.html
Ma è utile leggere il pensiero dei due artisti, tanto per approfondire.
Dice Alieno: “Come fan di lunga data dei Birdsongs of the Mesozoic, dopo aver ascoltato il primo album solista di Ken Field, "Subterranea" (nel 1991), ho realizzato che avrei voluto chiedigli una qualche collaborazione, visto che i suoi sassofoni hanno una “voce” così particolare che rendono speciale e originale ogni mio ascolto. L'opportunità è arrivata durante la pandemia del 2020, quando ho teorizzato la possibilità di lavorare da remoto, immaginando il nostro incontro a metà strada, tra Venezia e Cambridge, Massachusetts. Ovviamente, questo incontro - se reale - sarebbe avvenuto geograficamente nel bel mezzo dell’Oceano, e questo mi ha ulteriormente portato a immaginare che la nostra musica avrebbe dovuto avere la spazialità dei mari e il movimento sempre mutevole della superficie dell'acqua."
Aggiunge Field: “Ho sentito per la prima volta la musica di Alieno deBootes (alias Alessandro Pizzin) circa 20 anni fa, e mi sono innamorato rapidamente del suo meraviglioso lavoro solista. Siamo rimasti in contatto virtualmente per molti anni, e finalmente ci siamo incontrati di persona quando ho avuto l'opportunità di viaggiare, partendo dalla mia casa a Cambridge, Massachusetts e arrivando a Venezia. Ero entusiasta quando mi ha contattato durante la pandemia, nel marzo 2021, quando mi invitò per collaborare a questo progetto. Abbiamo lavorato in modo indipendente, scambiandoci file a distanza, e ho registrato la mia parte usando la mia home studio. Nel corso del semestre successivo abbiamo realizzato la musica che fa ora parte di “ALIEN FIELD". Spero che l’ascolto sia gradito tanto quanto è stata piacevole la fase creativa.
Il mio consiglio è quello di
prendersi un corretto lasso di tempo, senza telefoni che squillano, magari ad
occhi chiusi e… lasciarsi andare. Non è questa musica per “combattere la
solitudine”, ma per riempire i vuoti che sono in noi, anche se spesso non ne
siamo consci. Un concentrato di stimolazioni per il fisico e la mente, sonorità
senza precise coordinate, fondate sulla libertà espressiva e sull’utilizzo di
ciò che ci circonda e che non sembrerebbe ortodosso in un classico contesto
musicale.
Ogni singolo frammento può arrivare
da un luogo inaspettato, e i due autori non fanno altro che raccoglierlo e incanalarlo
in uno solo contenitore. Non c’è nemmeno la necessità del ritmo come
normalmente lo intendiamo, anche se esiste una traccia - “Krunsch” -
dove la fusion e il funky riportano a qualcosa di più conosciuto.
Sto parlando ovviamente di musica
strumentale, che necessita del dovuto rispetto nell’ascolto, una musica che
utilizza strumenti tradizionali e tecnologia per realizzare musica “spaziale”,
priva però delle normali coordinate, con la sensazione che il suono percepito non
provenga quasi mai dalla stessa direzione, ma tenda a spostarsi intorno all’ascoltatore,
che potrebbe ritrovarsi immerso in un luogo sonoro avvolgente.
Niente di complicato, e le mie sono
sensazioni personalissime, reazioni immediate all’ascolto, e sono certo diverse
a seconda del fruitore della musica di deBootes e Field, ma occorre prepararsi
ad una esperienza non convenzionale, proposta peraltro da incredibili ed
esperti musicisti.
Mi spingo oltre, cercando di fornire
qualche etichetta conosciuta, come solitamente piace a chi si approccia ad un
nuovo disco, e cercando di definire uno stile preciso sintetizzo delineando “Alien
Field” come miscela di ambient, minimalismo, swing, acid-jazz e world-music.
Ma forse sarà più semplice comprendere scoprendo una tessera del mosaico della loro musica…
Credits
KEN
FIELD - sassofoni, flauti
ALIENO
deBOOTES - tastiere, mixaggio creativo, gestione dei ruoli
con:
Alessandro
Monti - basso elettrico in "A New Cosmo"
Franco
Moruzzi - batteria elettrica in "Krunsch"
Matteo
Bertolini - paesaggi sonori su "Izar" & "A New Cosmo"
Domenico
Meggiato - frammenti di basso elettrico in "Krunsch"
Registrato
durante la primavera 2021 presso AGW Studio, Venezia, Italia e a Truro,
Massachusetts, USA
Mixato
all'inizio dell'estate 2021 all'AGW Studio di Alessandro Pizzin
Copertina
disegnata da Alessandro Rigato
https://alessandropizzin.bandcamp.com/