venerdì 5 maggio 2023

Qualche news da Giorgio C. Neri

 


La mia “carriera” di recensore iniziò molti anni fa con un paio di entità musicali, i Delirium e Giorgio C. Neri, che nel 2009 propose il suo progetto “Logos”.

Successivamente ho avuto occasione di vedere un paio di sue performace live, ma da molto tempo non avevo notizie, e solo ultimamente l’ho ritrovato, casualmente, nel corso di una presentazione di un progetto editoriale.

Qualcosa bolle in pentola, perché il musicista può anche restare a lungo nell’ombra, ma quando lo fa, spesso nasce un nuovo momento creativo.

Lascio alle sue parole l’anima di un nuovo progetto che sta per vedere la luce.

 

La Vita Assoluta, da cui è scaturito tutto ciò che viene percepito, visto ed udito e in cui tutto verrà nuovamente assorbito nel tempo è una Vita silenziosa, immutabile ed eterna, quella che i Sufi chiamano “Zat."

"Il misticismo del suono "

Hazrat Ynayat Khan.

 

Racconta Giorgio C. Neri:

Questo è il nome che ho scelto per questo progetto.

Vorrei fare un po’ di dietrologia, in modo che siano chiari gli intenti e spiegare a brevi linee la filosofia che anima il fare musica di questo trio.

L’ensamble, in questa forma, nasce nel 2015 con l'intento etico di riportare la musica alla vita e la vita alla musica.

Oramai la musica è tutta decodificata, preparata, prodotta a partire dai giganti dell'industria fino alle produzioni di nicchia.

Negli studi di registrazione per le grandi produzioni oramai sono moltissimi anni che non si suona più, si campiona, si edita (termine tecnico che sta ad indicare tutte le possibili manipolazioni del suono) e non c'è più una adesione alla vita.

Nel prog, ambito nel quale mi muovo, sia per gusto che per espressione artistica, tutto è codificato, studiato a tavolino, che so... a battuta 130 si passa da 7/8 a 13/8 a 125 bpm per poi passare, dopo lo stacco, a 4/4 a 190 bpm dopo lo stacco di batteria e così via... ed ore ed ore a provare un passaggio di 10 secondi.

Nel jazz le cose non vanno meglio, ambito prediletto per le improvvisazioni, non gode della libertà che si proclama.

Tema, improvvisazione sax, su standard per quanto riguarda l'aspetto armonico, poi bridge, tema ed altra improvvisazione... nei secoli dei secoli.

Ma la vita è così editabile? La possiamo prevedere ed indirizzare? Non sarà la menzogna dell'occidente?

Abbiamo perso la capacità di stupirci, di essere agili, corriamo chiusi in casa davanti alla TV invece che correre all'aperto.

La musica è specchio dell'epoca nella quale si sviluppa, ed il mio scopo è proprio l'accettare il rischio di vivere la musica così come viene, come la vita che ti costringe ad essere sempre in ascolto, agile, e se ti nasce un pezzo storto avere la certezza della bellezza delle cose storte, e magari da un apparente errore può nascere in qualcosa di bello, di vivo.

Questo era ed è l'intento...

Dopo alcune session di improvvisazioni in saletta, compreso il tributo a Daevid Allen di alcuni anni fa, decidemmo di recarci in studio; abbiamo scelto lo studio di Marco Biggi (Latte e Miele ecc…) affittato per tre giorni e come successe per BB di Miles Davies abbiamo registrato sia lunghe jam che brani codificati ed una cover, ma l'atteggiamento che abbiamo adottato è stato quello della assoluta spontaneità.

Ma poi nascono i problemi... non in tutti i brani e in tutti tre i giorni il mio modo di suonare era ispirato quindi ho ovviato con uno spostamento di dimensioni...nel nostro mondo esiste il tempo lineare ma in certi contesti il tempo si dilata, assume nuovi significati.

La soluzione? Tenere ciò che era ispirato, e la sessione ritmica lo era. Ho dovuto suonare in un tempo cronologico diverso adottando sempre la stessa modalità, cioè suonare improvvisando, cercando di entrare nello spirito, aspettando il momento in cui pianeti erano… allineati.

Quindi la ricerca del "qui ed ora", un concetto esoterico, suonare come si vive...

Quindi approccio improvvisativo sempre per ogni parte, pochissime sovraincisioni ed editing ridotto al minimo, ovvero nella jam presente nel disco ho tagliato le parti con le inevitabili cadute di tensione, ho mantenuto errori, incertezze esecutive, tentativi verso un senso.

Sempre seguendo le dinamiche di BB di Davies e Macero tutto questo materiale mi è servito per confezionare il CD ufficiale, che ha per titolo "Dieci come sette", in uscita con la label Bloodrock Record, e una manciata di jams che nel disco non hanno trovato posto; non so ancora come pubblicarli, intanto sono presenti su Bandcamp.

In ultima istanza questo progetto musicale deve seguire questa linea...

Ormai ho superato le trappole dell'ego, non me ne fotte niente di cosa pensano i chitarristi del mio modo di suonare, come mi interessa poco alimentare il mostro con visibilità e paroloni... questa è musica per la vita e la vita per la musica.

Abbiamo suonato così in quel periodo e così è stato fissato... questo non vuole essere un disco patinato, prodotto editato, ma quello che era il qui ed ora allora.

Questa è la via...


Suonare una nota sbagliata è insignificante,

 suonare senza passione è imperdonabile!

Beethoven

 

Formazione:

Giorgio Neri-chitarra, loops, keys mix

Luciano Susto-basso

Alessio Panni-batteria

 

Tracklist:

Dieci come sette

Voodoo

Cattedrale di suono (jam di 20 min)

Kashmir (cover)

Stagioni