La mia “carriera” di recensore iniziò
molti anni fa con un paio di entità musicali, i Delirium e Giorgio C. Neri, che
nel 2009 propose il suo progetto “Logos”.
Successivamente ho avuto occasione di
vedere un paio di sue performace live, ma da molto tempo non avevo notizie, e
solo ultimamente l’ho ritrovato, casualmente, nel corso di una presentazione di
un progetto editoriale.
Qualcosa bolle in pentola, perché il
musicista può anche restare a lungo nell’ombra, ma quando lo fa, spesso nasce
un nuovo momento creativo.
Lascio alle sue parole l’anima di un
nuovo progetto che sta per vedere la luce.
La Vita Assoluta, da cui è scaturito
tutto ciò che viene percepito, visto ed udito e in cui tutto verrà nuovamente
assorbito nel tempo è una Vita silenziosa, immutabile ed eterna, quella che i
Sufi chiamano “Zat."
"Il misticismo del suono "
Hazrat Ynayat Khan.
Racconta Giorgio C. Neri:
Questo è il nome che ho scelto per questo progetto.
Vorrei fare un po’ di dietrologia, in modo che siano chiari
gli intenti e spiegare a brevi linee la filosofia che anima il fare musica di
questo trio.
L’ensamble, in questa forma, nasce nel 2015 con l'intento
etico di riportare la musica alla vita e la vita alla musica.
Oramai la musica è tutta decodificata,
preparata, prodotta a partire dai giganti dell'industria fino alle produzioni
di nicchia.
Negli studi di registrazione per le
grandi produzioni oramai sono moltissimi anni che non si suona più, si campiona,
si edita (termine tecnico che sta ad indicare tutte le possibili manipolazioni
del suono) e non c'è più una adesione alla vita.
Nel prog, ambito nel quale mi muovo,
sia per gusto che per espressione artistica, tutto è codificato, studiato a
tavolino, che so... a battuta 130 si passa da 7/8 a 13/8 a 125 bpm per poi
passare, dopo lo stacco, a 4/4 a 190 bpm dopo lo stacco di batteria e così
via... ed ore ed ore a provare un passaggio di 10 secondi.
Nel jazz le cose non vanno meglio, ambito
prediletto per le improvvisazioni, non gode della libertà che si proclama.
Tema, improvvisazione sax, su
standard per quanto riguarda l'aspetto armonico, poi bridge, tema ed altra
improvvisazione... nei secoli dei secoli.
Ma la vita è così editabile? La
possiamo prevedere ed indirizzare? Non sarà la menzogna dell'occidente?
Abbiamo perso la capacità di
stupirci, di essere agili, corriamo chiusi in casa davanti alla TV invece che
correre all'aperto.
La musica è specchio dell'epoca nella
quale si sviluppa, ed il mio scopo è proprio l'accettare il rischio di vivere
la musica così come viene, come la vita che ti costringe ad essere sempre in
ascolto, agile, e se ti nasce un pezzo storto avere la certezza della bellezza
delle cose storte, e magari da un apparente errore può nascere in qualcosa di
bello, di vivo.
Questo era ed è l'intento...
Dopo alcune session di
improvvisazioni in saletta, compreso il tributo a Daevid Allen di alcuni anni
fa, decidemmo di recarci in studio; abbiamo scelto lo studio di Marco Biggi (Latte
e Miele ecc…) affittato per tre giorni e come successe per BB di Miles Davies
abbiamo registrato sia lunghe jam che brani codificati ed una cover, ma
l'atteggiamento che abbiamo adottato è stato quello della assoluta spontaneità.
Ma poi nascono i problemi... non in
tutti i brani e in tutti tre i giorni il mio modo di suonare era ispirato quindi
ho ovviato con uno spostamento di dimensioni...nel nostro mondo esiste il tempo
lineare ma in certi contesti il tempo si dilata, assume nuovi significati.
La soluzione? Tenere ciò che era
ispirato, e la sessione ritmica lo era. Ho dovuto suonare in un tempo
cronologico diverso adottando sempre la stessa modalità, cioè suonare
improvvisando, cercando di entrare nello spirito, aspettando il momento in cui
pianeti erano… allineati.
Quindi la ricerca del "qui ed
ora", un concetto esoterico, suonare come si vive...
Quindi approccio improvvisativo
sempre per ogni parte, pochissime sovraincisioni ed editing ridotto al minimo, ovvero
nella jam presente nel disco ho tagliato le parti con le inevitabili cadute di
tensione, ho mantenuto errori, incertezze esecutive, tentativi verso un senso.
Sempre seguendo le dinamiche di BB di
Davies e Macero tutto questo materiale mi è servito per confezionare il CD ufficiale,
che ha per titolo "Dieci come sette", in uscita con la
label Bloodrock Record, e una manciata di jams che nel disco non hanno trovato
posto; non so ancora come pubblicarli, intanto sono presenti su Bandcamp.
In ultima istanza questo progetto
musicale deve seguire questa linea...
Ormai ho superato le trappole
dell'ego, non me ne fotte niente di cosa pensano i chitarristi del mio modo di
suonare, come mi interessa poco alimentare il mostro con visibilità e
paroloni... questa è musica per la vita e la vita per la musica.
Abbiamo suonato così in quel periodo
e così è stato fissato... questo non vuole essere un disco patinato, prodotto
editato, ma quello che era il qui ed ora allora.
Questa è la via...
Suonare una nota sbagliata è
insignificante,
suonare senza passione è imperdonabile!
Beethoven
Formazione:
Giorgio Neri-chitarra, loops, keys
mix
Luciano Susto-basso
Alessio Panni-batteria
Tracklist:
Dieci come sette
Voodoo
Cattedrale di suono (jam di 20 min)
Kashmir (cover)
Stagioni