Non conoscevo Daniele Faraotti per cui mi pare necessario evidenziare una sintesi del suo percorso, immaginando che altri potrebbero essere… spiazzati dal personaggio atipico e dalla sua proposta. Per l’ufficialità della biografia succinta rimando al seguente link:
https://athosenrile.blogspot.com/2023/04/biografia-di-daniele-faraotti.html
L’album in oggetto si intitola “Phara Pop vol. 1”, progetto sviluppatosi come tanti altri in un momento buio, quello della recente emergenza sanitaria, periodo in cui le soste forzate hanno indotto gli esseri pensanti e virtuosi a riflettere come e più del necessario, frammenti di vita che, per alcuni, hanno significato scoperte o riscoperte, conducendo a successivi bilanci che, forse, rappresentano l’unica positività rispetto al momento infausto che ha accomunato milioni di persone.
Il disco consta di 20 episodi, che non analizzerò step by step, anche se nel booklet ufficiale troviamo indicazioni utili alla comprensione creativa, fornite dall’autore e fruibili cliccando sul link su proposto.
Preferisco invece fornire un commento
di insieme di un lavoro e di un artista davvero unico, se faccio riferimento al
panorama italiano che conosco, immaginando che l’ombra nasconda miriadi di
artisti talentuosi che non trovano la giusta visibilità, non necessariamente
quella che porta all’equazione “musica=lavoro”, condizione sempre più ad
appannaggio di una nicchia di anime, ma poter condividere i propri progetti
musicali e oltre, in modo degno e completo, appare davvero il minimo.
Come accennato all’inizio Faraotti mi
ha spiazzato, geniale, completo, iconoclasta, sentimentale il giusto,
riflessivo, a volte volutamente “elefante in una cristalleria”, in altre occasioni
delicato e carico di spleen.
Estrapolo tre esempi significativi del suo pensiero - che mi hanno particolarmente toccato - e che fanno riferimento a tre brani…
Così, con una scusa qualunque, cominci a rientrare a casa tardi - sempre più tardi. L’indifferenza del tuo comportamento ferisce, e il vuoto che si crea intorno è una maledizione. Poi qualcosa di irreparabile accade. Cosa daresti per tornare indietro. Era la felicità, era l’amore e non te ne sei accorto.
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L’unico prezioso che ognuno di noi
hai in dote dalla nascita è il Tempo. La vita poi ti induce a sprecarlo.
Bisogna stare attenti. Il denaro a confronto non vale niente.
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In un inverno schubertiano, ancora prigioniero
di fatti e desideri, la nostalgia erige piazze, strade, chiese e
cortili. È il villaggio della melanconia dove abito da solo.
La lettura di questi pensieri, priva
di contesto, condurrebbe nei sentieri di un cantautorato tradizionale, dove le
parole sgorgano con il sottofondo di una chitarra acustica o di un pianoforte
melanconico.
Non è propri così!
In lui ho ritrovato la genialità di Frank Zappa, la sua follia, la sua facilità nel rompere gli schemi, il tutto però raccontando storie, personali, ovviamente, ma estendibili all’intera razza umana.
Nell’incipit del booklet Faraotti si esprime così:
La musica è la musica, esprime sé
stessa. Parla attraverso l’ascolto. Non ha bisogno di imbeccate. A mio parere,
oggi si scrive troppo di musica. Una esegesi petulante sul perché qui perché
là. La si ascolti e questo è tutto.
Al contrario le liriche necessitano di spiegazione, comprensione, indagine e confronto.
Venti tracce incredibili, ognuna
carica di significati e spunti di riflessione, ma l’invito a non soffermarsi
troppo sugli aspetti musicali, privilegiando i testi, nasconde forse la
certezza che, chiunque si avvicinasse a “Phara Pop vol.1”, non potrebbe far
altro che stupirsi e trovare grandi elementi di novità in un mondo del sonoro
che parrebbe aver detto già tutto.
Anche i video realizzati e proposti
con grande ironia sono il completamento dell’artista, e gli esempi che fornisco
risulteranno icastici.
Insomma, dopo il disorientamento iniziale, dopo aver cercato di tirare le file di tutti i semi che Faraoni mi aveva gettato, mi sono chiesto: “Ma questo… da dove è uscito? Dov’era nascosto? Come avevo fatto a perdermelo?”.
C’è tempo per recuperare, per una
musica incatalogabile, anarchica e spaziante fra diverse forme di musica
rock, quali quella progressivo, l'hard rock, l'art rock e quella demenziale,
espressioni sonore contaminate con il jazz, il blues e la musica colta (ops…
ma non è questo il giudizio dato alle opere di Zappa?)
Brani
1-STAGIONI
2-JOHNNY B. GOOD 74
3-LA RUOTA
4-PIA ROSI
5-UNA SFIDA
6-L’OSPITE
7-LA NAVE
8-LA FELICITA’ NON È ALLEGRA
9-DeZo e Dan
10-I SOGNI DI LUIS
11-ISOLDE
12-VIVALDI WE LOVE YOU (video)
13-LE CHIOME E I FALO’
14-IL BALLERINO DI QUADRIGLIA (video)
15-DUE MONA
16-FRUGALE
17-EDISON DINO
18-COME VINCERE LA TIMIDEZZA
19-IL VILLAGGIO
20-LA VISIONE DI PROCULO parte prima