domenica 14 maggio 2023

Concerto genovese (e presentazione album) per Il Balletto di Bronzo e Il Cerchio D'Oro (13-5-23): il commento

Una giornata storica! Affermazione roboante, forse incomprensibile ai più, magari esagerata per chi si accontenta di ciò che passa il convento (il mainstream della musica)… ma, per gli appassionati del rock progressive - quel genere delegato a riempire uno spazio di nicchia, ma ormai immortale - il 13 maggio del 2023 verrà ricordato (anche da chi non era presente) come il giorno in cui due prog band, entrambe importanti, seppur con storie e iter differenti, hanno presentato un uovo album di inediti, prodotto/promosso/voluto dalla Black Widow Records, etichetta genovese esperta del settore.

Sto parlano di Il Cerchio D’Oro e di Il Balletto di Bronzo.

Due stili differenti, due proposte composite ma che mettono in rilievo come all’interno del prog possano coesistere componenti variegate, con piena libertà espressiva.

In realtà un legame c’è, ed è l’esplosione musicale post pandemica, ovvero quella voglia di ritornare al pre 2020, facendo risaltare le energie accumulate e ora quasi straripanti, almeno rimanendo ancorati ai fatti e cioè a quanto visto sul palco.

Parto dal “Cerchio” - che sarà il primo ad esibirsi - che rilascia “Pangea e le tre lune”, il cui commento è fruibile attraverso il link seguente:

https://athosenrile.blogspot.com/2023/05/il-cerchio-doro-il-commento-pangea-e-le.html

Trattasi del quarto album nell’arco di quindici anni e rappresenta un punto di chiusura di un percorso che, seppure con momenti di sosta, ha caratterizzato la vita intera dei partecipanti al progetto.

Ma il commento va rivolto al live, quella parte fondamentale per ogni band, che in questo caso mancava da quattro anni, se si escludono i test dell’ultimo mese.

Emozionati ma sereni, consci del proprio status attuale e dell’equilibrio raggiunto, esperti ma entusiasti, li ho incontrati nel backstage e abbiamo chiacchierato per qualche minuto…

Il Cerchio D’Oro attuale comprende i fratelli Terribile (Gino alla batteria e voce e Giuseppe al basso e voce), Franco Piccolini alle tastiere, Piuccio Pradal alla voce e chitarra e Massimo Spica alla chitarra solista e cori.

Nell’album ci sono ospiti “nobili” (Donald Lax al violino, Ricky Belloni e Tolo Marton alla chitarra) che non fanno parte della serata, per motivi logistici, ma per quanto riguarda la parte di violino troviamo sul palco Luca Pesenti, che si dimostra all’altezza pur affrontando un repertorio lontano dalla sua storia personale: una bella sorpresa, così come si è dimostrata efficacissima l’ospitata di Valerio Piccioli, antico membro dei Black Out - nati dalle ceneri del Cerchio nei primi anni ’80 - che ha partecipato al bis, il brano “Crisi”, bonus track dell’album.

Un set bomba e ben congeniato, con un passaggio sui tre album del passato (“Il viaggio di Colombo”, “Dedalo e Icaro”, “Il fuoco sotto la cenere”) e l’approdo graduale al nuovo disco.

La loro storia è condensata in poco più di un’ora, con un omaggio genovese dal profumo “New Trolls”, “Adagio”, un set che, nell’insieme, ha creato dinamicità anche nel pubblico, che ha apprezzato in modo incondizionato.

Il Cerchio è tornato, soffermarsi sui singoli episodi appare inutile a chi scrive, ma a seguire propongo uno stralcio della performance, “Dialogo”, che regalerà uno dei momenti magici della serata.

Ma a proposito di “movimento”, appare vincente la scelta di chiudere con il vecchio “Crisi”, che dal vivo, magari come bis, riesce ad infiammare il pubblico, e non solo quello esigente del prog.

L’album esce anche in uno spettacolare vinile, imperdibile per gli appassionati del genere.

In attesa del concerto ho chiacchierato anche con Gianni Leone, leader del Balletto, con cui ho cercato di tracciare un fil rouge con il precedente evento genovese, quello del 2020 al Porto Antico, quando mi raccontò della sua semina, di cui oggi raccoglie i frutti.

L’album in uscita si intitola “Lemures”, ed il commento è a portata di clic:

https://mat2020.blogspot.com/2023/05/il-balletto-di-bronzo-lemures-di.html

Gianni, tastierista e voce, si è lasciato andare nel racconto, facendo emergere tutte le sue idee e le sue caratteristiche, come si palesa nel video a seguire:

Dunque, vietato parlare di tempistiche, di periodi passati, di distanze temporali, di bridge tra differenti album… resta il fatto che il nuovo lavoro arriva dopo decenni di vuoto, se si fare riferimento al brand “Balletto”.

Ma il momento giusto è arrivato, quello in cui tutte le congiunzioni astrali appaiono favorevoli e, soprattutto, Leone ha trovato due compagni di viaggio eccezionali, il batterista Riccardo Spilli e il bassista Ivano Salvatori, che hanno dimostrato, oggi come nel “mio” precedente live di tre anni fa, di formare con Gianni un supergruppo, virtuosi dello strumento che si inseriscono alla perfezione nel dream team voluto fortemente dal leader.

Un set lunghissimo, che ha permesso di ascoltare la “nuova” faccia del Balletto, una musica che sfugge da ogni definizione, un prog che Leone vede proiettato nel futuro, lontano dagli elementi nostalgici.

La proposta del nuovo album ad un certo punto si interseca con il passato, con “YS”, del 1972, e a quel punto ci si chiede se esista la necessità/voglia di creare dicotomie tra ciò che è stato e ciò che ora è (e sarà), giacché la musica di due ere appare coesistere ed emozionare il pubblico nello stesso modo.

C’è spazio anche per un “Leone autarchico”, nel corso del bis, ma è all’interno del gruppo che emerge la musica totalizzante del Balletto, con un Leone in pieno spolvero, maschera iconica e musicista straordinario: impossibile da rinchiudere in una casella o appiccicargli un’etichetta.

Anche in questo caso propongo una minuscola tessera della performance, tanto per incuriosire, una spinta verso un nuovo progetto, che entrerà nella storia del prog.

Pubblico caldo e numeroso, una bella location e il solito ringraziamento a Black Widow, che si presta e si spende in prima persona in una elaborata e complessa organizzazione di eventi di qualità.

Si ringrazia Ago Sauro per le fotografie gentilmente concesse.