lunedì 22 maggio 2023

La storia dei Fruupp, una grande prog band nordirlandese da riscoprire: intervista al batterista Martin Foye

Non si finisce mai di imparare e scoprire cose “nuove”, come ad esempio i nordirlandesi Fruupp (un grazie a Valentino Butti), persi nei meandri della musica sottovaluta e poco conosciuta.

Dopo aver pubblicato quattro album tra il 1973 e il 1975, la band si sciolse e divenne una nota a piè di pagina dei giorni di gloria del prog. Ma negli ultimi anni c'è stata una rinascita di interesse e le ristampe della loro musica hanno contribuito a diffondere la voce su questa band molto sottovalutata, inclusa la recente pubblicazione di uno spettacolo dal vivo come “Masquerading with Dawn”, perduto del 1975.

Basil Francis, dei TPA ( The Progressive Aspect) ha recentemente parlato con il batterista Martin Foye, della band e della sua storia personale, una esaustiva e lunga intervista che ho tradotto a seguire. 


ARTICOLO ORIGINALE


Ciao! Grazie per aver accettato di fare questa chiacchierata con me.

Nessun problema, è un piacere.

Quando hai iniziato a suonare la batteria?

Ho iniziato quando avevo circa 13 anni. Ho tre fratelli maggiori e due di loro suonavano la chitarra, ma ho optato per la batteria perché il mio eroe era Ringo Starr. Ho risparmiato per comprare le parti del mio primo strumento! In un certo senso, sono contento che sia andata così, perché non ho avuto una batteria completa all'inizio. Ho iniziato con solo un rullante e un paio di bacchette, poi sono passato a un hi-hat e più tardi a una grancassa. Guardo con piacere a quel periodo di difficoltà, perché penso che se avessi avuto subito un kit completo mi sarei illuso di poter fare tutto subito. Imparare solo con alcuni pezzi significava che potevo concentrarmi sulle parti principali della batteria prima di passare ad altre parti.

Io sono un batterista come te!

Fantastico! Batteristi di tutto il mondo unitevi!

La storia divertente sui miei inizi riporta a quando avevo circa 10 anni, quando il mio insegnante di musica pensò che avrei dovuto imparare uno strumento e mi offrì lezioni di sassofono o batteria: scelsi la batteria perché pensavo che fosse più cool e dovevi sederti mentre suonavi. E tu? Cosa ti ha fatto gravitare verso la batteria in particolare?

Ricordo di aver visto una band chiamata Joe McCarthy and the Dixies. Joe McCarthy era una specie di clown batterista. Era incredibile. Lanciava i suoi bastoni e li faceva roteare e tutto il resto. Era più appariscente della batteria, ma colpiva gli spettatori.

Allora mi chiedo se hai sentito parlare di "Drummer at the wrong gig", che è diventato un successo virale su YouTube circa un decennio fa…

Ah, sì. Quel tipo di spettacolarità mi ha davvero fatto ammirare la categoria e mi ha fatto desiderare di diventare io stesso un drummer.



Fruupp si era già formato quando sei entrato a farne parte?

Sì, sono andato a fare un'audizione nel '71 o nel '72. Vincent McCusker, Stephen Houston e Peter Farrelly erano tutti lì. Ricordo di aver pensato che il giovane batterista che era davanti a me suonava in modo incredibile e pensavo di non avere alcuna possibilità, ma alla fine… sono stato fortunato.

A quel tempo c'era un quinto membro della band chiamato Miles McKee, il cui soprannome era "Tinhead". Era il cantante principale. Eravamo in cinque quando siamo andati a Londra. Nel percorso abbiamo incontrato i Thin Lizzy e ho parlato con il batterista Brian Downey. In realtà l'avevo visto suonare a Belfast due settimane prima nel suo tour “Alive and Dangerous”. È stata una bella performance. Sono andato nel backstage per incontrarlo e sono rimasto sorpreso dal fatto che si ricordava di me.

Quando siamo andati a Londra con loro, sono stati così gentili da permetterci di aprire per loro invece del gruppo di supporto che avevano già pianificato, il che ovviamente ci è stato di grande aiuto. A quel concerto, Eddie Kennedy, il manager di Rory Gallagher, un signore di Belfast, disse al nostro manager Paul Charles – Chuck, come lo chiamavamo noi – che la band ce l'avrebbe fatta se avessimo eliminato il cantante principale.

Per me fu molto difficile perché, per alcune settimane, Miles Tinhead era stato con noi e avevo avuto modo di conoscerlo bene. È stata una decisione difficile da prendere, ma una volta fatto, la band si settò molto più velocemente, per qualche strana ragione. A quel punto avevamo davvero interconnesso le nostre teste.

Chi altro incontrasti durante il tour?

Quando abbiamo supportato i Genesis sono diventato molto amico di Phil Collins, un uomo adorabile. Ho parlato molto con lui. Ricordo che durante una conversazione nei camerini, subito dopo un concerto, mi disse che aveva ricevuto un'offerta per unirsi agli Yes, band che ebbe una grande influenza su Vincey, il nostro chitarrista solista. Me lo disse con scioltezza, non che avesse preso una decisione o qualcosa del genere, ma penso che ci stesse pensando. Gli raccontai come mi ero unito alla band e che probabilmente sarei stato l'ultimo a lasciare Fruupp, e così fu! Ma poi Phil decise che sarebbe rimasto con i Genesis e, come sapete, finì per prendere Bill Bruford degli Yes e pochi altri batteristi per suonare la batteria con lui o sostituirlo quando cantava.

Sei rimasto in contatto con Phil?

Nooo, quando sei in viaggio e incontri persone di altre band si è come navi nella notte, e ci si perde, ma ho sempre trovato Phil un gentiluomo totale - tutti lo erano, sai, ma i batteristi tendono a empatizzare con gli altri batteristi. Era molto disponibile e con i piedi per terra.

Credo che abbiate aperto anche per i King Crimson?

Sì, l'abbiamo fatto, in un luogo... non riesco a ricordare bene quando è stato.

Quindi questo significherebbe che hai incontrato anche Bill Bruford?

Potrei averlo fatto, ma ancora una volta, in fondo alla mia mente, ricordo solo alcuni batteristi con cui ho parlato. Non sono sicuro di Bruford però.


Com'è stato il processo di songwriting per i Fruupp?

Penso che Vincey abbia scritto la maggior parte delle strutture, insieme a Stevey. Hanno fornito lo scheletro alle canzoni. Ma non mi hanno mai detto cosa e come suonare, mi hanno solo dato alcune idee. Quello che ricordo è che era un buon modo di lavorare. Non c’è mai stata una parte dominante, del tipo: "Ecco la parte di batteria che vogliamo che tu faccia. Questo è il modo per farlo". Era più "Questa è la traccia, cosa puoi inventare?", che era un modo più bello di lavorare.

Di quale canzone di Fruupp sei più orgoglioso?

Penso “Decision” e credo che sia una gran pezzo. È stato scritto da un nostro amico, Ivan Vallelly, "Touche" lo chiamavamo. Inizialmente era una poesia, e poi Vincey l'ha presa e ci abbiamo aggiunto la musica. Mi piace anche “Annie Austere”. Abbiamo fatto alcune canzoni davvero molto belle.

Sono andato a risentirmi la musica dei Fruupp. È stato molto bello ma al contempo triste, perché riporta alla mente mille ricordi. Inoltre, si notano facilmente i difetti nelle esibizioni, cose che chi non è musicista non sente, ma vorresti poter tornare indietro ed eliminare le imperfezioni.

So esattamente cosa intendi. Una volta, stavo eseguendo “Carry On Wayward Son” sul palco con un mio amico, e poco prima della fine della canzone il supporto del piatto si ruppe e non potei più suonarlo. Non era mai successo in prova ma accadde proprio durante la performance. Pensavo a quante prove avevo fatto per cercare la perfezione, ma se un piatto si rompe non ci si può fare nulla! 



Penso che la vita ci dia grandi lezioni. È un bene che ti sia successo perché è una cosa che ti influenza e che ti porterai dentro per sempre. All'improvviso ti metti a ragionare: "Ora farò così, senza farmi prendere dal panico, non mi fermo, vado avanti. Succede, è già passato, lascia che sia". Tutto questo ti rende più forte come batterista.

Ora ti dico una cosa che potrai usare per colpire i tuoi amici. Puoi fare lo spelling di "drummer"?

D-R-U-M-M-E-R.

Giusto. E ora “music”.

M-U-S-I-C.

Beh, ti sbagli in entrambi i casi, almeno secondo la mia teoria, perché: “drummer” si scrive T-I-M-E, “music” si scrive F-U-N, e se metti insieme i due termini cosa trovi? Un momento divertente!

Ah! Fantastico. Di sicuro lo userò e dirò che me lo hai insegnato tu!


Tra tutte le tue canzoni con Fruupp, quale diresti che è la più difficile da suonare alla batteria?

Oh cavolo, non saprei davvero dirlo”. Erano pezzi piuttosto unici e avevano tutti un'atmosfera diversa. Non si trattava mai di trovare le canzoni difficili da eseguire, ma era interessante la curva di progressione.

Qual è il tuo ricordo preferito del tuo periodo con i Fruupp?

Ovviamente il periodo del primo album. Era un’eccitazione unica e si viveva in pieno fermento creativo. E poi è una sensazione meravigliosa quella di prendere l'album finito, metterlo sul piatto, farlo girare e… abbassare la testina!

Sei stato un fan del prog rock prima di entrare a far parte dei Fruupp?

No, direi che mi è capitato per caso di unirmi a una band prog. Quello che avevo ascoltato sino ad allora erano i miei brani preferiti, di Jimi Hendrix, dei Beatles, degli Stones, dei Kinks, sai… non avevo idea della scena prog. È stato più Vincey McCusker a farmi conoscere band come Yes e Genesis.

È interessante perché sei diventato un fantastico batterista prog, adatto a tanti stili diversi, dotato della potenza necessaria ma anche della necessaria precisione tecnica. È divertente il fatto che tu sei stato un rappresentante del drumming prog pur essendo uno nuovo del genere. Era solo Vincent che spingeva per le canzoni più complesse o anche gli altri membri della band la pensavano allo stesso modo?

Penso che Peter fosse più simile a me. Era sicuramente Vincey a spingere di più, perché molto del materiale era suo - e di Stephen Houston. Stephen aveva più un background classico, avendo suonato nella Belfast Youth Orchestra e i grandi organi nella Ulster Hall.

Questo ha senso perché c'è molta musica classica inserita nei primi due album di Fruupp…

Se ricordo bene, da qualche parte lungo il percorso abbiamo usato un pezzo di musica di Tchaikovsky o qualcosa del genere, e uno dei suoi parenti si è lamentato, ma anche gli Yes hanno usato un po' di musica classica e così hanno fatto anche i King Crimson.

Penso che tu stia parlando di Holst. Gustav Holst e la suite The Planets.

Sì, potrebbe essere, e ciò dimostra la mia rapida incursione nella musica classica!

Va bene, lo so solo perché ho appena scritto la recensione per l’album dal vivo in cui suoni “On a Clear Day”, che contiene quel pezzo. In realtà penso che sia una delle tue canzoni migliori. Come ci si sente a suonare musica classica in formato rock?

È stato davvero bello, perché non mi ero mai dilettato in niente del genere prima e grazie al modo in cui lavoravamo, avevo molta libertà. Quando guardo al passato penso che mi sia stato dato uno spazio per creare quello che avrei voluto e ha funzionato, grazie a Dio ha funzionato.

Abbiamo fatto molte prove all'inizio. Dovevamo conoscere tre nuovi ragazzi - quattro all'inizio se includi Miles McKee - e afferrare la loro musicalità, lavorando a stretto contatto, ed è stato fantastico.

Pensi che essere nei Fruupp ti abbia trasformato in un fan del prog?

Sì, solo dopo essermi unito al gruppo ho iniziato ad ascoltare tutte quelle grandi band, come Yes, Emerson Lake e Palmer e Focus, che abbiamo supportato un paio di volte. All'inizio alcune cose mi sono passate davanti rapidamente ma alla lunga mi sono appassionato al genere.

Quei ricordi tornano a galla. A volte, quando mi ritrovo con i miei amici per una birra, parliamo dei vecchi tempi, dei locali frequentati e cose del genere. Attraverso le loro esperienze è come se qualcuno ti mostrasse una fotografia: all'improvviso, tutte le persone nell’immagine prendono vita e parlandone ritornano i ricordi.

Dimentichi molte cose durante il percorso di vita, e di questo ho parlato con molti musicisti. Quando registri il tuo primo album tutto è ingigantito, e ci vuole tempo imboccare la strada giusta. Ma poi fai un nuovo disco e ti dimentichi del primo, te lo togli dalla testa perché è un’esperienza passata e ora ne sta facendo un’altra. È solo dopo un paio di album che fai qualche bilancio, e la tua memoria torna indietro a quanto è stato fatto.

Questo mi ricorda la volta in cui sono stato al festival High Voltage, nel 2010, dove ho visto Emerson Lake e Palmer proporre l’ultimo loro show. Ero in un ostello economico ed ero esausto, dopo essere stato tutto il giorno in piedi sotto il sole, senza riposare. Mi sono chiesto perché mai mi fossi preso la briga di andarci, e ho iniziato a razionalizzare la cosa, dicendo a me stesso che anche se non mi sentivo in forma in quel momento, stavo creando i presupposti per ritornare a ricordi fantastici. È un'esperienza diversa guardare indietro a un momento del passato piuttosto che viverlo.

Devo anche confessare che ho rischiato di non diventare un fan dei Fruupp, e ti spiego perché. Nel 2010 è stata pubblicata un'antologia chiamata “Wondrous Stories”, una raccolta di 4CD di vari artisti prog rock dagli albori fino ai giorni recenti. Una delle canzoni dei Fruupp era inserita tra “Opening Move” dei Gryphon e “School” dei Supertramp, due canzoni leggendarie di band importanti. Sono rimasto incuriosito dal nome stesso, "Fruupp", che spicca sulla cover. Tuttavia, la canzone in questione era “The Seventh Secret”, una traccia di un minuto con una strana poesia al suo interno. Ho pensato: Che diavolo è questo? Onestamente mi sono scoraggiato, ed è solo per fortuna che mi è capitato di scoprire due CD dei Fruupp in un negozio di Leeds un paio di anni dopo, ricordando il nome e pensando avrei provato ad ascoltarli, seppur con riluttanza : la migliore decisione che abbia mai preso!

Guardando indietro, mi sento come se “The Seventh Secret” fosse la peggiore traccia possibile per rappresentare la band: cosa ne pensi?

Immagino che avresti preferito un'altra traccia, come “Annie Austere” o “Decision”, di sicuro ti avrebbe dato all’impatto un’idea corretta del sound della band.

Si usava fare compilation anche negli anni '60. La mia preferita era “Nice Enough to Eat”.

Stranamente, sono membro di un gruppo su Facebook composto da persone che in comune hanno la condivisione delle gemme del prog, e il nome del gruppo prende il nome da quella compilation!

Hai riascoltato i tuoi vecchi dischi dopo lo scioglimento della band?

Non proprio perché il mondo va avanti, si suona con altre band e si lascia il passato al suo posto, fino a quando arriva qualcosa che ti riporta al tempo che fu.

Cosa hai fatto dopo lo scioglimento della band?

Io e Peter Farrelly siamo sempre stati molto vicini. Abbiamo suonato in alcune band a Londra e dintorni. Una si chiamava The Crowd, con un altro chitarrista di Belfast chiamato Danny McGuiness, per cui eravamo un trio. Peter ha scritto molto materiale, anche io ho scritto alcune cose, però diverse dal genere dei Fruupp. Un sacco di cover dei Beatles, degli Stones, cose che ci piacevano insomma, ed è stato divertente.

Dopo un po' di tempo, visto che non si stava andando da nessuna parte, sono tornato a casa, e poi ho suonato con alcune band in Irlanda, ma niente di così serio e formale come quando ero nei Fruupp.

Quindi non hai mai smesso di suonare?

Mai. Sto ancora suonando! Non si esce mai dal giro. Non credo di aver mai rinunciato, a partire da quel giorno in cui mi trovai al festival dell'Isola di Wight e decisi che volevo diventare un musicista. Quando presi la decisione sapevo che sarebbe stato quello ciò che avrei fatto per il resto della mia vita. Non ho mai appeso i bastoni al chiodo dicendo o pensando: "…quella parte della mia vita è finita".

Pensi che Fruupp sia più popolare ora di quanto non fosse negli anni '70?

Direi sì, perché è divertente il modo in cui le giovani generazioni hanno riscoperto la musica “antica”, come è capitato a te, d’altronde!

Pensi che ci sia stato un tempo in cui nessuno ascoltava musica dei Fruupp, come negli anni '80 e '90?

Certo, sì, perché è solo quando le cose si riscoprono, e si condividono le informazioni, che nasce il coinvolgimento di altre persone.

Quando hai iniziato a notare che le persone tornavano ad ascoltare la musica dei Fruupp?

È merito del mio amico Brian O'Neill. Era molto esperto, mentre io sono un po' un dinosauro quando si tratta di tecnologia. È stato Brian ad accendere di nuovo la fiamma che ha fatto sì che le persone iniziassero a interessarsi a noi.

Hai avuto modo di ascoltare il nuovo album live “Masquerading with Dawn” prima che fosse mixato, o ti è arrivato come pacchetto finale?

Mi è arrivato completato. In realtà, è arrivato prima il singolo “Annie Austere/Decision”. Ero felice! Mi ha lasciato senza fiato perché non ascoltavo quei brani da molto tempo. Ascoltandoli mi sono rinfrescato la memoria, e ho pensato che fossero eccellenti. Ero molto sorpreso, non riuscivo a credere quanto fossero belli.

Era una dimostrazione di quanto all’epoca fossimo sul pezzo. Sono cose che in parte si dimenticano, ma eravamo una band che lavorava sodo, su questo non c'è dubbio. L’ascolto dell’album lo dimostra. Complimenti al produttore e agli ingegneri che l'hanno arrangiato, era solo un nastro ordinario.

Sì, credo che sia stato registrato da uno dei vostri fan…

Ho pensato di lui tutto il bene possibile, dobbiamo dire grazie a lui se abbiamo quella musica.

Come vi siete sentiti ad ascoltare qualcosa rimasto nel dimenticatoio per quasi cinquant'anni?

Molto bene, non c'è dubbio. Per me è stata una vera sorpresa, e sono sicuro che lo è stato anche per il resto dei ragazzi. Era una gemma che era andata persa ed è stata ritrovata.

Pensi che sia una buona rappresentazione della band dal vivo?

Penso che sia buono, non c'è dubbio. È un po’ “fast and furious”!

Era la normalità per la band essere “fast and furious”?

Penso che sia stato un caso e sono rimasto sorpreso. Quando non senti qualcosa per così tanto tempo e poi lo riascolti ti appare come prodotto fresco.

Dal momento che questa registrazione è stata fatta durante il tour di “Modern Masquerades”, riporta alla tua mente qualche ricordo del lavoro con il tastierista John Mason?

Sì, John era molto talentuoso. Era molto diverso da Stephen, devo essere onesto. Penso che Stephen si sia pentito di aver lasciato la band.

Non ricordo bene il motivo per cui se ne andò Stephen...

Trovò la religione come motivo di vita. Per quanto lo riguardava, stavamo suonando la musica del diavolo.

Capisco. Quanto è stato diverso lavorare con John Mason?

Stephen era più orientato verso la musica classica, mentre John era un po' più jazz, almeno credo. Certamente erano come il giorno e la notte, ed è stato un grande cambiamento per tutti noi. Ha fatto un ottimo lavoro e ha scritto delle grandi canzoni... ma per me sarebbe stato meglio se Stevey fosse rimasto con noi.

Volevo chiederti se puoi illuminarmi su ciò che accadde durante la scissione di Fruupp nel 1976, almeno dal tuo punto di vista.

Penso che dovessimo andare ad una sorta di riunione in cui sarebbe stato annunciato lo scioglimento della band. Dovevamo dei soldi alla Dawn Records, e di mezzo c’era il pagamento dei diritti d'autore. Io e Peter non andammo. Credo sia più una domanda per Vincey o a Stevey Houston.

Una volta ufficializzato pensai che fosse così che vanno le cose e che me ne sarei fatto una ragione. Ho lasciato a Paul Charles il compito di analizzare tutto il materiale dei Fruupp e di capire come ristamparlo. Brian O'Neill venne da me e mi chiese se mi dispiacesse questo tipo di indagine, ma lo rassicurai.

Ho sentito che in quel momento c’era un quinto album in lavorazione…

Sì, stavamo per fare qualcosa come l'”Ouverture del 1812” e avremmo usato i cannoni sul palco. Mi pare che l’eseguimmo una volta nel corso del nostro ultimo concerto alla Roundhouse, con una band chiamata Spirit. Avevamo un nuovo tastierista e un ragazzo chiamato Roddy Wilson che era il fratello di John Wilson, il batterista dei Taste e Rory Gallagher. Abbiamo provato tutto, fatto l'intero album e pianificato l’uscita, ma fu l’ultimo concerto e poi ci sciogliemmo…

È un peccato che non ci siano registrazioni di tutto ciò!

Stavo parlando con Vincey del nuovo album dal vivo: è strano che alla fine si possa sentire il pubblico gridare per “Steam Machine”.

L'ho notato anch'io, puoi parlarmene?

Era un pezzo che avevamo preparato, non sono sicuro di quante volte l'abbiamo suonata dal vivo. Non l'abbiamo mai suonata come bis nonostante i fan ce lo chiedessero. Ma non credo che l'abbiamo mai registrata.

Recentemente stavo dicendo a Vincey che assieme a Stevey e a un mio amico dovremmo registrare questa traccia. Vincey era preoccupato che sarebbe stato difficile sostituire Peter Farrelly, che non sta troppo bene, e non crediamo che sarebbe stato in grado di suonarlo. Ecco perché sto cercando di andare a trovarlo a Belfast, per tastare la sua … forma. Ma ho questo amico, Algie Murray, che è un bassista straordinario e un grande cantante. Ho detto a Vincey che avremmo potuto coinvolgerlo per registrare “Steam Machine", e regalarlo agli amici come ringraziamento, pubblicando sul sito dei Fruupp e magari metterlo in vendita.

Penso che gli acquirenti non mancherebbero!

Credo che Vincey sia interessato, perché è felice di tutto ciò che sta accadendo, e sono sicuro che anche Peter lo è.

Ti capita mai di provare le canzoni dei Fruupp a casa?

No, ad essere onesti non proprio, e mi sorprenderebbe se lo facessi. Non so nemmeno se potrei ricordarli. Ma suppongo che riascoltando i dischi, se mi ci mettessi, ce la farei, perché è come andare in bicicletta, cadi e ti rimetti in sella e improvvisamente ti rendi conto di ricordare come si sta in equilibrio e ti dimentichi di cadere.

Hai mai pensato di realizzare tutorial video per YouTube?

Non ci ho mai pensato, ma forse dovrei.

A me interesserebbero sicuramente, ma penso sarebbe la stessa cosa per i fan…

Allora dovrò pensarci bene!

Ascolti qualche band prog moderna?

Onestamente no. Sono più focalizzato sulla musica delle band del passato che mi sono sempre piaciute. Non credo di aver ascoltato nuove band negli ultimi vent'anni.

Hai qualche messaggio per i fan del gruppo?

Li ringrazio di cuore per il loro interesse per la band. Ci ha toccato il cuore sapere del loro apprezzamento verso di noi e siamo contenti che si divertano. Per noi è cosa bella e inaspettata, e senza di loro nulla sarebbe accaduto.

Cosa diresti a coloro che desiderano e sperano in una reunion?

Beh, non si sa mai cosa potrà accade in futuro, ma speriamo che lungo la strada qualcosa di positivo accada.

Una nota a parte… hai visto “Derry Girls”? (serie televisiva britannica ambientata a Derry, Irlanda del Nord, durante i movimentati anni '90. N.d.r.)

Oh sì, è fantastico, e mi immedesimo! Ecco esattamente come sono quelli di Derry, che è una città di grande talento; un sacco di grandi band e musicisti sono usciti da Derry. “Derry Girls” è fantastico e dà un’idea dell’umorismo locale.

Qual è il futuro di Martin Foye?

Sto lavorando con alcuni amici e sto pensando di fare un nuovo album, ma sarà materiale nuovo, non come Fruupp. Tutto originale!

C'è già un nome per questo progetto?

No, non proprio, staremo a vedere.

Grazie per la chiacchierata Martin.

È stato un piacere. Chiamami di nuovo presto!

Un po’ di storia…

I Fruupp sono stati un gruppo rock progressivo degli anni '70, nato a Belfast, nell'Irlanda del Nord, che ha ottenuto un grande eco in Gran Bretagna, in particolare nella scena studentesca e come band di supporto, aprendo i concerti per Genesis, Queen e King Crimson.

Il gruppo fu creato dal chitarrista Vincent McCusker all'inizio del 1971 a Belfast, ed era composto principalmente da musicisti di formazione classica: Peter Farrelly (basso e voce solista), Stephen Houston (tastiere e oboe) e Martin Foye (batteria e percussioni).

Dopo due anni di esibizioni, crearono un demo tape e furono messi sotto contratto dalla Pye Records per la loro etichetta di musica underground e rock progressivo Dawn Records.

Tra il 1973 e il 1975 il gruppo pubblicò quattro album in studio e tre singoli. Nonostante avessero suonato in centinaia di concerti nel Regno Unito e nell'Europa continentale, durante questo periodo non è stato pubblicato alcun album live (sebbene esistano registrazioni bootleg del pubblico di spettacoli dal vivo in Inghilterra e Irlanda).

Il concerto al club Friars Aylesbury del 6 dicembre 1975 fu registrato utilizzando un'unità mobile, per un possibile album “Live at Friars Aylesbury”, ma i nastri master furono successivamente distrutti da un incendio nell'appartamento che i musicisti condividevano a Peckham, Londra.

Nel gennaio 1975 il tastierista e oboista Stephen Houston lasciò la band e divenne un sacerdote. Fu sostituito da John Mason, con cui i Fruupp registratono il loro ultimo album, “Modern Masquerades” (1975), prodotto dal polistrumentista Ian McDonald (fondatore dei King Crimson e dei Foreigner). Sebbene la band stesse lavorando al quinto album “Doctor Wilde's Twilight Adventure” nel 1976, le scarse vendite di dischi insieme all'avvento del movimento punk/new wave causarono lo scioglimento dei Fruupp alla fine dell'anno.

Nel 2022 è stato pubblicato un nuovo doppio album live per l'etichetta Bad Pressings, intitolato “Masquerading With Dawn”. Presenta la stessa performance del 6 dicembre 1975 che era stata originariamente prevista per la pubblicazione: la registrazione, appena scoperta, è stata rimasterizzata e pubblicata in edizione limitata.

Formazione

Vincent McCusker - chitarra, voce (1971-1976)

Peter Farrelly - basso, chitarra, voce solista (1971-1976)

Martin Foye - batteria, percussioni (1971-1976)

Stephen Houston - tastiere, oboe, voce (1971 - gennaio 1975)

John Mason - tastiere, vibrafono, voce (gennaio 1975-1976)

 

Discografia

Album in studio

Future Legends (Dawn, 5 ottobre 1973)

Seven Secrets (Dawn, 19 aprile 1974)

The Prince of Heaven's Eyes (Dawn, 8 novembre 1974)

Modern Masquerades (Dawn, 14 novembre 1975)

 

Compilations

Songs for s Thought (Sequel, 1992)

It's All Up Now: Anthology (Castle Music, 1 novembre 2004)

 

Singoli

"The Prince of Darkness" / "Annie Austere" (Dawn, 11 ottobre 1974)

"Prince of Heaven" / "The Jaunting Car" (Dawn, 18 ottobre 1974)

"Janet Planet" / "Why" (Pye, 24 ottobre 1975)

 

Live

Masquerading with Dawn - materiale d'archivio registrato il 6 dicembre 1975 (2022)