Note Ruvide è l’album d’esordio dei Fumonero, band genovese di recente nascita, ma composta da musicisti di buona esperienza e provato lavoro sul campo.
Nello scambio di
battute a seguire il gruppo si racconta, permettendo di captare elementi utili alla comprensione del mondo
musicale ideato, certamente immediato, ma sufficientemente articolato da
richiedere un minimo di analisi e spiegazione.
Siamo al cospetto di
puro rock, con tutte le diramazioni del caso… dal blues alla ballad di
atmosfera, mantenendo sempre una discreta “durezza”, bilanciata episodicamente
da sonorità decisamente riflessive.
Dalle loro parole
emerge che “Note Ruvide è un disco
piuttosto eterogeneo…”, ma nonostante la diversificazione della proposta
trovo una certa concettualità che supera le varianti ritmiche, un filo
conduttore dove l’amore di una vita, il rock appunto, diventa il mezzo e non il
fine, perché esiste una buona determinazione nel lanciare il messaggio chiaro e
diretto.
C’è attenzione per gli
aspetti sociali e per i malesseri quotidiani, per i sentimenti contrastanti che
regolano le nostre vite, per il torpore che annebbia i riflessi, per la
capacità estrema di non prendere decisioni, frenati da paura e pigrizia.
E che cosa meglio della
musica può urlare la sofferenza, diventando al contempo veicolo e valvola di
sfogo?
I Fumonero propongono un viaggio che parte da una pellicola in bianco
e nero - ideale colonna sonora di sceneggiati televisivi anni ’70 -, l’unico
strumentale dell’album, Lucida illusione, per terminare con Utopia, quello che considero un gioiellino,
per costruzione lirica e capacità di colpire all’impatto.
Tra capo e coda c’è
tutto un mondo, con episodi che permettono di fruire di momenti più “leggeri” -
il video relativo al brano Guendalina ne è un esempio -
alternati ad un certo rigore intellettuale che non consente banali cedimenti, ma
il denominatore comune, il vero DNA di questa band, è un sano hard rock, che
utilizza la lingua italiana, ma che si rifà a modelli anglosassoni consolidati,
e c’è da supporre che le esibizioni live siano concentrati di pura energia.
Inutile fare opera di
comparazione e scomodare modelli di riferimento, perché se è vero che la
conoscenza della cultura musicale del passato lascia tracce indelebili, è altrettanto
vero che i Fumonero riescono a fornire i loro tratti personali, e questo si
traduce in originalità del prodotto finale.
Nell’album si
segnalano un paio di ospiti, il rapper Nefercamon
- nel brano Fumo nero - e il savonese Davide
Garbarino - di “mestiere” tastierista e vocalist - nella traccia Come
neve al sole.
E’ dura, di questi
tempi, la vita dei musicisti che non scendono a compromessi e restano fedeli al
proprio credo musicale, e non è facile riuscire ad ottenere la giusta
visibilità: i Fumonero non inventano nulla, ma caratterizzano il loro lavoro con il tocco che permette la
creazione di un brand, di una tipizzazione che rende la loro musica accoppiata
ad un marchio riconoscibile e questo, col passare del tempo, potrebbe fare la
differenza.
Esordio che fa ben
sperare!
L’INTERVISTA
Come, quando e dove nascono i Fumonero?
Siamo a Genova, verso la metà del 2012. Dopo aver condiviso
altre esperienze musicali, il cantante Simone “Seth” Borsellini e il
chitarrista Alessio Pucciano decidono di formare una nuova band di inediti rock
cantati in italiano. Subito si unisce Andrès Coronado, chitarrista acustico,
che partecipa alla stesura dei primi brani. Un attimo dopo la formazione si
completa con l’arrivo di Patrick Suffia alla chitarra, seguito da Mirko
Fallabrino al basso e Marco Pendola alla batteria. Si crea immediatamente
l’affiatamento giusto per arrangiare i nuovi pezzi e nel giro di pochi mesi ci
si ritrova sul palco per il primo live. Da allora sono trascorsi più di due
anni, abbiamo fatto più di 50 concerti dal vivo e registrato un album in
studio, ma la passione è rimasta la stessa di quando abbiamo cominciato.
Che tipo di passione accomuna i componenti della band? Avete
un riferimento artistico su cui concordate?
Ciò che ci accomuna a livello di gusti musicali è senza
dubbio il rock nelle sue varie sfumature, ognuno di noi ha poi delle preferenze
che spaziano dall’heavy metal all’indie, con tutto ciò che si può trovare nel
mezzo. Non c’è un artista in particolare a cui ci ispiriamo, o almeno non uno
soltanto. Piuttosto le nostre influenze individuali sono come tanti tasselli
che vanno a formare il sound dei Fumonero,
da cui emergono aspetti differenti del nostro background musicale.
Provate a spiegare a parole la vostra musica, a chi ancora
non l’ha conosciuta.
Quello dei Fumonero
è sostanzialmente un rock diretto e di impatto, che dà ampio spazio alla
melodia senza trascurare le ritmiche trascinanti tipiche di questo genere, e si
apre in alcuni punti a contaminazioni acustiche ed elettroniche. Trasmettiamo
il nostro messaggio cercando di trovare gli arrangiamenti più adatti ad
accompagnare il significato delle parole, e il più delle volte lo facciamo
attraverso un suono potente ma ricercato allo stesso tempo.
Spesso il nome di una band, anche quando nasce casualmente,
cela un concetto condiviso preciso: perché Fumonero?
Il “fumo nero” da cui il gruppo prende il nome fa riferimento
a una metafora che sta a indicare il flusso di disinformazione alimentato dai
media e generato dall’ignoranza, intesa non tanto come mancanza di istruzione,
ma piuttosto come l’atteggiamento di chi segue ciecamente i precetti che gli
vengono imposti in maniera più o meno esplicita, senza porsi nessuna domanda a
riguardo. L’indifferenza, l’accettazione passiva di verità costruite su misura,
il ricorso alla violenza e all’odio per mascherare la povertà d’intelletto,
sono tutte manifestazioni del “fumo nero” che ci circonda e ci impedisce di
vedere le cose come sono realmente.
Il vostro album di esordio si intitola “Note Ruvide”: qual è
l’anima del disco? Quali i messaggi?
Note Ruvide è un disco piuttosto eterogeneo, che racconta le varie sfaccettature della
nostra anima rock. All’interno dell’album si possono trovare brani allegri e
spensierati, come nel caso del singolo Guendalina,
alternati ad altri più cupi e impegnati, come la canzone Fumo nero. Tra questi due estremi si collocano poi le altre tracce,
che alternano momenti quasi cantautoriali con parti veloci e tirate tipiche
dell’hard rock di matrice anglosassone.
Siete soddisfatti, ad oggi, delle vendite?
Considerando il momento di crisi del mercato musicale (e non
solo!) che stiamo attraversando, siamo molto soddisfatti del nostro piccolo
risultato. Inoltre, anche se Note Ruvide
si può trovare in alcuni negozi sparsi per l’Italia, non abbiamo alle spalle
una vera distribuzione capillare sul territorio, quindi possiamo contare
praticamente soltanto sulle copie che vendiamo ai nostri concerti. Nonostante
tutto, a distanza di qualche mese dall’uscita abbiamo dovuto ordinare una
ristampa dell’album e la cosa ci rende particolarmente orgogliosi.
Come giudicate lo stato della musica nella vostra città, Genova,
e più in generale in Italia?
Genova è una città molto attiva dal punto di vista musicale e
ci sono un sacco di band validissime che meritano davvero di essere seguite con
attenzione, come White Mosquito, Aphoria, 4 Monkeys, Cardiophonic, solo per citarne
alcune. Purtroppo spesso mancano le situazioni per suonare brani originali, che
si riducono a quei tre o quattro locali che ancora credono nella musica
emergente inedita. Nelle altre zone d’Italia in cui ci è capitato di suonare
abbiamo notato che la situazione non è molto diversa, in questo periodo c’è in
generale scarsa attenzione per la musica dal vivo. Per fortuna però c’è anche
chi continua a darsi da fare in questo senso, e tra musicisti, locali e
organizzatori ci si dà una mano a vicenda promuovendo eventi e scambi date.
Che cosa accade nei live dei Fumonero? Esiste una buona interazione col pubblico?
Durante i nostri concerti si crea sempre una forte empatia
con il pubblico, soprattutto grazie al carisma del nostro frontman, che è in
grado di coinvolgere i presenti in ogni situazione. Dal punto di vista dello
spettacolo, stiamo dando molta importanza anche all’impatto visivo oltre che
alla musica, attraverso la scelta di un look particolare, trucchi ed effetti di
scena come luci led e macchine del fumo.
So che avete realizzato un video clip del brano “Guendalina”:
quanto pensate sia importante l’aspetto visual nella pubblicizzazione di un
lavoro musicale?
Nell’era di You Tube il videoclip rappresenta uno strumento
molto importante, poiché può essere potenzialmente diffuso in tutto il mondo
con un semplice clic. Per noi band emergenti la difficoltà principale sta nel
recuperare i fondi per ottenere un prodotto di alta qualità e per promuoverlo a
dovere. Per quanto ci riguarda comunque cerchiamo sempre di fare il massimo con
i mezzi che abbiamo a disposizione.
Che cosa vorreste accadesse ai Fumonero nei prossimi… tre anni?
TRACKLIST
01 Lucida
illusione
02 Re del
nulla
03 Catene
04
Guendalina
05 Fumo nero
06 Come neve
al sole
07 100 % ira
08 A pesca
di cadaveri
09 Utopia
Membri:
Simone Seth Borsellini-voce
Alessio
Pucciano-chitarra/voce
Patrick
Suffia-chitarra
Mirko
Fallabrin-basso
Marco
Pendola-batteria
INFO