lunedì 7 dicembre 2015

Fumonero-"Note Ruvide"


Note Ruvide è l’album d’esordio dei Fumonero, band genovese di recente nascita, ma composta da musicisti di buona esperienza e provato lavoro sul campo.
Nello scambio di battute a seguire il gruppo si racconta, permettendo di captare  elementi utili alla comprensione del mondo musicale ideato, certamente immediato, ma sufficientemente articolato da richiedere un minimo di analisi e spiegazione.
Siamo al cospetto di puro rock, con tutte le diramazioni del caso… dal blues alla ballad di atmosfera, mantenendo sempre una discreta “durezza”, bilanciata episodicamente da sonorità decisamente riflessive.
Dalle loro parole emerge che “Note Ruvide è un disco piuttosto eterogeneo…”, ma nonostante la diversificazione della proposta trovo una certa concettualità che supera le varianti ritmiche, un filo conduttore dove l’amore di una vita, il rock appunto, diventa il mezzo e non il fine, perché esiste una buona determinazione nel lanciare il messaggio chiaro e diretto.
C’è attenzione per gli aspetti sociali e per i malesseri quotidiani, per i sentimenti contrastanti che regolano le nostre vite, per il torpore che annebbia i riflessi, per la capacità estrema di non prendere decisioni, frenati da paura e pigrizia.
E che cosa meglio della musica può urlare la sofferenza, diventando al contempo veicolo e valvola di sfogo?
I Fumonero propongono un viaggio che parte da una pellicola in bianco e nero - ideale colonna sonora di sceneggiati televisivi anni ’70 -, l’unico strumentale dell’album, Lucida illusione, per terminare con Utopia, quello che considero un gioiellino, per costruzione lirica e capacità di colpire all’impatto.
Tra capo e coda c’è tutto un mondo, con episodi che permettono di fruire di momenti più “leggeri” - il video relativo al brano Guendalina ne è un esempio - alternati ad un certo rigore intellettuale che non consente banali cedimenti, ma il denominatore comune, il vero DNA di questa band, è un sano hard rock, che utilizza la lingua italiana, ma che si rifà a modelli anglosassoni consolidati, e c’è da supporre che le esibizioni live siano concentrati di pura energia.
Inutile fare opera di comparazione e scomodare modelli di riferimento, perché se è vero che la conoscenza della cultura musicale del passato lascia tracce indelebili, è altrettanto vero che i Fumonero riescono a fornire i loro tratti personali, e questo si traduce in originalità del prodotto finale.
Nell’album si segnalano un paio di ospiti, il rapper Nefercamon - nel brano Fumo nero - e il savonese Davide Garbarino - di “mestiere” tastierista e vocalist - nella traccia Come neve al sole.
E’ dura, di questi tempi, la vita dei musicisti che non scendono a compromessi e restano fedeli al proprio credo musicale, e non è facile riuscire ad ottenere la giusta visibilità: i Fumonero non inventano nulla, ma caratterizzano il loro lavoro con il tocco che permette la creazione di un brand, di una tipizzazione che rende la loro musica accoppiata ad un marchio riconoscibile e questo, col passare del tempo, potrebbe fare la differenza.
Esordio che fa ben sperare!



L’INTERVISTA

Come, quando e dove nascono i Fumonero?

Siamo a Genova, verso la metà del 2012. Dopo aver condiviso altre esperienze musicali, il cantante Simone “Seth” Borsellini e il chitarrista Alessio Pucciano decidono di formare una nuova band di inediti rock cantati in italiano. Subito si unisce Andrès Coronado, chitarrista acustico, che partecipa alla stesura dei primi brani. Un attimo dopo la formazione si completa con l’arrivo di Patrick Suffia alla chitarra, seguito da Mirko Fallabrino al basso e Marco Pendola alla batteria. Si crea immediatamente l’affiatamento giusto per arrangiare i nuovi pezzi e nel giro di pochi mesi ci si ritrova sul palco per il primo live. Da allora sono trascorsi più di due anni, abbiamo fatto più di 50 concerti dal vivo e registrato un album in studio, ma la passione è rimasta la stessa di quando abbiamo cominciato.  

Che tipo di passione accomuna i componenti della band? Avete un riferimento artistico su cui concordate?

Ciò che ci accomuna a livello di gusti musicali è senza dubbio il rock nelle sue varie sfumature, ognuno di noi ha poi delle preferenze che spaziano dall’heavy metal all’indie, con tutto ciò che si può trovare nel mezzo. Non c’è un artista in particolare a cui ci ispiriamo, o almeno non uno soltanto. Piuttosto le nostre influenze individuali sono come tanti tasselli che vanno a formare il sound dei Fumonero, da cui emergono aspetti differenti del nostro background musicale.

Provate a spiegare a parole la vostra musica, a chi ancora non l’ha conosciuta.

Quello dei Fumonero è sostanzialmente un rock diretto e di impatto, che dà ampio spazio alla melodia senza trascurare le ritmiche trascinanti tipiche di questo genere, e si apre in alcuni punti a contaminazioni acustiche ed elettroniche. Trasmettiamo il nostro messaggio cercando di trovare gli arrangiamenti più adatti ad accompagnare il significato delle parole, e il più delle volte lo facciamo attraverso un suono potente ma ricercato allo stesso tempo.

Spesso il nome di una band, anche quando nasce casualmente, cela un concetto condiviso preciso: perché Fumonero?

Il “fumo nero” da cui il gruppo prende il nome fa riferimento a una metafora che sta a indicare il flusso di disinformazione alimentato dai media e generato dall’ignoranza, intesa non tanto come mancanza di istruzione, ma piuttosto come l’atteggiamento di chi segue ciecamente i precetti che gli vengono imposti in maniera più o meno esplicita, senza porsi nessuna domanda a riguardo. L’indifferenza, l’accettazione passiva di verità costruite su misura, il ricorso alla violenza e all’odio per mascherare la povertà d’intelletto, sono tutte manifestazioni del “fumo nero” che ci circonda e ci impedisce di vedere le cose come sono realmente.

Il vostro album di esordio si intitola “Note Ruvide”: qual è l’anima del disco? Quali i messaggi?

Note Ruvide è un disco piuttosto eterogeneo, che racconta le varie sfaccettature della nostra anima rock. All’interno dell’album si possono trovare brani allegri e spensierati, come nel caso del singolo Guendalina, alternati ad altri più cupi e impegnati, come la canzone Fumo nero. Tra questi due estremi si collocano poi le altre tracce, che alternano momenti quasi cantautoriali con parti veloci e tirate tipiche dell’hard rock di matrice anglosassone.

Siete soddisfatti, ad oggi, delle vendite?

Considerando il momento di crisi del mercato musicale (e non solo!) che stiamo attraversando, siamo molto soddisfatti del nostro piccolo risultato. Inoltre, anche se Note Ruvide si può trovare in alcuni negozi sparsi per l’Italia, non abbiamo alle spalle una vera distribuzione capillare sul territorio, quindi possiamo contare praticamente soltanto sulle copie che vendiamo ai nostri concerti. Nonostante tutto, a distanza di qualche mese dall’uscita abbiamo dovuto ordinare una ristampa dell’album e la cosa ci rende particolarmente orgogliosi.

Come giudicate lo stato della musica nella vostra città, Genova, e più in generale in Italia?

Genova è una città molto attiva dal punto di vista musicale e ci sono un sacco di band validissime che meritano davvero di essere seguite con attenzione, come White Mosquito, Aphoria, 4 Monkeys, Cardiophonic, solo per citarne alcune. Purtroppo spesso mancano le situazioni per suonare brani originali, che si riducono a quei tre o quattro locali che ancora credono nella musica emergente inedita. Nelle altre zone d’Italia in cui ci è capitato di suonare abbiamo notato che la situazione non è molto diversa, in questo periodo c’è in generale scarsa attenzione per la musica dal vivo. Per fortuna però c’è anche chi continua a darsi da fare in questo senso, e tra musicisti, locali e organizzatori ci si dà una mano a vicenda promuovendo eventi e scambi date.

Che cosa accade nei live dei Fumonero? Esiste una buona interazione col pubblico?

Durante i nostri concerti si crea sempre una forte empatia con il pubblico, soprattutto grazie al carisma del nostro frontman, che è in grado di coinvolgere i presenti in ogni situazione. Dal punto di vista dello spettacolo, stiamo dando molta importanza anche all’impatto visivo oltre che alla musica, attraverso la scelta di un look particolare, trucchi ed effetti di scena come luci led e macchine del fumo.

So che avete realizzato un video clip del brano “Guendalina”: quanto pensate sia importante l’aspetto visual nella pubblicizzazione di un lavoro musicale?

Nell’era di You Tube il videoclip rappresenta uno strumento molto importante, poiché può essere potenzialmente diffuso in tutto il mondo con un semplice clic. Per noi band emergenti la difficoltà principale sta nel recuperare i fondi per ottenere un prodotto di alta qualità e per promuoverlo a dovere. Per quanto ci riguarda comunque cerchiamo sempre di fare il massimo con i mezzi che abbiamo a disposizione.

Che cosa vorreste accadesse ai Fumonero nei prossimi… tre anni?

Un tour negli stadi e milioni di dischi venduti! Scherzi a parte, nei prossimi anni abbiamo intenzione di continuare il percorso che abbiamo iniziato, cercheremo di farci conoscere più possibile dal vivo, magari anche aprendo i concerti di artisti già affermati, come è accaduto nell’ultimo anno con Punkreas, Omar Pedrini e Povia. Come lavoro in studio stiamo arrangiando i brani che andranno a comporre il nostro secondo album, e ci auguriamo di poterlo pubblicare prima possibile.


TRACKLIST

01 Lucida illusione
02 Re del nulla
03 Catene
04 Guendalina
05 Fumo nero
06 Come neve al sole
07 100 % ira
08 A pesca di cadaveri
09 Utopia

Membri:
 Simone Seth Borsellini-voce
Alessio Pucciano-chitarra/voce
Patrick Suffia-chitarra
Mirko Fallabrin-basso
Marco Pendola-batteria

INFO