martedì 1 maggio 2012

Mario Andrea Morbelli-Indagine in 5/4



Ho conosciuto un paio di mesi fa, ad Alessandria, Mario Morbelli, autore dell’iniziativa di cui mi appresto a parlare.
In quell’occasione fu l’originale e apprezzato conduttore della presentazione di “Cosa resterà di me?”, il contenitore musicale che oltre alla mie presenza e a quella di Max   Pacini, gli autori, prevedeva, nell’occasione, la partecipazione/organizzazione di Luca Olivieri, uno dei pilastri del progetto, e colonna sonora della serata.
Per inciso, Luca Olivieri è uno dei protagonisti (3° DVD) di“Indagini in 5/4”, il docufilm che Morbelli ha realizzato in collaborazione con Impressioni Grafiche.
Ma chi è sinteticamente Mario? Di cosa si occupa quotidianamente?
Scrittore, poeta, musicista (rapper), giornalista, pittore, documentarista, esperto di cinema, produttore di cortometraggi e… chissà quante altre cose!
Ad Alessandria ho apprezzato la sua acutezza giornalistica e la capacità di interpretare i dettagli, espandendoli sino ad arrivare al reale significato delle cose.
Dopo qualche giorno ho toccato con mano altre sue positive peculiarità, perché il movie da lui realizzato è qualcosa di estremo valore, frutto di un grande lavoro di squadra, e probabilmente una novità assoluta, almeno in campo nazionale.
Sono a conoscenza di libri che tracciano la mappa musicale della nostra penisola, con la caratterizzazione della singola regione -o città- e l’abbinamento ad una particolare scuola musicale ma, data la vastità dell’argomento la luce si diffonde normalmente solo su gli artisti più conosciuti. Altra cosa è l’indagine di Mario, e vedremo il motivo.
Non sono in grado di giudicare il risultato dal mero punto di vista tecnico, ma nemmeno mi sforzo di capire/indagare, essendo la parte che mi interessa di meno: ciò che alla fine mi rimane è il contenuto, il messaggio e gli spunti per le riflessioni personali, e “Indagine in 5/4” me ne ha forniti a iosa.

La storia in pillole.

Oggetto: analisi della scena musicale dal 1980 al 2011.
Luogo: Acqui Terme.
Punto di partenza: Le stanze di via Nizza, place to play and much more.
Protagonisti al lavoro: un video reporter, Mario Morbelli, un conduttore, Enrico Di Marzio, due detective, Maurizio e Massimo  Novelli,  e un dj shock (?), Matteo Vela.
Musicisti: Knot Tolouse - Madrigali Magri - Sanlait - From Our Side - Funny Farm - P.C.G. - Blade Runner - Walter Cirio / Cicles Orchestra, Clorophyilla - De Clo - Buona Audrey - Blu Neva - Federico Reggio (NEW) - Tom Ton Band - Tristessawharrol - Esperia / Nemowebern - Rebi(r)t, Yo Yo Mundi - Thomas - Deimos - Luca Olivieri - Tennis - Alessandro Bellati, Zotto - Waves - Greta e Le Greche - Beppe Malizia (Matiz) E I Ritagli Acustici - Tomakin - Factory - Nonostante Clizia - Big Bubble Nerds - Mirror Kissers - Bullet Trotter.

Accidenti, e io che pensavo solo a gli Yo Yo Mundi!

Beh, nonostante la mia assidua frequentazione musicale e la voglia di continuo aggiornamento, sono convinto che il mio stato di non conoscenza sarebbe tale in molteplici situazioni regionali/provinciali, vista la varietà e la quantità di piccole e grandi realtà locali che, a volte per scelta e altre per mancanza di autostima, non emergono e di fatto mai supereranno i confini cittadini.
Ma ho scoperto che Acqui è un mondo a parte e che la mia ignoranza -quanto mi duole usare questo termine quando l’argomento è la musica!- ha a che fare con il DNA degli acquesi.
Mi ha colpito una frase, dove il musicista di turno racconta di come non abbia mai trovato nel corso della vita nessun luogo così pieno di fervore musicale, una città dove il rapporto abitanti /musicisti è elevatissimo (forse il più alto d’Italia), eppure… le caratteristiche personali di chi è nato e vissuto nella zona, la cultura del luogo, oggi come trent’anni fa, potrebbero essere il freno a mano tirato, messo lì a posta per autorallentarsi o impedire l’evoluzione totale. E qualcuno lo racconta con evidente rammarico, con la tristezza di chi è conscio di trovarsi al cospetto di enormi potenzialità mai espresse appieno, e la certezza che molte occasioni siano state sprecate. E di treni diretti verso il sole ne passano ben pochi nella vita!
Le storie di musica si intrecciano con quelle personali, e l’analisi che ne deriva supera il fatto musicale ed assume i connotati dell’indagine sociologica, in una zona del Piemonte dove la naturale evoluzione dei tempi sembra non intaccare idee e comportamenti  ben radicati.
L’attenzione, lo stupore e la voglia di approfondire che ho provato-ho contattato ad esempio la cantante Roberta Avigo- ha avuto come binario parallelo quello della tristezza continua. Sarà forse l’inverno piemontese che ben conosco, sarà il buio della sera, sarà il freddo che dal video aggredisce l’osservatore sul divano, sarà l’argomento trattato, sarà la naturale immedesimazione, ma… il mood grigio non mi ha mai abbandonato, anzi, si è ripresentato con puntualità ogni volta che ho inserito, a distanza di qualche giorno, il nuovo DVD. Non è colpa di Mario, o forse sì… magari è quello che voleva suscitare, o forse fa parte di Acqui, quella città dove… “… ci avete fatto caso? In auto è facilissimo entrarci e poi non si sa più come uscirne!”.
Come ho accennato in precedenza, la base di partenza sono le stanze di via Nizza-  spazio in cui la musica prolificava-, ora chiuso, con il grave rischio che, in mancanza di “reperti”,  morisse anche il loro significato storico e sociale. Come Enrico Di Marzio sottolinea, “… là dentro si faceva nient’altro che cultura…”, e la cultura si tramanda, e resiste all’usura del tempo, per mezzo delle testimonianze tangibili. Grande merito a Morbelli che, cogliendo l’attimo giusto, ha elencato e interpretato un pezzo di storia della sua terra.
La musica è storia? La musica è un mestiere?
Ancora tristezza nel vedere sul volto e nei pensieri di altri, il fuggire dei lustri… anche miei.
Artisti che raccontano cosa sia  stato il passato, e lo fanno con amari sorrisi - quando i sorrisi ci sono- sulle labbra. Segni del tempo sul fisico, tanti rimpianti e rammarici, con la voglia di ricordare gli intrecci di uomini e donne di band differenti, che prima o poi, ad Acqui, si sono incontrati.
Fidanzate che per reazione si mettono a suonare, fidanzati che rimembrano la tournèe estera, musicisti che ancora ci provano, tra la professione e il passatempo.
Nomi sconosciuti -quasi tutti-, e storie di vite variegate,  quelle degli intervistati, che dimostrano differenti voglie di parlare/ricordare.
Raccolgo un’immagine che utilizzo come simbolo, raccontata in modo egregio da Mario nel booklet che accompagna il DVD: quella degli ZOTTO.
La musica suonata non c’entra, perché l’intento dell’opera non era arrivare all’ascolto dimostrativo, ma solo presentare stralci di completamento, di tanto in tanto. Ciò che mi ha colpito è la situazione.
Un gruppo “colto” - spesso il jazz è scelta colta- che rientra dopo anni in una grande villa con parco,  infarcita di pezzi di passato, simbolo di ricchezza e decadenza, e antico luogo di performance isolate. Sembra una reunion (s)felice  alla Verdone, con i protagonisti che dimostrano una certa euforia, come quando si ritrova la scena dopo un lungo silenzio, e intrecciano caoticamente le loro risposte. Sono forse professionisti stimati- tranne uno che è… un musicista!-, eppure gli occhi brillano dal video, nel momento del ricordo. Le stanze -almeno quella un tempo dedicata alla musica- sono fatiscenti, ed è toccante vedere le tastiere  impolverate e occupate da materiale “fuori tema”. Una vita è passata, tra scelte corrette ed errori, ma la grande villa con parco sembra il luogo in cui tutto può rinascere, e… “lo sapete che il 30 aprile abbiamo una data?!! E la vita ricomincia.

La zona cronologica che più mi ha coinvolto dell’analisi di Morbelli è quella relativa allo scorso secolo, quella, ad esempio, dei Knot Toulouse, dei Madrigali Magri, di Greta e le Greche, o di Walter Cirio, il genio e sregolatezza che, “nascosto” nel pieno centro della sua città, potrebbe far  uscire da un momento all’altro un nuovo coniglio dal vecchio cilindro.
La mia  preferenza temporale non è relativa alla qualità della proposta, ma l’esperienza, rispetto alla novità, è molto più fascinosa da “leggere”.
Accentuare il ruolo di Yo Yo Mundi è d’obbligo, ma solo per completezza di analisi, per stabilire che esiste  la solita eccezione alla regola - della visibilità in questo caso-, essendo l’intera indagine lontana dall’elencare graduatorie di merito.
L’opera è pervasa da un forte senso di autocritica, ed è quasi doloroso ascoltare la voce di chi, come citavo poc’anzi, s’illumina al pensiero dell’alta densità musicale della propria città, e subito dopo sottolinea che, a distanza di anni, dopo un’importante assenza, si ritrova al ritorno quel senso di “chiusura” che forse, azzardo, era stato la causa dell' allontanamento.
E i giovani che dicono? Beh, c’è chi è ancora indeciso tra Beatles e Stones (Factory) e chi (Nonostante Clizia)  suggerisce la strada per “smuovere il movimento”, o almeno per dare l’esempio, criticando la staticità di chi si accontenta di suonare ogni sabato nello stesso posto, perché “… bisogna guardare oltre…” e combattere l’immobilismo atavico.

Il lavoro di Mario Morbelli e dei suoi compagni di viaggio mi ha lasciato qualcosa di importante. Sono sempre alla ricerca di storie da raccontare e itinerari di vita particolari, assolutamente certo che - ne ho le prove- ogni essere umano  abbia una bella, densa  e condivisibile biografia da scrivere. Se poi la base di partenza è la musica, mia primaria passione, le riflessioni si moltiplicano.
Ho provato a pensare a cosa potrebbe emergere, se per ogni città d’Italia qualcuno svolgesse il ruolo che ha assunto Morbelli nella sua “Indagine in 5/4.
Enormi potenzialità inespresse, un sottobosco inesplorato e pieno di sorprese positive e, forse, un reale contributo al “disegno” culturale del nostro paese.
Ma leggiamo il pensiero di Mario, che spontaneamente ringrazio per il suo lavoro.



 Le stanze di via Nizza


Lo scambio di battute…

Ho letto di come l’idea di avventurarti in questa ricerca sia sta casuale, ma suppongo che la voglia di indagare covasse in te da tempo, magari una curiosità latente che aveva bisogno di una scintilla. Come sono andate le cose, analizzate a distanza di un po’ di qualche mese?

Sono cresciuto in mezzo alle tre generazioni, a cavallo di questa gente che grida sempre forte. Nessuno ha mai più messo il becco nelle questioni artistiche di questi dannati assassini, e allora ho cercato io la strada, la mia, mica quella di quelli là, eh eh eh, io sto cercando di piantare radici per rimanere in piedi dopo. Io credo nell'arte professionale, quella che ha l'intenzione ferma di pagare la fame. Il culo che hanno alcune persone è il talento, la sfiga è che son tanti ormai e forse son tutti grassi così.

Quali sono state le difficoltà maggiori dal punto di vista tecnico ed organizzativo?

Conosci quel cane con il naso a spazzola? Quello di Alice nel paese e bla bla bla? Ecco il mio fedele amico, cancellava il sentiero ma a differenza di Alice io l'ho seguito fino in fondo, far incontrare gente che non si vede da anni, o far incollare le prove della band più ieah del momento acquese sono cose faticose, meno male che non sono noiose; non hai idea di quanta roba umana esce, e che poi la capisco solo io perché trasmettere certe cose è roba da psicomicchigan....rockabilly , il difficile è far venir fuori la voglia alla gente di ma ss'ìì, lascia che il fiume scorra...

Quale è stato l’incontro più gratificante e, se puoi, il più … sottotono?

Amen, viva il re, il re è morto, poltrona vuota, anarchia microonde.
Chicco di Marzio cicerone, fondamentale, la mia preferita è quella con Walter Cirio – Il Cicles-, l'intervista più "pianosequenza stupore". Per tutta una questione lunga quindici anni, Zaccone, Nicki dei Tomtonband, Giotto, Paolo Depetris, minkia sono un tenerone, Caviglia… dai basta mi è piaciuto indagare sugli assassini e questo è quanto.

Esiste qualche aneddoto significativo che vale la pena di ricordare?

Cercare una foto trovare un disco, conoscere la fotografa, capire dopo che si trattava della stessa del disco, quindi magazzino pieno di immagini, donne, altre strade di una città che ancora non conosco bene, entrare in un castello e credere di aver visto tutto mentre il mondo si trasforma in pixel, dio non usa final cut ma dovrebbe provarlo.

Che tipo di soddisfazione hai tratto, dal mero punto di vista professionale?

Ho confezionato un uovo in un anno e mezzo, la sorpresa è il futuro, il presente è il cioccolato.

Nel tuo girovagare e nel susseguirsi degli incontri, c’è qualcosa che hai scoperto sulla città di Acqui che nemmeno immaginavi esistesse?

Il castello di Greiscull, cioè una Villa che si vede nel capitolo degli Zotto, commovente.

Esiste qualcosa di radicale e profondo che accomuna tutti i musicisti che hai incontrato, che ha a che fare col DNA geografico e la cultura specifica caratteristica
dei luoghi di cui hai parlato?

Sì, noi crediamo che tutto ci sia dovuto, la questione è che tutt'intorno la gente non lo ha ancora capito, questo zolfo ci rende impeccabili sotto l'aspetto della guerrilla folk ( non il genere ma l'attitudine), e tutto ci è dovuto. Ecco.

Al tirar delle somme, dopo oltre trent’anni di analisi, Acqui è più rock, jazz, prog, pop o cos’altro?

Rock, ma adesso sta cambiando tutto, ci sono le ondate super pop che stanno facendo grigliare un po' il cuore, cercate: Thomas, Nonostante Klizia, Noorigami, Catnip, e per il rock anni 80 Tomakin, e per la roba rap Matiz, leggera Bellati, Pesce Enrico, Carolina Piola, Bigbabolnerdz per Raggaworldmusic, Deimos Newrockholdattitude. Markettare, markettare, markettare.

Che tipo di riflessione ti senti di fare, a freddo, dopo un’analisi così accurata?

Che bisogna spaccare il culo ai passeri e smetterla di girare in tondo per guardarsi la coda. Gnam, mangiare la vita.

Hai in cantiere la pianificazione di lavori similari?

Video clip musicali, promuovere il mio Ep NoOrigami, esporre dieci lavori pittorici sulla Happy Crysis (vedi facebook copertina), ecc.



INFO ACQUISTO:

L’intera opera, formata da quattro DVD, ognuno dei quali  fornito di opuscolo didascalico, era inizialmente in vendita nelle edicole.
Attualmente è necessario utilizzare il sito :
e attraverso la sezione “contatti” richiedere l’opera.


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