Aldo Pancotti, alias Wazza
Kanazza, la memoria storica di BANCO e Jethro Tull, mi
ricorda che sono passati quarant’anni dall’uscita del primo album del BMS.
Il 3 maggio 1972, la Ricordi pubblicava il primo long
playing (allora si chiamavano così) del Banco del Mutuo
Soccorso.
C'era molta attesa per questo
lavoro, visto che il gruppo aveva suonato nei maggiori festival pop d’Italia, creandosi un certo seguito.
Il disco destò molta curiosità
per la sua copertina particolare, tanto da essere citato in diverse
pubblicazioni specializzate straniere, come il più significativo esempio di
design discografico "made in Italy"
Un'originalissima confezione a
forma di salvadanaio (coniata da Clara Duranti), con una linguetta mobile,
infilata nella fessura dove si introducono le monete, e una volta estratta…
compaiono i volti dei componenti del gruppo.
La critica accolse calorosamente il disco, che si piazzò immediatamente nelle vette più alte delle
classifiche di vendita.
Oltre alla
"rivoluzionaria" grafica il disco si rivelò uno dei massimi
capolavori del prog italiano, e brani come RIP, Metamorfosi e la mini
suite Il Giardino del Mago, sono diventate delle pietre miliari, e a
distanza di 40 anni risultano ancora attualissime, sia come musica che come
liriche.
Vittorio Nocenzi e Francesco
di Giacomo danno inizio ad un
sodalizio musicale, un marchio di fabbrica, che realizzerà grandi
album, come Darwin, Io sono Nato Libero, Come
in un ultima Cena, Nudo... (da evidenziare che l'età dei musicisti
era tra i 19 e 25 anni!).
Sono passati 40 anni dall'uscita
del "salvadanaio", come ormai affettuosamente tutti lo chiamano,
ancora oggi gioia e delizia dei collezionisti di vinile.
Buon compleanno salvadanaio,
buon compleanno BANCO, per questi quaranta anni... suonati !!!
Aldo
Ed ecco il ricordo di Carlo Mezzanotte, inviato a Wazza.
Qui Carlo Mezzanotte (Indaco, etc.).
Ricordo
bene quando vidi quella pagina promozionale del "Salvadanaio" su una qualche
rivista. Avevo 13 anni, comprai il disco, stimolato da qualche articolo;
lo ascoltai, e dopo un paio di giorni TUTTI i miei amici conoscevano
il Banco del Mutuo Soccorso. Chi non diventava immediatamente un fan veniva
represso senza pietà! Devo avere ancora qualche esilarante cartolina in
cantina!
E beccati questa: il Banco era così popolare fra le mie
frequentazioni di ragazzino, che a un certo punto si cominciò
a canticchiare una VERSIONE PORNO DI DARWIN, cioè con i
testi cambiati, come fanno i ragazzi discoli a quell'età! Pensa che
"mancanza di rispetto!”.
In
realtà, era un segno di apprezzamento entusiastico. Se ti fanno una versione
porno, vuol dire che sei veramente popolare!
NON ero
io l'autore della 'storpiatura zozza' del capolavoro del Banco, ma sono
abbastanza sicuro che l'autore, chiunque fosse, aveva modificato i testi
dell'INTERO album. Un "porno concept!".
In
quegli anni passavo le estati in Romagna, a casa di mio nonno, e seguivo i
concerti del BMS dovunque suonassero nel giro di 100 km. Dopo i concerti,
andavo SEMPRE a rompere le palle a Vittorio chiedendogli qualcosa sul Minimoog
o l'Hammond, e inutile dire che il mio primo gruppo suonava solo materiale del
Banco. I nostri erano stati così imprudenti da pubblicare degli
spartiti... che mi ero subito procurato, insegnando poi le parti a tutti gli
altri, dato che ero il solo a saper leggere la musica!
Sicuramente
conoscere il Banco ha dato una fortissima spinta al mio desiderio di diventare
un (buon) musicista.
Poi
venne Io Sono Nato Libero, il grande concerto al Teatro Brancaccio
con la prima apparizione di Rodolfo, e il resto è storia.
Anche
quando, poco dopo, mi ha colpito il bacillo del jazz, non ho mai smesso di
seguire ed apprezzare il Banco, e oggi lo considero più che mai importante -
non solo in senso storico generale, ma lo sento come una specie di cugino che
ha accompagnato, e reso più piacevole, tutta la mia vita musicale e non. E
proprio ieri ho incontrato Vittorio... un caso? Mah.
Carlo
Aggiungo una chicca, la recensione dell’epoca fatta su Ciao 2001 da Enzo Caffarelli, un autorità musicale assoluta. A distanza di tempo appare … essenziale, ma per noi pivelli era assimilabile al Vangelo… musicale. E poi, Aldo/Wazza, con CIAO 2001… si è sposato!
BANCO DEL MUTUO SOCCORSO
1° - Ricordi (1972)
Nome,
copertina ed etichetta originalissimi per una formazione romana sicuramente fra
le più personali tra tutte quelle emerse alla ribalta nazionale nell'ultimo
anno. Il loro organico presenta chitarra, basso, batteria, piano, organo (sono
molto rari i gruppi con piano ed organo insieme, ricordi i Procol Harum che
sono stati i migliori con le due tastiere), più un cantante eccellente, il
panciuto Francesco Di Giacomo, dai toni vocali molto originali.
L'album del Banco del Mutuo Soccorso è personale ed
originale non solamente nel panorama italiano (sono compagni di management
della Premiata Forneria Marconi, ma non le somigliano affatto). Ma non offre
neppure facili agganci con gruppi stranieri, e questo per ovvie ragioni è un
immenso bene. In fondo il sestetto ha superato a pieni voti il consueto
"salto" che ogni gruppo italiano deve affrontare quando abbandona il
repertorio inizialmente, di solito, preso in prestito dagli americani o dagli
inglesi, ed entra in una fase assolutamente creativa e propria.
Il Banco torna
sul tema dell'uomo angosciato ed alienato
di fronte alla realtà circostante, il
tema che gli italiani hanno maggiormente affrontato negli ultimi tempi. Lo
fanno con liriche simboliche molto belle, favolistiche, ariostesche vorrei dire
tenuto conto dell'accenno iniziale ad Astolfo e all'ippogrifo, sognanti,
accoppiate con atmosfere melodiche e intimiste, con il piano sempre in bella
evidenza, e con un organico complessivamente capace e creativo. "R.I.P."
(Requescant in pace) e "Il giardino del mago" i
pezzi migliori.
Enzo
Caffarelli