giovedì 10 maggio 2012

Three Monks-Neogothic Progressive Toccatas



Neogothic Progressive Toccatas è un album dei Three Monks, ensemble di Arezzo di lungo corso.
Fulcro della loro musica l’organo … non una tastiera qualsiasi, ma un organo da chiesa.
E’ una storia che si può considerare iniziata negli anni ’70, dove lo studio e l’amore per i classici - Julius Reubke su tutti - di Paolo Lazzeri trova il giusto connubio con la fioritura del seme prog.
Moltissime le analogia di atmosfera con certa produzione di Hammill e soci.
Era quello un periodo in cui l’hammond era strumento irrinunciabile, e un certo feeling ecclesiastico era riprodotto, a tratti, da ELP, VDGG, Quatermass, Renaissance e, in casa nostra, dalle prime ORME. Parlo quindi di un elemento tra altri elementi.
I sette brani che compongono Neogothic Progressive Toccatas sono invece dedicati completamente ad uno strumento ed al mistero che esso è in grado di creare.
Se si esclude l’omaggio ai Goblin/Argento, con la significativa riproposizione di Profondo Rosso, restano storie vere e dediche specifiche.
Si va dal ricostruzione di un nuovo organo per la Cattedrale di Magdeburgo, distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, ad un omaggio a Liszt e Reubke idealizzando uno degli organi più importanti della Germania, quello di Merseburg; si prosegue con la “visione” dell’organo “contemporaneo” locato nella Basilica di Waldsassen, in Germania, sino all’ispirazione derivante da Anton Bruchner, compositore e organista titolare nell’abbazia di St. Florian, a Linz, in Austria.
L’organo da chiesa è qualcosa che affascina chiunque all’impatto, e la sua forza è quella, a volte drammatica, di riportare a momenti solenni, mistici, di prolungata riflessione; aggiungere a tutto questo una potente sezione ritmica rafforza la sensazione di annullamento delle coordinate spaziali e temporali.
La musica dei Three Monks è molto specifica, direi di nicchia, ma ciò che la band propone abbraccia temi di così ampio spettro da poter accontentare i più svariati gusti musicali, tra il classico, il rock e la tradizione.
L’implicazione spirituale e la sacralità diffusa, profumano e segnano indelebilmente l’album, ed è questo un aspetto molto importante, che inizia con l’ascolto e prosegue sino al termine del disco. Tutto questo conduce ad una sorta di transfert che permette di viaggiare e ritrovarsi in luoghi lontani, in differenti periodi storici.
Un album non solo per adepti, ma per chiunque ami liason tra ere differenti e i viaggi spirituali sulla via del rock puro.
Ma le parole a seguire di Polo Lazzeri chiariranno altri aspetti importanti.


L’INTERVISTA

Partiamo dalle note biografiche, come nascono e come si evolvono i Three Monks?

Nei Three Monks c'è tutta la mia esperienza musicale per cui è un mio progetto, gli altri musicisti, che hanno un ricco catalogo di versatili esperienze, mi hanno aiutato per dare una vena rock alla mia musica, inizialmente nata per uso proprio e per qualche concerto classico d'organo.

 La vostra passione musicale: che cosa ha fatto scattare la scintilla, e quali sono state le linee guida, gli esempi da seguire, che vi hanno condotto sino a ”Neogothic Progressive Toccatas”?

Le mie grandi passioni musicali si possono catalizzare in due fonti di ispirazione, la grande musica romantica che va da Beethoven a Bruckner e il grande rock progressivo o meglio sinfonico dei King Crimson e dei Van der graaf Generator. In pratica la base è romantica ma con una grande passione per il rock più evoluto.

La tipologia di line up e gli strumenti utilizzati riportano ad esempi antichi legati al prog, ma nel vostro caso siamo al cospetto di un album strumentale. Che tipo di rapporto avete, in senso più generale, con le liriche? E’ un aspetto che non vi interessa o, come a volte accade, non avete trovato ciò che  potrebbe essere funzionale al progetto?

Scrivere canzoni o songs anche in stile prog sinceramente non mi interessa, è una formula strausata che ha poche possibilità ormai di rinnovarsi. Ancora oggi viene utilizzata più per motivi commerciali, perché la stragrande maggioranza del pubblico è abituata solo ad ascoltare la forma canzone, ma io preferisco quella che nel XIX secolo veniva chiamata "Musica Assoluta". Questo non vuol dire che io rinunci al canto, soprattutto a quello corale, ma solo in forme diverse alla classica song.

Ciò che rappresentate con la vostra musica riporta ad una certa spiritualità e ad aspetti che sanno di mistero. E’ qualcosa che va in scena solo nel momento opportuno o esiste una filosofia di vita che cammina di pari passo e alimenta la vostra arte?

Come ti ho detto mi ispiro ai grandi compositori dell'ottocento, per loro la grande Musica era sempre Sacra, non poteva essere altrimenti e Anton Bruckner ne è l'esempio più potente; nel mio piccolo cerco di avere la sua intensità, per questo uso un linguaggio di tipo sinfonico e non la forma canzone.


L’utilizzo di un organo da chiesa come elemento principale mi induce a chiedervi qualcosa sulla tecnologia e sulla sua evoluzione, che permetterebbe una buona resa strumentale anche lavorando in casa. Che rapporto avete con la progressione rapida della qualità dei mezzi disponibili?

Ho un ottimo rapporto con la tecnologia, mi occupo di sintetizzatori da quarant’anni e una delle mie finalità era quello di poter emulare il suono dell'organo a canne con la massima fedeltà e potenza, fatto indispensabile per poter utilizzare questa timbrica in ambito rock, anzi nel secondo cd dei Three Monks ci sarà un uso di sinth unito al timbro dell'organo che darà un effetto ancora più sinfonico al tutto. Ci tengo molto a questa soluzione, organo a canne + sinth!

Spesso il nome di una band, anche se casuale, è figlio di qualche inconscio condizionamento ed è legato alla musica che si vuole proporre. Come avete scelto il vostro?

Non c'è nulla di incoscio: neogotico è il termine musicologico a cui si riferisce la mia fonte d'ispirazione romantica (franz Liszt, Julius Reubke, Anton Bruckner su tutti), progressive è l'evidente elemento rock e monk per l'ambiente e la sacralità dell'organo a canne.

Cosa significa lavorare con Black Widow Records?

Significa lavorare con persone che per prima cosa hanno passione per la musica e questo è fondamentale, specie quando si fanno produzioni del genere.

Che cosa funziona e cosa non funziona, secondo voi, nel grande circo musicale?

Che non si guadagna per poter fare il musicista di professione, cioè avere il tempo di studiare e di avere la possibilità di comprarsi strumenti professionali. Questo è un problema enorme che rischia veramente di uccidere la grande musica.

Quanto internet può aiutare e quanto danneggiare un gruppo come il vostro?

Ci può aiutare molto, e già lo ha fatto, per farci conoscere nel mondo del rock progressivo; negli anni settanta ciò non sarebbe stato possibile. Purtroppo c'è l'altra faccia della medaglia ovvero la mancanza di tutela dei diritti d'autore che trasformerà i musicisti tutti in dilettanti.

Perché avete riproposto “Profondo Rosso”? Un amore speciale per la musica dei Goblin o per la filmografia di Dario Argento?

Un amore speciale per quel brano solamente; all'epoca vidi il film alla prima uscita e fui fulminato dalla presenza dell'organo in ambito rock, era la prima volta che ascoltavo una cosa che avevo già in mente allora non seguii neanche la trama del film, aspettavo solamente che si ripetesse il celebre tema, un colpo di fulmine insomma.

Apriamo il vocabolario dei desideri e leggiamo il vostro alla voce: “da realizzare entro il 2015”.

Spero solo di sviluppare sempre in meglio il mio istinto musicale, ma vorrei aggiungere la possibilità di suonare dal vivo - oggi per vari motivi non possibile- e di realizzare qualche progetto più, free ovvero un disco basato su libere improvvisazioni, sempre naturalmente con organo e sinth.




  TRACK LIST:

1.     Progressive Magdeburg            
2.     Toccata Neogotica n. 1                          
3.     Neogothic Pedal Solo                             
4.     Herr Jan                                          
5.     Profondo Rosso                           
6.     Profondo Gotico                          
7.     Toccata Neogotica n. 7                          

Line Up:

Paolo Lazzeri as JULIUS: Pipe Organ, Compositions
Maurizio Bozzi as BOZORIUS: Electric Basses, Sound Engineer
Roberto Bichi as PLACIDUS: Drums
Claudio Cuseri: Drums on tracks 1, 7

Official Myspace Web Page:

Note dal comunicato stampa.

Three Monks è una band di Arezzo la cui musica è focalizzata sull’utilizzo dell’organo da chiesa.  La line up è formata dal compositore e  organista Paolo Lazzeri,  dal bassista/ingegnere del suono Maurizio Bozzi, e  dai batteristi Roberto Bichi e Claudio Cuseri. Lazzeri è stato  un organista prog-rock sia dai primi anni ‘70. Le sue influenze derivano da uno studio approfondito della musica del compositore Julius Reubke (1824-1858), e dal suo amore per il rock progressivo di King Crimson e Van der Graaf Generator. Insieme a Bozzi decise di formare un trio rock con l’obiettivo di combinare l’amore per la musica classica (neo-gotico, romanticismo tedesco del XIX secolo) con il rock progressivo. Bozzi è stato un professionista bassista / compositore / arrangiatore sino dal 1970 e ha collaborato in innumerevoli progetti in studio e tour dal vivo. Con l’arrivo dei batteristi Bichi e Cuseri nasce la formazione dei Three Monks.
"Neogothic Progressive Toccatas " è un album unico nel suo genere e non può mancare in una collezione di rock progressivo. Il progetto è incentrato sull’incredibile riproduzione di Paolo Lazzari dell’organo a canne, supportato da una potente sezione ritmica e poco altro. Questo album dovrebbe essere il sogno di ogni purista, amante dell’organo ecclesiastico. Le varie tracce sono ispirate da compositori barocchi e dalle storie delle cattedrali e dei loro enormi organi a canne: le note di copertina forniscono specifiche informazioni storiche e  l’ispirazione che motiva ogni traccia, qualcuna di carattere umano, altre legate alle cattedrali  e altre ancora di natura strumentale. La musica è incredibilmente heavy, ampia, formale, e “toccata” dal passare dei secoli. Ci si sente come se si camminasse in una di queste cattedrali secolari europee, sentendo l'enfasi derivante dall’utilizzo di un organo antico, eppure calato in un’atmosfera da prog rock. Tutto ciò è comparabile alla grandezza di espressione di ELP, Areknames, Jacula, VdGG, e Il Balletto di Bronzo, ma con un uso dell’organo a canne del 100%, piuttosto che di  diversi tipi di chiavi o di synth, di voci o di chitarra. La maggior parte della musica presenta una vena “pesante” e un po’ barocca, con il gusto della cura estetica. "Profondo Rosso" dei Goblin è la bonus track: il tema principale è abbastanza fedele all'originale, ma più “duro”. A seguire una variazione tributo della stessa,  giudicata dalla band come "una delle composizioni rock più significative per l'organo da chiesa”.
Three Monks è una band che dovrebbe essere ascoltata dagli appassionati  di Heavy Prog e da gli amanti dell’organo “serio”, alla ricerca delle reali influenze che tale strumento ha esercitato sulla musica progressiva.