FOTO DI ENRICO ROLANDI( cliccare sulle immagini per ingrandire)
Non conosco il paese di Cicagna,
in Val Fontanabuona, nell’entroterra
genovese, ma ora almeno so che esiste un
bellissimo teatro con oltre 330 comodi posti ( Teatro di Cicagna), utilizzato per le
manifestazioni più disparate, con un focus sull’elemento teatrale:
http://www.teatrodicicagna.it/
http://www.teatrodicicagna.it/
Un lavoro intenso e quotidiano, non senza alcune delusioni
legate al rapporto impegno/presenze, situazione che si può sopportare solo
grazie ad un’enorme passione dello staff tecnico del teatro che, con estrema
tenacia, propone cultura e arte, in forme differenti.
Tra le tanti rappresentazioni artistiche c’è ovviamente la
musica, uno degli amori di Sergio ed
Enza, rispettivamente Direttore Organizzativo e Artistico.
Seguendo quindi questo impulso, sabato 5 maggio si è
potuto assistere ad un doppio concerto, Finisterre e Tempio delle Clessidre.
Un centinaio di persone rappresentano sempre un buon
pubblico, di questi tempi, anche se il nome degli artisti on stage, la qualità
-e la quantità- della proposta, autorizzavano a sperare in qualcosa di più …
sostanzioso. Ma questa amara considerazione vale ormai per ogni luogo e per
ogni musicista che sia portatore onesto di “musica sana”.
Aprono i Finisterre, che non avevo mai avuto la possibilità
di vedere dal vivo.
Conosco personalmente Fabio Zuffanti, bassista/compositore dalle mille idee, garanzia di originalità e di impegno musicale, ed è stato piacevole scoprire questo lato live di un progetto che, nato nel lontano ’94, è tornato a galla lo scorso anno dopo una pausa significativa. A questo proposito, diceva Fabio poco tempo fa: “ … Suonare dal vivo in questi anni è diventato sempre più difficile e i Finisterre hanno risentito di ciò perdendo un po’ quella linfa vitale che permette ad un gruppo di musicisti di lavorare insieme…”.
Conosco personalmente Fabio Zuffanti, bassista/compositore dalle mille idee, garanzia di originalità e di impegno musicale, ed è stato piacevole scoprire questo lato live di un progetto che, nato nel lontano ’94, è tornato a galla lo scorso anno dopo una pausa significativa. A questo proposito, diceva Fabio poco tempo fa: “ … Suonare dal vivo in questi anni è diventato sempre più difficile e i Finisterre hanno risentito di ciò perdendo un po’ quella linfa vitale che permette ad un gruppo di musicisti di lavorare insieme…”.
La “linfa vitale” è
stata ritrovata, almeno a giudicare da ciò che ho visto ed ascoltato.
Sul palco un
sestetto (doppio tastierista-pianoforte, tastiere e synt-, percussionista,
oltre a chitarra, basso e batteria) che ha riproposto frammenti di storia,
dalle origini ai lavori più recenti.
Composizioni molto
articolate con repentine variazione di
tempi e di atmosfere, in alcuni casi
vere mini suite basate sui tappeti di note realizzati da Boris Valle e Agostino
Macor, e sulla versatilità e potenza della sezione ritmica.
Non conosco per
esteso la discografia di Finisterre (ma dopo questo concerto credo sarà
obbligatorio aggiornarsi…) e mi sono quindi trovato di fronte a relative novità
( e spesso i brani vanno riascoltati
più volte prima di essere assimilati), ma ciò che ho ascoltato mi ha sorpreso
per gusto e freschezza, e ho apprezzato la difficoltà –e il risultato- dell’
“assemblaggio” di trame a mio giudizio molto complicate.
Il pubblico ha sottolineato
per tutta la performance il proprio gradimento, arrivando all’apice, nel
finale, quando il bravo Stefano Marelli ha accennato all’assolo
chitarristico di Hackett in Firth of Fifth.
A seguire qualche minuto di performance… ma per ogni
info visitare il sito:
E venne
il momento del Tempio delle Clessidre…
E’ il
gruppo del momento in ambito prog, reduce da un passaggio in oriente e prossimo
a un obiettivo importante, quello di suonare negli Stati Uniti.
Seguo il
“Tempio…” sin dagli esordi ed ogni volta
che assisto ad una loro performance trovo solo conferme. Energia allo stato
puro, originalità, miscela di rock e classico, teatralità e un utilizzo del
prog seminale di cui è portavoce Lupo
Galifi, il vocalist che garantisce la corretta liason con gli anni ’70.
Elisa Montaldo sta crescendo con rapidità, e in questo caso parlo di crescita
generale di una musicista, che non riguarda quindi solo skills specifiche.
Perfetto
l’affiatamento del resto della band, e ho visto talmente tanta coesione da
inserire nella sezione ritmica ( non é ovviamente corretto ma serve a fornire
l’immagine che arriva dal palco), oltre a Fabio Gremo (basso) e Paolo
Tixi (batteria), anche il bravo Giulio Canepa, chitarrista di
estrazione classica ma ormai votato al rock.
Il
Tempio delle Clessidre ha presentato brani dall’album omonimo, ma anche alcune
novità che faranno parte del prossimo lavoro in studio: a fine post propongo un
“riassunto” di, solo, un paio di minuti, accogliendo la naturale richiesta del
gruppo di non diffondere in rete spezzoni significativi prima del viaggio oltre
oceano.
La cosa
che personalmente mi colpisce è -lo sottolineo ancora- l’energia, che immersa
in un’ambientazione classica, sognante e misteriosa, produce un tipo di musica
di forte impatto.
Molto
bella anche la coesistenza di suoni, messaggi e gestualità, in evidenza quando,
indossate le maschere, si è chiesto al pubblico di lasciarsi andare per cercare
le emozioni nel susseguirsi delle note, senza
alcuna “lettura” dei volti impegnati sul palco.
Un bella
serata di musica, con tutti i distinguo del caso, già sottolineati ad inizio
post. Che dire ancora … chi ha mancato l’appuntamento ha perso una buona occasione
per una serata da ricordare… in attesa che qualcosa possa cambiare.
News sul Tempio…