“PROG, una suite lunga mezzo secolo”, è l’apporto
che il giornalista e scrittore Donato Zoppo dona alla causa della -sua- musica progressiva, un amore
assoluto che, per mere ragioni temporali, non può legarsi alla “visione in diretta” (mi riferisco alla
genesi), e che per questo motivo spinge a trovare una sincronizzazione tra
epoche e musiche corrispondenti attraverso ricerche e studi approfonditi che
riescono a privilegiare l’elemento oggettivo, fatto necessario quando si tratta di saggio musicale.
Qual è il ruolo del narratore della materia specifica? Raccontare le proprie impressioni e i propri gradimenti o piuttosto fotografare
ciò che è stato, come e quando è nato, quali i protagonisti e cosa ci si può
aspettare dal futuro?
Qualunque sia il modus operandi, non penso ci sia un solo
modo per leggere questo “PROG, una suite…” e non credo
nemmeno che sia stato ideato per una fetta elitaria di pubblico, ma Zoppo sente
piuttosto il bisogno di dire la sua, inserendosi in una bibliografia già consistente, fatto
giustificato dalla portata di un evento ciclopico, seppur breve nel suo
fulgore.
Come Donato sottolinea, è questa un’epoca in cui risulta estremamente facile reperire le informazioni che servono, senza fatica e senza spesa, ma si può trovare solo ciò che si cerca, ovvero,
senza un minimo di conoscenza di base, fosse anche un solo nome esotico, non si
arriva da nessuna parte. E poi è estremamente importante elencare una
cronologia di avvenimenti musicali e stabilire il periodo storico in cui sono nati
e hanno prolificato.
Ho iniziato a leggere il book un po’ di tempo fa e, non
essendo un genere che richiede una
lettura frenetica, ho agito secondo i miei attuali tempi -lunghi-, annotando però alcune cose interessanti.
Nello stesso periodo, a seguito di un rendez vous avente come
argomento l’organizzazione di eventi musicali, un giovanotto, che si fregia
della qualifica di esperto di musica, sottolineava che non esisteva niente al
mondo che io potessi proporre che fosse a lui sconosciuto. Un uomo modesto!
Ho pensato subito a ciò che stavo leggendo e a tutti gli
stimoli musicali indotti, perché, contrariamente all’uomo onnisciente appena
citato, mi capita quotidianamente di scoprire novità, non solo intese come nuove
nascite, ma artisti del passato di cui non conoscevo l’esistenza, e la mia
voglia saperne di più induce all’effetto domino che porta a chiudere, con
soddisfazione il cerchio.
Ecco quindi che l’utilizzo della rete diventa complementare
alla lettura di un libro come questo.
Ho trovato un mondo di
cui non sapevo, nonostante le mie lunghe frequentazioni prog, probabilmente un
po’ snob e tendenti ad escludere ciò che non era considerata una prima scelta assoluta e, soprattutto, unanimemente riconosciuta.
Non occorre dimenticare quale fosse la fonte di informazione
a disposizione per chi come me era un adolescente ad inizio anni ’70, Ciao 2001,
il settimanale che "mangiavamo" in trenta minuti di profonda lettura. Notizie
fresche dall’Inghilterra e successivamente dall’America, ma ciò che Zoppo mette
in ordine preciso, seguendo una rigida sequenza temporale, non poteva certamente
arrivare a noi.
Tutto sulle band d’oltremanica, tutto sulle italiane, molto
sulle americane -ma non prog-, e poi gli emergenti tedeschi e pillole olandesi.
Arrivare al prog belga, francese, sovietico, sudamericano, scandinavo o
giapponese non era per noi giovani fatto pensabile.
Donato Zoppo realizza invece una rilettura di un’epoca che,
partendo dai Beatles, arriva al seminale “In the Court…”, dei King Crimson, proseguendo il lungo
percorso sino ai giorni nostri. E l’analisi è capillare, con precise
annotazioni legate alle centinaia di passaggi e follow up dei protagonisti, più
o meno famosi, con indicazioni di carattere tecnico e approfondite
accentuazioni del legame tra filosofie musicali e umori umani, inserite in un
contesto storico in rapida evoluzione.
Il racconto di quarant’anni di vita musicale non può trovare
descrizione asettica da parte di chi mette sul piatto -anche - le proprie passioni, e il
giudizio di Zoppo contribuisce alla costruzione di immagini nitide che aiutano a tracciare profili
precisi e a delineare le corrette situazioni al contorno, ma sottolineo ancora
come sia potenzialmente efficace
l’abbinata tra un contenitore musicale come questo e la possibilità di ricerca
nella rete, arrivando a dettagli e reperti audio/video che sono conseguenti
alla lettura, anche se la pianificazione descrittiva di Donato Zoppo non poteva
basarsi su simili presupposti, che probabilmente non sono validi per tutte le tipologie di utenti.
Ecco un piccolo esempio concreto dell’utilità di “PROG,
una suite…” in riferimento alle mie personali necessità musicali.
Credo fosse il 1971 quando incappai in una band e in un album
omonimo, che acquistai solo perché attirato dalla cover dell’LP e dal prezzo,
la metà di quelli “adulti”, mi pare 1500 lire: erano gli olandesi Earth and Fire (ma solo i Focus, come olandesi, potevano essere
presi in considerazione!).
Il costo ridotto, nella testa di un giovane di quei tempi,
era sinonimo di bassa qualità, e ricordo di aver ascoltato l’album con una
buona dose di stupida prevenzione, senza arrivare mai ad una accettazione completa,
sino a che, un giorno, me ne disfai.
Arrivato a pagina 235, Zoppo mi ricorda che: “ Tra i
protagonisti della prima ondata olandese ci sono gli Earth And Fire, che con
tre dischi definiscono un sound melodico, avvolgente ma mai invasivo, anzi
delicato e impalpabile”.
Utilizzando la tecnologia a disposizione ho ritrovato tutti i
brani dell’album, stupito per non averli dimenticati affatto, e sorpreso dalla
validità di quella musica, poco pubblicizzata in quei giorni, ma vera
testimonianza efficace di un’era
circoscritta ancorché fondamentale.
Se la prefazione viene affidata simbolicamente a Ray Thomas (da
non dimenticare la strada aperta al prog dai Moody Blues), il target di Donato
Zoppo risiede nella sua premessa, dove viene dichiarata la voglia di porre
rimedio alla frammentarietà delle informazioni “progressive” esistenti.
Obiettivo raggiunto, ma sono certo che le chiavi di lettura saranno molteplici,
così come penso sarà frequente il ricorrere al testo in questione, periodicamente, come accade per i dizionari, alla ricerca di qualcosa di
sommerso o precocemente dimenticato.
Se è vero che il piacere derivante dalla fruizione della
musica ha a che fare con l’istinto, e la razionalità non sia applicabile ai
gradimenti personali, avere delle linee guida così precise come quelle fornite
da Donato Zoppo può risultare estremamente utile, e quando didattica e passione
si sposano i risultati possono essere sorprendenti, e la voglia di sharing un
forte traino per rafforzare una cultura le cui radici profonde -e di grande
spessore- risiedono in ogni “giardino musicale” che profuma di qualità, inossidabile al tempo che passa.
DONATO ZOPPO
PROG
UNASUITE MEZZO SECOLO
ARCANA EDIZIONI
Cover design: Laura
Oliva
Dedicato ad Ernesto De
Pascale