I Colster sono un gruppo
piemontese proveniente da Bra in provincia di Cuneo.
Il nucleo compositivo della band è formata da Livio Cravero (chitarra,
basso, sintetizzatori) e Francesco Previotto (batteria e
percussioni).
Il progetto Colster nasce dalla necessità dei due componenti di dare libero
sfogo alla propria creatività a 360 gradi, senza vincoli o inibizioni
miscelando diversi generi musicali, esperienze di vita negative e positive e i
viaggi intrapresi dal duo attraverso Europa, America e Asia. Questo primo Album
omonimo, composto ed inciso tra il 2008 ed il 2009, è completamente
strumentale, ed è il risultato delle influenze musicali legate al passato ma
soprattutto alle nuove tendenze prog. Gli accostamenti più classici possono
essere King Crimson, Anglagard e Porcupine Tree, prima maniera, miscelate con
il romanticismo e la sinfonia del miglior Hackett. I Colster, inoltre, credono
molto nell’accostamento musica-immagini, infatti ogni singola immagine legata
alla realizzazione del disco è stata fotografata e rielaborata dai membri
stessi del gruppo. Il cd esce in serie limitata in confezione extra lusso
Digipack limited con la bonus Video track (Colster video trailer) composta da
una sequenza di immagini scattate dai due componenti del gruppo e da un mix
delle tracce dell'album. La band sarà in tour nell’ estate dove si esibirà nelle
maggiori città ed è prevista la loro partecipazione per il 31 Luglio 2010 al
Gong Festival di Parma.
(Camelot Club)
INTERVISTA
Quando mi viene proposto il nome di un gruppo/artista
che non conosco, come nel caso di Colster, la prima azione che compio è quella
di ricercare un brano e “vedere di che si tratta”, è l’impatto risulta sempre
determinante. Qual è il vostro giudizio sulle attuali tecnologie a
disposizione? E’ davvero tutto positivo? Noi siamo molto grati alla tecnologia,
senza di essa non avremmo potuto realizzare un album in studio essendo
solamente due musicisti e con un budget ristretto, grazie a un PC e a un
software multi traccia invece è stato possibile. Poi La tecnologia da la
possibilità ai musicisti di sperimentare nuove sonorità. D’altro canto però
oggi è possibile scaricare tonnellate di musica da internet che viene ascoltata
distrattamente rischiando di non darle il giusto valore , una volta per
ascoltare musica bisognava comprare il vinile…. decisamente più affascinante e
appagante!
Il Prog resta un prodotto di nicchia, nonostante certi
successi di pubblico e vendite in Oriente e nel Nord Europa. C’è spazio
per un ritorno agli antichi fasti, o l’easylistening resterà la necessità
primaria della massa degli utenti musicali? Fino a quando i
principali mezzi di comunicazione di massa si rifiuteranno di promulgare questo
genere musicale sicuramente il Prog rimarrà di nicchia. I tempi radiofonici e
televisivi sono troppo brevi per un genere articolato come il Prog, la maggior
parte degli utenti musicali è abituata ad ascoltare brani poco articolati e di
breve durata. Ma la speranza è l’ultima a morire!
Qual è stata, sino ad oggi, la colonna sonora della
vostra vita? Quali gli artisti di riferimento? Elencare tutti gli
artisti che ci hanno influenzato è per noi impossibile,sicuramente ne
dimenticheremmo troppi e troppo importanti, possiamo indicare i generi: che
spaziano dal blues al classic rock al jazz al progressive rock alla musica
elettronica contemporanea al post rock e al rock psichedelico. Se dovessimo
scegliere una colonna sonora della nostra vita sarebbe sicuramente un brano dei
Pink Floyd.
Avete viaggiato molto. Qual è stato l’incontro o la
situazione musicale più gratificante e quella più deludente? La più
gratificante è stata assistere ad una funzione religiosa sull’isola di Miyashima in Giappone, i suoni dei
loro strumenti musicali sono stati fonte di ispirazione per “Searching
absolution Fase2”. La meno appagante è successa in Italia: durante un nostro
concerto con un trio blues, una ragazza sale sul palco e ci chiede:”potete
suonare un pezzo di Tiziano Ferro?”
L’accostamento musica/immagine che proponente mi
riporta alle vecchie copertine dei vinili, piccoli capolavori descrittivi,
curati nei dettagli, e alla fine caratteristici di una band( Dean/Yes).Da dove
arriva, nel vostro caso, la necessità di esprimersi parallelamente con suoni e
“pictures”? Abbiamo sempre avuto la passione quasi maniacale per
le copertine caratteristiche dei gruppi prog anni 60/70, inoltre ci tenevamo a
raccogliere alcuni nostri scatti effettuati durante momenti importanti della
nostra vita che di conseguenza hanno influenzato la nostra musica. Inoltre
riteniamo che le nostre fotografie possano aiutare a comprendere meglio la
musica dei Colster.
Cito sempre una frase del mio amico Fabrizio Poggi che
afferma che durante i concerti non esiste differenza tra pubblico e artista,
slavo la posizione, uno di fronte all’altro. Qual è il vostro rapporto con
chi sta “in front of you”, durante le vostre performance? Cerchiamo sempre di
emozionarci suonando per poter a sua volta emozionare il pubblico attraverso la
nostra musica.
Su “Rock Map”, di Riccardo Storti, si accentua la
differenzazione della proposta italiana passata, in funzione della regione di
provenienza, una sorta di influenza indotta dalla cultura del luogo in cui si è
vissuti. Quanto c’è in voi, musicalmente parlando, della provincia
piemontese? Abitiamo immersi nelle Langhe e abbiamo lo studio in
un piccolo paesino di costruzione Romana! Questo meraviglioso posto in cui si
intrecciano storia e paesaggi collinari sicuramente è stato fonte di grande
ispirazione. La nostra vena emozionale è tipicamente italiana ma musicalmente
siamo più legati alla cultura anglosassone.