giovedì 24 giugno 2010

Colster



Colster sono un gruppo piemontese proveniente da Bra in provincia di Cuneo.
Il nucleo compositivo della band è formata da Livio Cravero (chitarra, basso, sintetizzatori) e Francesco Previotto (batteria e percussioni).
Il progetto Colster nasce dalla necessità dei due componenti di dare libero sfogo alla propria creatività a 360 gradi, senza vincoli o inibizioni miscelando diversi generi musicali, esperienze di vita negative e positive e i viaggi intrapresi dal duo attraverso Europa, America e Asia. Questo primo Album omonimo, composto ed inciso tra il 2008 ed il 2009, è completamente strumentale, ed è il risultato delle influenze musicali legate al passato ma soprattutto alle nuove tendenze prog. Gli accostamenti più classici possono essere King Crimson, Anglagard e Porcupine Tree, prima maniera, miscelate con il romanticismo e la sinfonia del miglior Hackett. I Colster, inoltre, credono molto nell’accostamento musica-immagini, infatti ogni singola immagine legata alla realizzazione del disco è stata fotografata e rielaborata dai membri stessi del gruppo. Il cd esce in serie limitata in confezione extra lusso Digipack limited con la bonus Video track (Colster video trailer) composta da una sequenza di immagini scattate dai due componenti del gruppo e da un mix delle tracce dell'album. La band sarà in tour nell’ estate dove si esibirà nelle maggiori città ed è prevista la loro partecipazione per il 31 Luglio 2010 al Gong Festival di Parma.
(Camelot Club)




INTERVISTA

Quando mi viene proposto il nome di un gruppo/artista che non conosco, come nel caso di Colster, la prima azione che compio è quella di ricercare un brano e “vedere di che si tratta”, è l’impatto risulta sempre determinante. Qual è il vostro giudizio sulle attuali tecnologie a disposizione? E’ davvero tutto positivoNoi siamo molto grati alla tecnologia, senza di essa non avremmo potuto realizzare un album in studio essendo solamente due musicisti e con un budget ristretto, grazie a un PC e a un software multi traccia invece è stato possibile. Poi La tecnologia da la possibilità ai musicisti di sperimentare nuove sonorità. D’altro canto però oggi è possibile scaricare tonnellate di musica da internet che viene ascoltata distrattamente rischiando di non darle il giusto valore , una volta per ascoltare musica bisognava comprare il vinile…. decisamente più affascinante e appagante!

Il Prog resta un prodotto di nicchia, nonostante certi successi di pubblico e vendite in Oriente e nel  Nord Europa. C’è spazio per un ritorno agli antichi fasti, o l’easylistening resterà la necessità primaria della massa degli utenti musicali? Fino a quando i principali mezzi di comunicazione di massa si rifiuteranno di promulgare questo genere musicale sicuramente il Prog rimarrà di nicchia. I tempi radiofonici e televisivi sono troppo brevi per un genere articolato come il Prog, la maggior parte degli utenti musicali è abituata ad ascoltare brani poco articolati e di breve durata. Ma la speranza è l’ultima a morire!

Qual è stata, sino ad oggi, la colonna sonora della vostra vita? Quali gli artisti di riferimento? Elencare tutti gli artisti che ci hanno influenzato è per noi impossibile,sicuramente ne dimenticheremmo troppi e troppo importanti, possiamo indicare i generi: che spaziano dal blues al classic rock al jazz al progressive rock alla musica elettronica contemporanea al post rock e al rock psichedelico. Se dovessimo scegliere una colonna sonora della nostra vita sarebbe sicuramente un brano dei Pink Floyd.

Avete viaggiato molto. Qual è stato l’incontro o la situazione musicale più gratificante e quella più deludente? La più gratificante è stata assistere ad una funzione religiosa sull’isola di Miyashima in Giappone, i suoni dei loro strumenti musicali sono stati fonte di ispirazione per “Searching absolution Fase2”. La meno appagante è successa in Italia: durante un nostro concerto con un trio blues, una ragazza sale sul palco e ci chiede:”potete suonare un pezzo di Tiziano Ferro?”

L’accostamento musica/immagine che proponente mi riporta alle vecchie copertine dei vinili, piccoli capolavori descrittivi, curati nei dettagli, e alla fine caratteristici di una band( Dean/Yes).Da dove arriva, nel vostro caso, la necessità di esprimersi parallelamente con suoni e “pictures”? Abbiamo sempre avuto la passione quasi maniacale per le copertine caratteristiche dei gruppi prog anni 60/70, inoltre ci tenevamo a raccogliere alcuni nostri scatti effettuati durante momenti importanti della nostra vita che di conseguenza hanno influenzato la nostra musica. Inoltre riteniamo che le nostre fotografie possano aiutare a comprendere meglio la musica dei Colster.

Cito sempre una frase del mio amico Fabrizio Poggi che afferma che durante i concerti non esiste differenza tra pubblico e artista, slavo la posizione, uno di fronte all’altro. Qual è il vostro rapporto con chi sta “in front of you”, durante le vostre performance? Cerchiamo sempre di emozionarci suonando per poter a sua volta emozionare il pubblico attraverso la nostra musica.

Su “Rock Map”, di Riccardo Storti, si accentua la differenzazione della proposta italiana passata, in funzione della regione di provenienza, una sorta di influenza indotta dalla cultura del luogo in cui si è vissuti. Quanto c’è in voi, musicalmente parlando, della provincia piemontese? Abitiamo immersi nelle Langhe e abbiamo lo studio in un piccolo paesino di costruzione Romana! Questo meraviglioso posto in cui si intrecciano storia e paesaggi collinari sicuramente è stato fonte di grande ispirazione. La nostra vena emozionale è tipicamente italiana ma musicalmente siamo più legati alla cultura anglosassone.