mercoledì 21 aprile 2010

Karmakanic


Da una recensione di Raffaele Salomoni.



Se tutti i side-project fossero validi come questi Karmakanic, saremmo a cavallo, questo è poco ma sicuro! La band, nata come sfogo personale di Jonas Reingold, bassista dei Flower Kings, giunge con questo “Who's The Boss In The Factory” al terzo lavoro, di una discografia che mostra una band sincera e priva di qualsiasi ragionamento meramente commerciale. Come ha affermato lo stesso Jonas, il progetto prende vita e si sviluppa come un divertimento, nei rari momenti di tranquillità tra un disco e l'altro dei Flower Kings. E ascoltando i sei brani contenuti nel nuovo lavoro pubblicato dalla label tedesca InsideOut, non possiamo fare altro che augurarci tanto 'tempo libero' per Jonas. Un omaggio al neo-prog più classico, con uno smalto che talvolta scarseggia nelle esibizioni della band madre, con un inevitabile sguardo al passato, tuttavia sempre tenendo conto del presente. Ecco che prendono forma gioielli come la suite “Send A Message From The Heart”, ovvero un viaggio che da Flower Kings attraversa il prog-metal dei Dream Theater fino alle contaminazioni orchestrali del Neal Morse solista, convincendo su tutta la linea, grazie ad una produzione stellare e alla performance strepitosa di Goran Edman, cantante richiestissimo, e famoso per la sua collaborazione con Malmsteen su “Eclipse” e “Fire & Ice”. Chitarre acustiche e ritmi brillanti in “Let In Hollywood”, dove lo spettro di Neal Morse aleggia imponente, per palesarsi completamente nella title-track. Come se non bastasse, i Karmakanic si divertono a citare i Pink Floyd più oscuri e minacciosi, arricchendo il prodotto di stratificazioni ed emozioni. “Two Blocks From The Edge” convince solo a metà, suonando eccessivamente come un out-take dagli archivi dei Flower Kings, avvitata su se stessa e poco concludente a livello melodico. Segue un emozionante intermezzo di pianoforte, “Eternally Pt. 1”, ottima introduzione per la seconda parte, che va a chiudere l'album in modo estremamente malinconico, romantico, passionale. Una fisarmonica disegna atmosfere sognanti, lasciando alla band il solo onore di emozionare. Un brano che difficilmente si può dimenticare anche dopo un solo ascolto. Dal canto nostro non possiamo fare altro che inchinarci davanti ad una simile dimostrazione di bravura.