Il gruppo AFKA'R nasce nei primi mesi del 2008 dalle ceneri dei Pensieri Compressi, glorioso gruppo del ponente ligure in attività sin dal 1994, dal quale proviene il solo ideatore e cantante, nonchè compositore di quasi tutte le canzoni, Mauro Pinzone; al basso fretless la preziosissima Federica Rubino, appassionata di jazz e rock; alle percussioni Mohamed Ben Hamouda, esperto in musica afro; alla seconda voce e chitarra dobro Annie La Rouge, già componente degli storici Vagabond Shoes, gruppo di american folk; Giovanni Amelotti. diplomato al conservatorio in oboe, di estrazione classica e amante del jazz.
generale si ha l’abitudine di ascoltare grandi vocalist, ma è inusuale vedere una bassista, o una chitarrista che utilizza la dobro. Qual è il rapporto con il vostro strumento?
ANNIE: ho già suonato in band dove le donne musiciste erano un elemento fondamentale. Personalmente mi sento molto più a mio agio con uno strumento tra le mani...che sia la dobro piuttosto che il bodhram; nonostante i miei limiti tecnici mi piace rendere con lo strumento un'emozione che porto dentro. E poi mi piace la fisicità del suonare, nonostante ami anche molto cantare, ma con gli Afka'r i pezzi sono molto maschili e quindi dedico molta energia alla parte suonata.
Un minimo di storia: Federica doveva partire per un viaggio di quattro mesi in Sud America; riuscii a coinvolgerla prima che partisse a registrare alcune parti di basso sul CD (Pensieri Compressi che ho in lavorazione da diversi anni), con la promessa che quando sarebbe rientrata dal viaggio avremmo provato a lavorare insieme, cosa che poi puntualmente a avvenuta.
Annie la "corteggiavo" da tempo, la conosco da quando eravamo ragazzi ericordavo il suo temperamento forte; è bastato che rimanesse senza formazione (suonava coi Vagabond Shoes) per riuscire a convincerla definitivamente.
Proporre dal vivo musica poco commerciale, e quindi poco vendibile, significa “vivere” tra ovvie difficoltà. Sono sempre necessari i compromessi per raggiungere il successo, ammesso che sia ancora raggiungibile? Evidenzio che per me il successo significa poter campare facendo solo musica.
ANNIE: pur bazzicando ambienti musicali fin da ragazzina, ho solo fatto “comparsate” per brevi periodi in vari gruppi, ma sempre e solo come vocalist. Del resto sono sempre stata una chitarrista acustica e le band che frequentavo o erano troppo rockettare, o troppo poco ben disposte verso elementi femminili nel gruppo. Fino al 2007, quando sono entrata a far parte dei Vagabond Shoes, gruppo folk storico del savonese, prima come seconda voce, poi a pieno titolo come strumentista e cantante. Una bellissima esperienza in un genere a me molto congeniale. Ma era già iniziato il corteggiamento da parte di Mauro (Pinzone), che io conoscevo dai tempi del liceo. E quando, allo scioglimento dei Vagabond, il buon Pinzone si è rifatto avanti con la sua proposta ed una registrazione della nuova versione della band (ex Pensieri Compressi), non ho avuto dubbi: quella era la mia nuova strada. Ho trovato musicisti straordinari e persone di rara sensibilità: siamo un gruppo veramente affiatato e nonostante la diversa provenienza musicale di tutti quanti, la commistione di gusti porta a un ottimo risultato.
Esiste un tuo punto di riferimento, un artista, italiano o straniero, di cui vi siete artisticamente innamorati e di cui avete subito l’influenza? ANNIE: ascolto davvero quasi ogni cosa e di volta in volta mi faccio trascinare emotivamente da più artisti, passando dal folk all'heavy metal piuttosto che dal jazz alla musica etnica. Ma da anni le emozioni più grandi le suscita Jeff Buckley: me ne sono innamorata al primo ascolto con Grace e mi piacerebbe tantissimo riuscire a trasportare nei nostri brani qualcosa del suo modo di suonare. Ma alla fine credo di essere sempre me stessa: se ascolto una voce che mi impressiona particolarmente, che sia Giorgia piuttosto che Ani diFranco o Elizabeth Frazer, cerco di farla un po' mia, riscoprendo quello che posso fare con la mia voce cogliendo un suggerimento dalla loro grandissima capacità. Ma se devo proporre qualche cosa di nuovo, il primo consulente è la mia “sorellina”.
FEDERICA : fortunatamente le mie influenze sono molteplici e diverse. Ho ascoltato tanto heavy metal e mi piace ancora adesso. Ascolto tanto jazz, ma il mio genere preferito è il funky, meglio se contaminato. Non ho un artista preferito, perché mi piace spaziare e farti l'elenco completo sarebbe lungo e noioso.
MAURO: ascolto ogni tipo di musica da pìù di trentacinque anni; ho avuto varie fasi, e ho sempre cercato e cerco ancora oggi di contestualizzare la musica che ascolto. Negli anni settanta ero innamorato di C.S.N. & Y., negli anni ottanta di REM, U2 e Joe Jackson, negli anni 90 di Michael Hedges e di tutta la tribù della Windham Hill (ho una collezione di vinili da fare invidia ai migliori collezionisti), negli anni 2000 mi sono invaghito di parecchi artisti: Porcupine Tree, Dave Matthews, Cinematic Orchestra, Zero 7, Tortoise. La continuità l’ho però trovata in Bruce Cockburn, grande cantautore canadese che mi accompagna da quando ho iniziato ad ascoltare musica. Artista italiano che mi ha influenzato ? Eugenio Finardi, anche se molti dicono che la mia voce assomiglia molto a quella di Augusto dei Nomadi.
Come si riesce a conciliare la vita familiare con quella artistica?
Federica:Devo rendere conto solo a me stessa, ma, in ogni caso, la mia libertà non si tocca.
Mauro: no comment.
Se ci riferiamo ai brani che proponete, qual è il legame tra musica e testo? Devono esistere entrambi o la musica da sola è già un’elevata fonte di espressione?
ANNIE: i nostri pezzi sono praticamente tutti scritti da Mauro, sia per quanto riguarda i testi che la musica. Io per ora ho proposto un solo pezzo, dal momento che fino ad oggi i brani da me scritti sono essenzialmente in inglese, e i miei pezzi sono quasi tutti espressione di esperienze personali. Ma anche le canzoni di Mauro hanno una forte impronta personale, sebbene molte siano stati composte nel corso della sua lunghissima carriera di autore (è pur sempre il nonno del gruppo, eh eh), prendendo spunto da fatti della storia recente (come Lampi nella notte, che parla dell'ultima guerra di Serbia). FEDERICA : per me la musica da sola può bastare. Naturalmente in un gruppo cantautorale il testo è imprescindibile! Fortunatamente le due voci degli Afka'r non hanno il carattere tipico dei cantanti, altrimenti ci sarebbe da spararsi!!
MAURO: risposta scontata per un cantautore; credo nell’immediatezza sia della musica che del testo ed entrambi devono convivere in perfetta sintonia: un testo senza una musica adeguata o viceversa non fanno una canzone.
Ho letto di come Mauro Pinzone sia il realizzatore di quasi tutti i brani. Qual è il contributo del gruppo, dall’idea iniziale alla stesura definitiva?
ANNIE: Mauro propone i suoi brani, a volte partendo solo da un giro di accordi o un riff che gli piace particolarmente, e poi tutti insieme diamo un suggerimento per l'arrangiamento del brano: è in questo modo che, per esempio, è nato il nostro pezzo d'apertura, Afka'r. Nel caso di canzoni già belle e confezionate (Mauro ha una scorta di canzoni vecchie incredibilmente lunga e produce brani nuovi con grande facilità), di solito si comincia a suonarlo, abbozzandolo e poi dandogli nuova forma. Per fortuna Mauro non è uno geloso dei suoi pezzi, è molto disponibile ai suggerimenti ed alle modifiche; del resto sa di avere a che fare con personaggi di grande carattere e, soprattutto, con due donne per niente morbide da gestire!
FEDERICA : Mauro è il principale realizzatore perché gli Afka'r nascono dalle ceneri del suo groppo precedente, i Pensieri compressi, di durata più che decennale. Noi ci siamo occupati di riarrangiare i brani vecchi in chiave acustica. Ora il contributo a livello strumentale è alla pari, mai lui resta sempre il principale compositore dei testi, anche se le possibilità sono aperte a tutti. C'è un buon lavoro in sala prove e ognuno dà il proprio contributo.
MAURO: lascio molto spazio alla creatività dei componenti del gruppo, per me è fondamentale l’apporto di tutti; il bello di questa formazione è che ogni arrangiamento è perfettamente condiviso e discusso. Mi sono sempre comportato in questa maniera con i musicisti con cui ho suonato, con ottimi risultati, sia per il gruppo, che per la crescita artistica dei singoli musicisti.
Esiste un disco che amate sopra a ogni altro?
ANNIE: come ho già detto prima, io sono particolarmente innamorata di Jeff Buckley, ma di sicuro il prossimo grande amore sarà il nuovo disco degli Afka'r!
FEDERICA : no, non riuscirei a ridurre le mie preferenze a un gruppo, figurati a un disco!
Avete impresso un episodio significativo, positivo o negativo, legato alla vostra storia di musicisti?
ANNIE: sinceramente il primo concerto in piazza con la mia vecchia band, davanti ad un pubblico grandissimo in cui, a parte mamma, sorelle ed amiche che facevano un tifo sfegatato, c'erano un sacco di persone per cui io sono solo “la segretaria dell'amministratore” e che ora invece mi chiamano “la cantante”; è bello esser fermate per strada e sentirsi dire “ti ho vista e sentita l'altra sera, sei bravissima” : l'ego di un musicista non è mai colmo abbastanza!
FEDERICA : nessuno in particolare. Ogni volta che suono ottengo sia soddisfazioni che frustrazioni. E' una continua altalena che a volte fa venire le vertigini come sulle montagne russe, ma a volte causa nausea e rifiuto totale. Ma se ti fermi sei perduto.
Utilizzate, musicalmente parlando, i tre desideri della lampada di Aladino, da realizzarsi nei prossimi cinque anni.
ANNIE: vedere realizzato il primo vero disco degli Afka'r, con dentro dei pezzi miei, e suonare davanti ad una marea di persone, una specie di Woodstock in versione più folk/etcnico, e magari anche un bel riconoscimento dell'impegno e dello sforzo che facciamo per proporre musica di buon livello: un bel premio della critica in qualche manifestazione non sarebbe male, no?
FEDERICA : 1. diventare una brava contrabbassista jazz. 2. fare una lunga tournèe musicale. 3. finirla con la nausea e godermi solo le montagne russe, ah ah ah!!!
MAURO:
1. Una produzione seria per gli AFKA’R 2. Tanti concerti in Italia e in Europa per fare conoscere la nostra musica a più gente possibile 3. Non perdere mai l’entusiasmo e l’ispirazione.