lunedì 20 aprile 2015

feat. Esserelà-Tuorl


Tuorl è il titolo dell’album di esordio dei feat. Esserelà, trio prog strumentale di Bologna, la cui uscita discografica è curata da JFR e Lizard Records.
Sono molto giovani, e con quel pizzico di follia -accompagnato in questo caso da vera genialità- tipico dell’età, riversato completamente nella loro musica.
Dallo scambio di battute a seguire emerge una situazione anomala, con un incontro magico -quello con la musica progressiva- che avviene in un secondo tempo, cosa del tutto naturale vista la premessa anagrafica, ma ciò che loro propongono nel disco è quanto di più vicino ai Gentle Giant io abbia mai ascoltato. Per chi non conoscesse la band inglese, in auge nei primi anni ’70, i fratelli Shulman e friends erano i più complicati, difficili da copiare, mostruosi tecnicamente, polistrumentisti e inventori di intrecci ritmici -e vocali- che hanno fatto scuola. L'elogio ai G.G. -che vidi nel ’73, momento di massimo loro splendore- mi conduce ai  feat. Esserelà, perché trovo grandi analogie nella costruzione dei brani, nell’utilizzo dei tempi composti, nell’uso di delay e loop impazziti, nella tessitura di trame impossibili che credo sarebbero negate alla media dei musicisti in circolazione.
Trovo in loro una grande perizia tecnica, che non suona mai come autoreferenzialità, ma sa di gioia espressiva, di ricerca della novità, in un contesto dove sembra che la musica nasca con  assoluta semplicità, ma non riesco a definire il loro contenitore “facile”… troppo complessa la costruzione che propongono, troppo perfetti gli incastri musicali.
Sono tre ma sembrano un’orchestra, con una strumentazione poco usata nel “trio” rock tradizionale -tastiere/chitarra/batteria- ma efficacissima.
Beh, in realtà esiste un leader, sempre presente, in grado di donare ispirazione a gettito continuo, quell’Esserelà che detta tempi e trame, e non abbandona mai il campo, agendo da demiurgo nei casi più intricati.
Band strumentale, almeno per il momento, ma la mancanza delle liriche non appare poi così importante, anche se personalmente credo che il tocco di una voce particolare -e non ce ne sono molte in giro- darebbe nuove opportunità comunicative, e potrebbe rappresentare una pista di lavoro per il futuro.
L’artwork dice molto di loro, un insieme di immagini che mischiano fotografie un po’ retrò a cartoons, con il risultato di regalare pesanti punti di vista rivolti al sociale ma… con il sorriso sulle labbra, come Esserelà suggerisce.
Tirare macigni senza ritirar la mano, ma alleggerendo il peso utilizzando sarcasmo ed ironia: è questo ciò che ho captato, la sintesi della filosofia di vita di tre ragazzi… pardon, quattro, che regalano musica pregevole, davvero matura e di spessore.
E se il buon giorno si vede dal mattino!




L’INTERVISTA

Come nascono e come si evolvono musicalmente i feat.Esserelà?
Siamo nati con l'intento di fare la musica che più ci esaltava, ma solo per noi stessi, e di non suonare mai davanti ad un pubblico. All'inizio i primi brani erano solo chitarra e batteria e non c'era neanche la consapevolezza che da questi sarebbe nato un gruppo, con l'arrivo casuale del tastierista. Poi capitò che ad un festival ci fosse bisogno di una band per riempire il cartellone e così, presi dall'entusiasmo, decidemmo di tentare. Visto la risposta del pubblico, capimmo che la fama era dietro l'angolo. Da quel giorno abbiamo cominciato a suonare il più possibile e, con alle spalle un repertorio più ampio e l'incontro con una rock star bosniaca,  abbiamo registrato il primo album, Tuorl, uscito a febbraio 2015, dopo più di due anni di lavoro.

Avete punti di riferimento assoluti, artisti che vi hanno influenzato in modo determinante?
La nostra grande ispirazione è la colonna sonora di Virtua Tennis, più che altro per le atmosfere, visto che il nostro stile è certamente differente, molto meno heavy metal. Tendenzialmente veniamo dal rock e dal funky più che dal prog, che abbiamo scoperto in tempi più recenti perché la gente ci riconduceva spesso a questo genere. I gruppi più ascoltati sono i Led Zeppelin, i Mars Volta, Zappa, i Gentle Giants e ultimamente un gruppo americano fuori di testa che si chiama Tera Melos. Ovviamente l'artista di riferimento cardine è comunque l'Esserelà.

Vi definite band prog strumentale: mi date una definizione di “prog” applicato alla vostra musica?
In effetti noi non ci sentiamo molto prog, anche perché sono passai quarant'anni da quello vero e proprio, e volutamente cerchiamo di essere diversi dai gruppi prog tradizionali. Il genere non è morto, se lo si continua a pensare nel suo significato originale, quello della progressione ed evoluzione musicale, del non darsi regole di struttura, di ritmica, di sonorità, ma continuare a sperimentare sempre e seguire ogni buona intuizione, qualsiasi essa sia.

Qual è il motivo della formazione a tre: esigenza funzionale alle vostre idee musicali o semplice feeling tra le persone giuste?
Direi assolutamente feeling tra persone giuste. L'idea è stata quella di fare un gruppo noi tre, perché amici da sempre e consapevoli che potevamo avere lo stesso obiettivo. A quel punto le idee musicali sono state funzionali alla  formazione.

La vostra musica è strumentale: non pensate che la voce, al di là della possibilità di regalare concetti e pensieri, sia essa stessa uno strumento da utilizzare, tra l’altro l’unico “vivo”?
No, non pensiamo che sia l'unico strumento “vivo”. Sicuramente è uno degli strumenti più espressivi, ma è solo uno dei tanti strumenti che non sono (ancora) entrati nella nostra musica. Non l'abbiamo utilizzato perché i nostri pezzi sono pensati con tanti cambi ritmici e con gli strumenti molto in primo piano quindi la voce risulterebbe eccessiva. Detto ciò non è escluso che in futuro collaboreremo con qualche cantante, ma, data l'importanza  della voce nel caratterizzare un gruppo, solo se ne troveremo uno che sia in linea col nostro stile.

E’ appena uscito il vostro album di debutto “Tuorl”, per JFR e la Lizard Records: da dove arriva la “profonda ispirazione dell’Esserelà”?
L'Esserelà è il nostro vero leader, un fantoccio inquietante che si trova nella cantina dove proviamo ed è sempre presente a ogni nostra esibizione al centro del palco. Autore dei testi più introspettivi, noi siamo dei suoi umili collaboratori (da cui feat. o featuring) per dare meno importanza ai musicisti e più alla musica.

Ogni album, strumentale o no, presenta un filo sottile che lega l’intera produzione: possiamo trovare concettualità in “Tuorl”?
No, non c'è un legame tra un brano e l'altro e neppure li abbiamo presentati in ordine cronologico di composizione. In realtà abbiamo cercato di rendere il disco più eterogeneo possibile anche nelle sonorità, anche se per forza di cose il nostro modo di comporre i brani è riconoscibile in tutto il disco.

Come si comportano i feat.Esserelà… dal vivo?
Malissimo, nel senso che non siamo molto scenici, anzi per niente. Abbiamo l'illusione che conti solo la musica e non la performance scenica. E poi il palco è tutto per le gestualità e la mimica dell'Esserelà.

Progetti e sogni futuri… con i piedi per terra?

Abbiamo molti concerti in programma, anche se ovviamente non sono mai abbastanza. In particolare tra una decina di giorni suoneremo in un bellissimo teatro dove riprenderemo audio e video. Abbiamo poi in programma una sonorizzazione di un film muto di Chaplin, e ci esibiremo alla Festa della Musica di Modena a Giugno suonando la nostra musica sopra il film proiettato. Inoltre stiamo gettando le basi per collaborazioni molto allargate, forse anche con un'orchestra sinfonica. Sogni futuri ne abbiamo anche troppi, ma nessuno coi piedi per terra, quindi vedremo!