Cristiano Parato ritorna all’uscita discografica (VIDEORADIO) con un album, Still, a cui partecipano ospiti di caratura internazionale, alcuni già consolidati - Mike Stern e Dave Weckl- e nuove entrate significative -Dennis Chambers, Ricky Portera, Luca Scarpa e Lele Melotti.
Con una simile
squadra, al “servizio” del compositore Parato, qualsiasi approccio al suono
diventerebbe sinonimo di qualità, ma occorre guardare oltre e cercare di
scalfire la superficie, di penetrare un po’
più a fondo per cercare di comprendere l’idea, il percorso e la fase
realizzativa.
Il protagonista è il
basso, le cui peculiarità vengono messe in evidenza dall’autore, facilitato dal
dream team.
Detta così la chiosa
potrebbe prestarsi ad interpretazioni sbagliate, del tipo… esercizio di
bravura, dimostrazione di tecnica, applicazione della tecnologia e molto altro
ancora.
Un disco strumentale
potrebbe anche essere tutto questo.
Ma la genialità e lo
sforzo di Cristiano Parato si sintetizzano in quello che per me è un evidente
contrasto, quello che porta a nascondere il personaggio -il basso elettrico-
per esaltare il paesaggio, per raccontare storie, mondi lontani che prendono
luce dai diversi generi musicali che attraversano le undici tracce che
compongono Still.
Occorre rompere gli
schemi e guardare ogni elemento da diversi punti di vista, e in questo caso troveremo
che anche il basso può diventare narratore, proponendo, quasi in arpeggio,
momenti intimi, conducendo imponenti attimi funky, percorrendo le vie del jazz,
esplorando le etnie multiple, con un ruolo solistico.
Ecco il rovesciamento,
condurre e non solo accompagnare, protagonista e non solo gregario, seppur di
lusso.
Mi perdonerà Cristiano
Parato per le mie divagazioni, ma la musica deve essere qualcosa di più di
quello che ci troviamo, anche casualmente, tra le mani, e la sinossi del successo
del “prodotto” risiede nella sua capacità di far scattare l’interattività, il
dialogo tra autore e ascoltatore, ed io, col passare delle tracce, ho trovato
il simbolo del perfetto concetto di “squadra”, dove lo stereotipo -la funzione
tradizionale dello strumento- viene abbattuto, e dopo tanta fatica viene
riconosciuto un ruolo e viene segnalata una strada con nuove possibilità.
E se questi miei
concetti sono troppo personali, magari non condivisibili, è sufficiente
lasciarsi colpire alla pancia da un ritmo e da un “canto” che possono
tramortire e far sognare allo stesso tempo.
Il video ufficiale,
che propongo a seguire, esemplifica, spero, il mio pensiero e chiarisce il
tocco internazionale a cui accenno anche nell’intervista a seguire.
Lo studio, l’applicazione
e il gusto di Cristiano Parato potevano portare ad un ottimo album… è uscito qualcosa
di più, e sarà per tutti una piacevole scoperta.
L’INTERVISTA
Era la fine del 2011
quando, terminando la nostra intervista, ti chiedevo: “Prova ad esprime un
desiderio musicale da realizzarsi entro il 2015”. Puoi tirare le somme di
questi tre anni e mezzo fatti di musica?
Intanto è un piacere ricontrarti.
Dopo l’uscita di “Riding Giants” devo
dire che la mia carriera ha subito una svolta. Intanto parecchio interessamento
da parte dei media, ma soprattutto da parte del mondo musicale in generale, aziende, scuole,
produttori e musicisti, quindi sono stati anni in cui ho suonato parecchio, ho
svolto seminari in giro per l’Italia e ho collaborato con alcune aziende per lo
sviluppo di nuovi strumenti. Ovviamente ho trovato anche il tempo di studiare,
di comporre nuovi brani e di collaborare con altre situazioni, come ad esempio
con i miei amici Riccardo Cherubini, Maurizio Vercon e Massimiliano Difraia,
con cui ho pubblicato da poco l’album CBE Bros.
Come nasce “Still”?
E’ rappresentativo di questo tuo momento di vita o riassume molto di più?
“Still” è nato quasi per caso.
Inizialmente la mia intenzione era quella di riproporre brani vecchi in chiave
nuova, ospitando tutti i grandi musicisti che in questi anni hanno collaborato
con me. Infatti il titolo stesso “Still”,
che tradotto vorrebbe dire ancora, sta a significare il ritorno della mia
musica con i miei grandi amici. Poi grazie a Scott Henderson, ho conosciuto
Dennis Chambers, e Beppe Aleo mi ha presentato Ricky Portera, e quindi ho
deciso di allargare il parco ospiti e di scrivere nuovi brani. Posso affermare
che “Still” rappresenta il mio
attuale modo di fare musica ed evidenzia anche una grande maturazione che ha
portato alla produzione, a mio avviso, di una ottimo album.
Sei solito circondarti
di musicisti eccezionali, e questa volta, oltre a Mike Stern e Dave Weckl, già “ospiti”
nell’album precedente, presenti altri artisti illustri - Dennis Chambers, Ricky Portera, Luca
Scarpa e Lele Melotti. Come è nata la squadra?
Come già detto in precedenza,
per Dennis Chambers devo ringraziare Scott Henderson che avrebbe dovuto suonare
anche lui due brani, ma reciproci impegni lo hanno impedito. Ho conosciuto
Dennis a Milano, poi, trovato l’accordo sono volato a Baltimora dove abbiamo
registrato tre brani. Ricky Portera si è avvicinato al progetto grazie al mio
discografico e amico Beppe Aleo, dell’etichetta Videoradio. Ricky è stata forse
la sorpresa più piacevole dell’intero progetto. Questo nuovo lavoro è stato
registrato e missato all’ Only Music Studio di Carlo Miori, e proprio qui ho
conosciuto Luca Scarpa, grande musicista, sicuramente un valore aggiunto che ha
portato qualcosa di nuovo al mio già consolidato sound. Ovviamente per questi
immensi musicisti non è stato un problema integrarsi con il resto della
squadra.
Il video di
presentazione è stato realizzato a New York: luogo più affascinante di altri o
ulteriore tocco di internazionalità?
Personalmente ho un
grande legame con New York, perché in questa città meravigliosa ho conosciuto
grandi musicisti, suonato e ovviamente registrato con Mike Stern. Quindi il
video voleva essere oltre ad una testimonianza importante, anche un omaggio ad
una città che per la musica rimane un punto di riferimento. Oltretutto i
ragazzi della Liuteria 3G di Modena, con cui ho collaborato alla progettazione
del basso protagonista del video, The Sniper Bass, conoscevano Luca Campanale,
che ha filmato ed editato il video. Luca vive a Brooklyn, quindi è stato tutto
più semplice.
Mi è capitato negli
ultimi tempi di ascoltare album di bassisti che provano a fare evolvere lo
strumento e a rompere gli schemi tradizionali: qual è secondo te la
potenzialità, ancora inespressa, dello strumento?
Il basso elettrico è
uno strumento meraviglioso che grazie alla genialità di musicisti immensi come
Jaco Pastorius e Stanley Clarke, ma non solo, ha raggiunto livelli di
espressività che prima erano sconosciuti. Credo che le potenzialità siano
ancora elevate grazie anche al lavoro tecnico sviluppato dalle aziende del
settore. Ad esempio io collaboro da alcuni anni con Alusonic, un’azienda di
Riccione che sta diventando grande grazie a bassi di altissimo livello
costruiti con l’utilizzo dell’alluminio. Ennesimo esempio della qualità del
made in Italy.
Live e Studio: dove trovi
maggiore soddisfazione?
Come per tutti i
musicisti, per me il live ha un sapore particolare, quello che esprimi dal vivo
è una magia unica, ma devo dire che trovo maggior soddisfazione in studio. Mi
piace sperimentare e arrangiare, e lo studio è il luogo dove passo la maggior
parte del tempo, per portare avanti il
mio processo di crescita.
A proposito di “live”,
come pubblicizzerai “Still”? Hai pianificato qualche data?
Oggi i canali per
pubblicizzare un prodotto sono molteplici, questo è una caso in cui il web ti
aiuta tantissimo, motivo per cui ho investito nella produzione di un video, che
nella musica strumentale è un fatto abbastanza inusuale. Ovviamente sto
preparando un progetto live per proporre “Still”,
ma per ora non ci sono ancora date ufficiali.
Ancora una curiosità:
vedi qualche spiraglio, qualche miglioramento, se ti fermi ad osservare il
grado di salute della musica?
Ho pubblicato il mio
primo album nel 1997, e già si sentiva parlare di crisi del settore. Credo che
l’avvento del CD nei primi anni novanta avesse iniziato il processo di caduta del mercato
discografico, perché purtroppo tutto quello che è digitale e facilmente
duplicabile e quindi la pirateria e la masterizzazione “casalinga” trovarono da
subito terreno fertile. L’avvento delle nuove tecnologie ha portato ad un modo
diverso di fruire la musica, ma soprattutto ha disabituato le nuove generazioni
ad apprezzare i progetti nella loro completezza. Oggi più nessuno va a guardare
copertina, libretto e credits, la gente scarica e ascolta solo quello che gli
interessa. Credo che l’unica arma possa essere la qualità. Oggi è molto
sviluppata la moda degli home studio, perché il digitale ha stretto la forbice
tra studio professionale e amatoriale,
invece a mio avviso la differenza è ancora grande, e noi musicisti, per
primi, dobbiamo far notare questa differenza con il nostro lavoro. Ad esempio,
io ho deciso di eseguire il mastering di “Still”,
allo Sterling Sound di New York, e devo dire che la differenza si sente.
Un po’ di storia tratta dal comunicato ufficiale…
Cristiano Parato, bassista compositore, grazie alle varie
collaborazioni con musicisti di fama internazionale, oggi è considerato un
bassista di riferimento. Ha iniziato a suonare il basso elettrico a quattordici
anni, affrontando da subito studi di tecnica e di armonia, seguito dal suo
insegnante storico, Marco Gallesi, ex Arti e mestieri. Innamorato della tecnica
e musicalità di Jaco Pastorius, del sound dei Police e di tanti altri artisti
come Stanley Clarke e Billy Cobham, è riuscito negli anni a creare un proprio
stile e un modo molto originale di comporre ed arrangiare. Dopo un'esperienza
come cantautore, nel 2006, è tornato prepotentemente allo studio del suo
strumento seguendo master e clinic in giro per l'europa. Sono sei i suoi lavori
discografici, ma i principali sono quelli editi da Videoradio, che Cristiano ha
prodotto tra il 2009 e il 2015. "Ostinato Bass" vede la
partecipazione del batterista italiano Lele Melotti e il grande chitarrista
Scott Henderson. Segue "Riding Giants", in cui Cristiano duetta con
due mostri sacri, Dave Weckl e Mike Stern. Nel suo ultimo lavoro,
"Still", il nostro bassista raggiunge livelli elevati con grandi
composizione ed esecuzioni magistrali, ma anche grazie ai sei ospiti di
caratura internazionale quali Dennis Chambers, Ricky Portera, Luca Scarpa e i
grandi amici, Melotti, Stern e Weckl. Per promuovere "Still",
Cristiano ha prodotto e diretto il video musicale del brano "The
Sniper", registrato nel novembre 2014 a New York. In questi anni si nota
una grande crescita artistica grazie a importanti esperienze in studio ma anche
grazie alle altrettanto importanti esperienze live, tra cui i concerti con
Scott Henderson e Dominic Miller, mitico chitarrista di Sting. Grazie alle
indubbie capacità tecniche all' esperienza didattica e di studio recording,
viene sovente invitato a partecipare come docente ad eventi e seminari.
Cristiano è autore e arrangiatore di tutte le composizioni contenute nei sei
lavori discografici, e dai collaboratori più stretti, è apprezzato per la sua
originalità.