Fotografia di Marco Pastorino
I BIG ONE, dopo il concerto dello scorso anno a
Savona, ritornano in Liguria, e si fanno conoscere e amare anche dal pubblico
genovese, quello che il 23 aprile ha
gremito il Teatro Politeama.
La band è ormai super
conosciuta, e tra i tanti mezzi tecnologici disponibili, utili normalmente per
la condivisione, c’è da aggiungerne uno che tanto all’avanguardia non è… il
passaparola. Erano infatti molti quelli che avevano assistito al concerto del
luglio 2014, ma soprattutto i curiosi, convinti a presenziare dal giudizio e
consiglio di amici degli amici.
E a giudicare dall’entusiasmo
che ha caratterizzato la fine di ogni brano, si può affermare con buona
certezza che nessuno è rimasto deluso.
Il gruppo porta in scena
“The European Pink Floyd Show”, e
nell’occasione realizza uno spettacolo lunghissimo, circa tre ore, con un
piccolo intervallo a metà serata.
Questa la “scaletta”…
Un set vario, che
presenta i brani più conosciuti e utilizzati dalle “tribute band”, con alcune
varianti, come “The Final Cut”, canzone che si allontana dai repertori standard,
tratta dall’album omonimo del 1983.
Lo show dei BIG ONE è fatto, ovviamente, di musica
di qualità, ma l’effetto scenico contribuisce in modo determinante alla
riuscita della performance, e così il gioco di luci e le proiezioni video sul
cerchio alle spalle della band diventano parte integrante di una performance
che, ancora una volta, stupisce ed esalta i presenti.
Ruolo importante in
questo settore specifico è quello di Gian
Paolo Ferrari, factotum insostituibile e decimo componente del gruppo.
Chi
sono gli altri, i nove presenti sul palco?
Leonardo De Muzio (chitarra solista e canto), Elio Verga (chitarre), Claudio
Pigarelli e Stefano Righetti
(piano, hammond, synth), Paolo Iemmi
(basso e canto), Stefano Raimondi
(batteria e percussioni), Debora Farina e
Elisa Cipriani (cori) e Marco Scotti (sax e chitarra acustica).
Una macchina corposa,
probabilmente difficile da oliare e affinare agli inizi, ma ora in grado di
scatenare -letteralmente- un pubblico trasversale che in alcuni casi diventa itinerante, e ne segue gli
spostamenti.
Musicisti eccezionali
e musica incredibile, capace ancora di calamitare l’attenzione di un pubblico
di ogni età, perché l’opera di sharing dei “padri” trova facilmente terreno
fertile.
Ed è proprio l’elemento
“giovani” che mi piace sottolineare, perché erano davvero tanti, tra bambini e
adolescenti, e questo certifica l’universalità di un genere musicale che spesso
si tende a minimizzare.
Registro un altro
aspetto significativo: è sempre più richiesta una fruizione di concerti in
luoghi in cui ci si può muovere e consumare, l’esatto contrario della mia idea
di performance live. Il lunghissimo e accurato set è stato ripagato da un
pubblico assolutamente concentrato, ma pronto ad esplodere nel momento giusto,
che in alcuni casi si è aggiunto -o ha sostituito- i vocalist da palco, segno
massimo della partecipazione e condivisione: e quindi stare seduti… è
possibile!
E il gradimento dei
BIG ONE, abituati a folle numericamente ben più importanti, era palese e
sincero, e immagino che ormai la Liguria sia entrata un po’ nei loro cuori.
Un’altra serata da
forti emozioni, come il video a seguire, forse, potrà testimoniare.