Nato a Melegnano
(Milano), Roberto “Juri” Camisasca irrompe nel mondo discografico
italiano nel 1975 con un album anomalo e surreale, La Finestra
Dentro, prodotto
da Franco Battiato e Pino Massara e pubblicato dalla BLA BLA.
Il
disco riceve critiche attente ed entusiastiche, e nonostante sia un’opera
giovanile lascia trasparire l’intensità espressiva e la sensibilità musicale
dell’artista, nonché il disagio e l’irrequietezza di un’epoca.
Oggi
"La Fienstra Dentro" è annoverato tra gli episodi più interessanti
del prog italiano.
Ad
esso seguono nel 1975 i 45 giri “La Musica
Muore”/”Metamorfosi”
e “Himalaya”/”Un Fiume di Luce”.
Nello
stesso anno Juri partecipa al progetto “Telaio
Magnetico”, un “super-gruppo che nasce e si esaurisce nell’arco
di un piccolo tour , "...quando la
vacanza era un viaggio e il viaggio assumeva
anche una dimensione interiore...”, come si legge nel libretto
della ristampa su CD, insieme a Franco Battiato, Mino Di Martino, Terra Di
Benedetto, Roberto Mazza, Lino “Capra” Vaccina.
Peppo
del Conte, all’interno del libretto del CD de "La finestra dentro"
(ristampa del 1991), descrive con queste parole il loro primo incontro. “Juri Camisasca era un ragazzo dell’hinterland milanese, ma
sembrava che Franco l’avesse scovato in capo al mondo. Le sue prime foto
promozionali mi fecero pensare a un gatto impaurito (e perciò pericoloso).
Aveva 22 anni, ma ne dimostrava anche meno, tanto era timido, impacciato, quasi
impreparato al contatto con gli altri. Parlava a sprazzi, con fare schietto e
vagamente sognante. Ma quando imbracciava la chitarra si trasformava: una voce
sorprendente, dai toni irruenti e allucinanti, per trasportare gli ascoltatori
dentro i suoi incubi surreali. Non c’era in lui nessun progetto
intellettualistico, non era sbarcato nessun Kafka nell’industria della canzone:
l’assurdo emergeva terribile dalla realtà tutt’intorno e lui era solo un
testimone ignaro e un po’ infantile che cercava di coglierne il senso. Il suo
album d’esordio ebbe una buona accoglienza dalla critica: ma Juri viveva al di
sopra di ogni problematica di successo…”.
Di
questi anni sono le partecipazioni a dischi di Battiato (“Clic”, 1974, e “Juke
Box”, 1978), di Lino “Capra” Vaccina (“Antico adagio”, 1978), Francesco Messina
(“I prati bagnati del monte Analogo”, 1979), e Alfredo Cohen, (“Come barchette
dentro un tram”, 1976).
Seguono
diversi concerti in cui utilizza la voce alla maniera orientale, senza testi,
accompagnandosi con un armonium.
Fino
alla rassegna di musica orientale al teatrino della Villa Reale di Monza del
1978.
“Juri la tenne a battesimo con un concerto
indimenticabile, lui, la sua voce e l’harmonium. Non mi rendevo conto che
quello strumento sarebbe stato da lui suonato per l’ultima volta. Qualcun altro
venne a ritirarlo mentre in lui diventava urgente staccarsi dal mondo musicale
ordinario. Avrei voluto fargli vedere quell’articolo che il Corriere delle Sera
gli dedicò il giorno dopo; venni a sapere che non abitava più a Milano ma in un
monastero. Fu allora che in qualche modo spiegai quel titolo che,
inconsciamente e su indicazione di Battiato, avevo dato alla rassegna: L’evoluzione interiore dell’uomo.” (Giordano
Casiraghi, 1991).
Alla
fine degli anni ‘70 l’inquietudine che l’ha sempre accompagnato trova risposta
nella ricerca religiosa e Juri si ritira a vita monastica per 11 anni. Ne esce
inizialmente nel 1987 per partecipare ad alcune rappresentazioni dell’opera
“Genesi” di Franco Battiato, in cui è cantore e voce recitante, e
successivamente per sostituire la vita monastica con quella eremitica, alle
pendici dell’Etna.
Di
questo stesso periodo è la pubblicazione del suo secondo LP, TE DEUM (1988),
prodotto dall’Ottava/EMI.
È
un disco di canto gregoriano arrangiato elettronicamente che comprende brani
della tradizione e composizioni originali, e che restituisce alla discografia
un autore e un interprete maturato e ispirato. Ad esso segue Il Carmelo
di Echt (EMI,
1991) che comprende nove canzoni di grande intensità lirica, espressione di una
profonda ricerca interiore, e nel 1999 Arcano Enigma, a tutt’oggi il suo ultimo
CD, prodotto da Franco Battiato e suonato con i Bluvertigo.
Contemporaneamente
scrive canzoni per altri interpreti, come la fortunata “Nomadi”, (incisa da
Alice, quindi da Franco Battiato e successivamente Giuni Russo) e diversi altri
brani per Milva (in “Svegliando l’amante che dorme”,1989), e Alice (5 canzoni
di “Il sole nella pioggia” del 1989 e i singoli “Open your eyes”, 1998, e “Il
giorno dell’indipendenza”, portato a Sanremo da Alice nel 2000).
È
presente come autore anche nel CD “Serendipity” della PFM e in “Signorina Romeo
– Live” (2002) e “Morirò d’amore” (2003) di Giuni Russo.
Negli
anni 90-2000 è ospite al Club Tenco (1991) e partecipa come interprete
all’opera “Gilgamesh” di Franco Battiato (1992), ai CD di Lino “Capra” Vaccina
“L’Attesa” (1992) e “In cammino tra i sette cieli” (1995), e al progetto
Devogue (1997).
Alcuni
suoi brani degli anni 70 sono stati recentemente ripubblicati nel CD “La
Convenzione” (D’Autore, 2002).
Da
anni accosta all’attività musicale quella pittorica, in particolare la pittura
di icone.
Nessun commento:
Posta un commento