Il pensiero di Beppe
Crovella il giorno dopo ProgLiguria
PROG LIGURIA, UN BELL’EVENTO DA RICORDARE
... osservazioni del giorno dopo,
rivolte a chi c’era, a chi avrebbe
voluto esserci, agli appassionati prog ed in particolare a chi, sia
“media” che pubblico... non e’ propriamente nel nostro contesto.
IERI
IL 21 gennaio a La Spezia è stato un
giorno che sarà ricordato, da chi è nel mondo prog e non solo, grazie al
notevole “cast artistico” che vi ha aderito, a chi l’ha ideato ed organizzato,
a chi ha contribuito al realizzarsi dell’evento, ed a chi era là.
E’ stata una gran bella giornata, già di
per se stessa che troverà il suo posto nella nostra memoria per
quello che ha significato, sotto più aspetti.
IL PROG ITALIANO E ‘ PIU’ CHE MAI
VIVO E CONTINUA A CRESCERE
Questa rassegna di così tanti gruppi decisamente interessanti
ha mostrato ancora una volta che il prog italiano è vivo, vivo più
che mai, sia nei gruppi cosiddetti “storici” che nei gruppi nati successivi ai
gloriosi anni 70.
Questo senso di continuità è una
splendida constatazione per questo genere, che acquista particolare
valore, oggi, non essendoci le situazioni “ideali” che caratterizzarono gli
anni 70, sia nel campo concertistico che nelle vendite discografiche che
all’epoca vedevano gruppi prog italiani ed inglese ai primissimi posti delle
Hit Parade, per più tempo.
Il fatto che il “prog italiano”
continui ad essere “area fertile” tanto per chi già semina da anni
che per i ..."nuovi seminatori" è un segno di continuità assai
confortante.
IL PROG ITALIANO NEL MONDO
Il prog italiano continua ad essere
uno dei pochi tra gli stili musicali, diciamo nazionali, che sia riuscito
ad avere dagli anni 70 dei significativi riconoscimenti internazionali e che
continua ad averne.
Ricordo un certo orgoglio che si provò
un pò tutti, quando, prima di tutti, la “PFM” firmò per la Manticore,
come poi il “Banco”, così come quando “Le Orme” uscirono per la Charisma.
Per la musica italiana su fu un sorta di
Laurea ad honorem, il “riconoscimento” che arrivò dalla terra madre del prog. l’Inghilterra.
E... voglio condividere con chi mi
legge, il rimpianto di non avercela fatta, all’epoca con “arti & mestieri”,
con la Manticore, dopo aver conosciuto Greg Lake, che ci venne a vedere
a Bergamo, nel corso del tour con la PFM, e che era... dell’avviso, come
il resto della Manticore di avere gli arti & mestieri, ma non si
raggiunse l’accordo manageriale e discografico.
In compenso uscimmo già in Giappone con
Pioneer per “tilt” ed in Francia con Barclays “Tour de Valse pur le
Demain”.
In questi anni è lunga la lista di
tour e concerti all’estero per noi e per più gruppi del prog italiano.
Tornando all’oggi, a novembre abbiamo
avuto in Giappone il clamoroso successo del Primo Festival della Musica
Progressive Italiana, che sarà seguito da un secondo festival tra 3 mesi.
E poi, la giornata di ieri, che avrà eco
non solo nel nostro paese, come si vede già dai primi resoconti del giorno
dopo.
IL PROG PARTE "DAL
IERI" PER PROIETTARSI NEL DOMANI
Da sempre penso due cose, che sono
totalmente in sintonia, ossia da un lato che quel momento storico dei 60 e dei
70 debba essere tenuto sempre presente, sempre citato e ricordato, rivissuto ed
approfondito, per cercare di trasmettere alle generazioni seguenti
quel meraviglioso feeling di creatività e libertà .
...affermava Ian Mac Donald, di “new
Musical express” la difficoltà nello “spiegare come era... a chi non
c’era, in quegli anni!!
I 60 a 70 però non debbono essere
un’ancora che immobilizza il resto e concentra su di se tutta
l’attenzione.
Questo sarebbe da un certo punto di
vista, contro lo spirito progressive, che piu’ che altro, prima ancora di
essere stile è “intenzione” , è molto volentieri, determinazione nell’avventurarsi nelle “terre ancora di
nessuno”, per cui il passato in questo caso deve diventare energia e stimolo.
I 60 e 70 ogni volta che sono ricordati
debbono essere, a mio avviso, allo stesso tempo, recupero ed
approfondimento di un momento creativo eccezionale, ma anche per non dire
soprattutto, momento di spinta, momento propulsore, movente creativo e debbono
“catapultare” nel progredire verso un “nuovo inesplorato creativo” ed a mio
avviso, così facendo si da veramente ragione al carattere di un’epoca
fondamentale, all’identità dinamica che è "sintomo" dell’esser
progressive.
QUANDO LA “SOCIETA’” NON
AIUTA LA MUSICA, LA MUSICA AIUTA... ANCOR DI PIU’ LA SOCIETA’
Un altro segnale estremamente
importante, come ho detto nell’intervista di Athos ieri, sul palco è proprio
quello dato ieri, in un momento in cui “la società ’” per dirla in senso
generale “non aiuta la musica”, direi proprio...anzi..., allora, che cosa
fa la musica? la musica... aiuta’
la società, e non solo come fa da sempre, iniettando “il bello” nella
società, con positività, emozionalità, entusiasmo, energia, stimolo
all’immaginazione, e così via, che sono già cose vitali, enormi ed
indispensabili, ma interviene con un intervento “sul momento” offrendo gli
artisti il proprio lavoro totalmente gratuitamente (ed in alcuni casi,
spendendoci) a favore di una giusta causa.
GIRO DI PROG PER DOMANI
(...non sarà TILT)
Il “progressive italiano” nella giornata
di ieri, ha fatto anche capire quanto sia anche “gruppo”, interessato
all’esser ed al dare più che all’avere, e che musicalmente abbia una visione,
nel rispetto della sua natura, sempre più costantemente dinamicamente
proiettato in avanti, conforme alla sua identità di “ vincente alfiere” nel portare
l’immaginazione e l’azione oltre a quello che è stato ed anche oltre alle
avversità, lungo il sentiero della sua “insaziabile sete di avventure creative”
grazie alla passione dei musicisti, dei produttori discografici, dei media e
del pubblico, che non deve essere e sentirsi “solo spettatore” ma partecipante
effettivo all’espansione di un movimento creativo, che non solo non deve
arrestarsi ma deve espandersi più che può.