La
seconda serata della rassegna “OLTRE LA
MUSICA”,
realizzata a Cairo Montenotte nel Teatro di Città, prevedeva la presenza
di due significative “entità musicali”, tra cantautorato e jazz parlo di Aldo Ascolese e Gianluca Origone e dell’Evening Songs Trio, formato da Claudio Bellato, Maria Grazia Scarzella e Dino Cerruti.
Nessuna
graduatoria di merito e casuale logica di apparizione per musicisti di grande
talento individuale.
E’
stato un gran successo, testimoniato da un teatro pieno sino quasi alla massima
capienza, dal gradimento del pubblico, spesso indotto all’applauso a metà
brano, e dalla soddisfazione dei musicisti.
Sono stati centrati completamente i propositi degli organizzatori, che
hanno scelto appositamente il nome della rassegna con la speranza che
nascessero momenti magici, che superassero i confini musicali, situazione che
si realizza quando anche il pubblico rimane pienamente coinvolto.
In
un contesto quasi familiare, analogamente a quanto provato nella prima serata
del 17 dicembre, si è dato un taglio anomalo, facendo parlare i musicisti prima
e dopo la performance, provando ad avvicinare il più possibile spettatori e
artisti.
E nella
situazione di pieno coinvolgimento qualche ospite è salito sul palco, come
l’autorevole Andrea
Garavelli, bassista abituato alla compagnia di grandi rockstar, o
come alcuni del pubblico, impegnati al canto o al mandolino.
Il clima di
totale armonia è poi sfociato in un paio di brani in cui tutti i musicisti si
sono esibiti all'unisono, per concludere la serata nel modo migliore.
Si inizia
con Bellato-Scarzella-Cerruti, che
presentano uno dei loro tanti volti, con chitarra acustica, voce e
contrabbasso.
Propongono
parti del loro album “The Evening Songs”
e rimodellano cover di brani conosciuti, dando loro una nuova fisionomia di
stampo jazzistico.
“Mi
ritorni in mente” di Battisti, “Estate” di Bruno Martino, da Nino
Rota sino al Quartetto Cetra, con la voce di Maria Grazia che ha incantato tutti (ho raccolto commenti da chi
non la conosceva), miscelata alla bravura di Dino e Claudio.
Per me un’altra
conferma, e la soddisfazione di aver assistito ad una sorta di atto didattico,
quelle situazioni in cui si cerca di far arrivare la propria musica laddove,
forse, non è mai arrivata, per mancanza di occasioni.
E il pubblico
ha sottolineato con grande entusiasmo la qualità di questo trio.
Cambio di
palco con qualche scambio di battute e Ascolese e Origone
iniziano il loro show.
Tante le
“storie” di De Andrè, e qualche
sosta sul mondo Ron, Pagani e Conte, un attimo di poesia napoletana, una
divagazione spagnola e un paio di episodi personali, tra il serio e l’ironico.
Aldo si
scioglie col passare dei minuti e riesce ad interagire con gli spettatori.
Qualche
“lacrima”, qualche sorriso e una manciata di battute, mettono in scena passato
e presente, con un pubblico competente che si dimostra attento e concentrato,
ma pronto a sottolineare il gradimento, accompagnando con la voce i brani
conosciuti.
E poi “gli
ospiti”( anche io ci ho provato…) che hanno dato il senso della giusta
dimensione della serata.
Alla fine
tutti sorridenti perché vedere un teatro pieno è sempre una grande gioia, da
qualsiasi lato si guardi la cosa.
Il giorno
successivo trovo persone sconosciute che in altro luogo mi fermano per
raccontarmi la loro soddisfazione. Sono di Cairo ed erano al concerto.
Anche per
me, che sono parte dell’organizzazione, una grande gratificazione.
E ora
toccherà a Delirium
e Tin
Pan Alley il 27 gennaio.