mercoledì 12 febbraio 2014

Nicole Venturini


Non so perché, ma mi pare di avere già vissuto questa storia… una segnalazione che arriva accompagnata da una “certificazione  di talento”, una presa di coscienza che, sì, il talento c’è, qualche domanda e la speranza di poter regalare un minimo di visibilità ad una giovane artista al momento sconosciuta.
Ma sì, lo so il perché, era il 2008, e la futura star nazionale Annalisa Scarrone mi raccontava qualcosa della sua breve vita, proiettandosi verso un futuro ancora incerto: dopo due anni sarebbe diventata un'artista affermata.
Ecco, vorrei essere almeno un portafortuna per Nicole Venturini, che mi ricorda tantissimo Annalisa.
Nel descrivere l'immagine che ho creato, provo a lasciare per ultimo il talento, ricordando che le componenti necessarie per “arrivare” -  e a me sembra un obbligo provare a sfondare nell’ambito delle proprie passioni - sono molte, e Nicole, a pelle, ne possiede alcune importanti.
Occorre, anche intelligenza, e dall'intervista a seguire il “sale in zucca” emerge.
Occorre, anche, cultura, status che le appartiene.
Occorrono, anche, idee chiare, quelle che lei dimostra di avere.
Occorrono, anche, umiltà mista ad ambizione e consapevolezza dei propri mezzi - e delle difficoltà del quotidiano - tutte cose che lei possiede.
Occorre, anche, un aspetto gradevole, e … anche questo c’è.
Ho lasciato per ultime due cose fondamentali, ma che da sole spesso non bastano, se non vengono soddisfatti i punti precedenti: lo studio e le capacità personali.
A Nicole non manca l’applicazione, l’impegno e una qualità che ha a che fare con il DNA.
Non ho nessun album su cui lavorare per ricavare giudizi certi, ma i brani ascoltati in rete mi fanno pensare ad enormi potenzialità, ad una vocalità di livello superiore, a originalità interpretativa  e a una forte capacità naturale di trasmettere emozioni e, come lei sottolinea nello scambio di battute, ad entrare nella parte, diversa di volta in volta.
Il futuro va pianificato, e dalla mia posizione lontana, probabilmente privo di molti parametri valutativi, vedo per Nicole un bivio: provare una strada più sicura, tentando di proporre ciò che il mercato chiede? Oppure fare solo ciò che si ama, incanalandosi verso la fatidica “nicchia” che quasi sicuramente impedirà di arrivare al sognato connubio passione-lavoro? Questione di obiettivi.
Certo, la fortuna - il trovarsi al posto giusto nel momento giusto - potrebbe dare  la spinta verso la migliore direzione possibile.
Io sul talento di Nicole metterei la firma, sicuro che se il mondo della musica avesse regole che hanno a che fare con la meritocrazia, anche lei troverebbe il suo posto vicino ad Annalisa.


L’intervista

Sei giovanissima, ma immagino che dalle prime esperienze fatte tu abbia già capito quali siano le difficoltà maggiori legate alla tua passione musicale, se l’obiettivo è quello di trasformare il tutto in un mestiere: prova a esprimerti sull’argomento.

La strada dell’arte è sempre difficile, soprattutto se parti da zero e nessuno ti conosce.
Non sai mai se e quanto verrai apprezzata. In aggiunta stiamo vivendo un momento in cui il mercato della musica è saturo. Nascono un’infinità di nuove star ogni giorno e le piattaforme web permettono a chiunque di esprimere la propria arte. E’ una vera giungla. Un tempo consegnavi il tuo cd di demo alle case discografiche nella speranza di essere richiamato, ora devi gareggiare contro milioni di altri ragazzi come te, sparsi per il mondo e devi essere il più originale, il più talentuoso, il più capace, il più simpatico, quello con più condivisioni, “mi piace”… se no nessuno si accorgerà di te.

Dico sempre che fare coincidere passione e lavoro è qualcosa che si avvicina al concetto di felicità: che cosa pensi in proposito?

Sono assolutamente d’accordo. Ho sempre fatto mia questa massima: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita. “ (Confucio)
Cantare con gioia ed essere apprezzata dalle persone che amo già è una conquista non indifferente per me.

So della tua versatilità e della tua apertura verso la musica in toto, ma… quale pensi sia il genere in cui “rendi” meglio?

Probabilmente il soul o il jazz. Mi hanno sempre detto che ho un timbro che ricorda molto le voci scure.

Se dovessi scegliere un tuo punto di riferimento italiano e uno straniero, chi mi indicheresti?

Italiano penso Mina. E’ stato il colosso della nostra musica, una voce, una forza, una capacità di attrarre il pubblico davvero incredibile, un vero personaggio. Straniero, penso a Christina Aguilera.  Trasformista, con una voce pazzesca. Il look anni ’20, poi, mi fa impazzire. Sono una po’ retrò.

Ami scrivere canzoni o preferisci l’aspetto interpretativo?

Mi sono cimentata nella scrittura dei testi; l’arrangiamento musicale è ancora troppo lontano per me anche se ogni tanto penso a qualche motivetto. E’ bello scrivere, ma è emotivamente massacrante. Non riesco a fare le cose a metà, se scrivo ci metto davvero quello che sento e poi sono sempre un po’ imbarazzata. Mettersi a nudo è un atto di coraggio. L’aspetto interpretativo mi ha sempre affascinata, canti le emozioni degli altri e spesso ti ci ritrovi alla perfezione. E’ ciò che mi piace del canto. Posso essere chi voglio con in mano un microfono. In tre, quattro minuti di canzone posso essere una donna ferita, un’amica innamorata, un una ragazza spericolata… insomma, posso essere chiunque, posso vivere mille vite diverse. E’ una cosa meravigliosa.

Suoni qualche strumento?

Nessuno strumento purtroppo. Da piccola suonavo il pianoforte, mi piaceva moltissimo ed ero anche abbastanza portata. Purtroppo ho interrotto gli studi e non li ho più ripresi. Mi piacerebbe saper suonare qualche strumento per accompagnarmi mentre canto, ma l’apprendimento richiede un tempo di cui attualmente non dispongo. Chissà, magari in futuro!

Cosa pensi sia più importante per diventare “completi”, il talento, lo studio, la fortuna… o cos’altro?

Mi piace pensare che la carriera, la vita, siano il perfetto risultato di un mix di fattori. Devi avere del talento, quella è la base, ma ritengo sia fondamentale coltivarlo con un adeguato studio. I risultati si ottengono così, la natura basta fino ad un certo punto. Un peso non indifferente l’ha la fortuna. Puoi essere bravo, ma se la fortuna non ti arride, è arduo arrivare a destinazione. Poi, ovviamente, puoi sempre supplire con il coraggio e la determinazione. Questi sono aspetti fondamentali per ottenere ciò che vuoi nella vita.

L’apparire, l’aspetto esteriore e costruito, sono elementi fondamentali per riuscire?

Fondamentali no, ma importanti sì. Mi piacerebbe affermare a gran voce che non sono elementi rilevanti, ma purtroppo non lo credo. E’ come un buon piatto: ingredienti di ottima qualità, ma disposti in malo modo non suscitano la meritata approvazione. Sono assolutamente contraria alla costruzione ad hoc di un personaggio ( lo trovo poco onesto e decisamente troppo finto, anche se il più delle volte crea un prodotto che funziona), ma sono favorevole al bell’aspetto. Il talento è il fondamento irrinunciabile senza il quale non si può andare avanti, ma anche l’occhio vuole la sua parte.

Un’ultima domanda: che obiettivo realistico - misto a frammenti di sogno -  ti sei posta per il tuo futuro musicale?

E’ una bella domanda. Obiettivo realistico… a dire il vero, sono una che vive giorno per giorno, vado dove mi porta il vento. Ho imparato che programmare troppo porta più delusioni che gratificazioni. Mi piacerebbe cantare sempre con la stessa passione e gioia, nella speranza che un domani qualcuno possa credere e puntare su di me e dire “ Questa ragazza ha del talento!”. 



Nicole racconta la sua storia…

Il 2 Giugno 1991 alle 14 del pomeriggio, in una bella cittadina lombarda, sono nata io.
Mi chiamo Nicole Venturini e questa è la mia storia.
Che la musica sarebbe stata parte integrante della mia vita, i miei genitori se ne accorsero più o meno subito: armata di qualsiasi oggetto trovassi intorno a me - dalle carote, ai giochini, alle spazzole, ai cucchiai - mi esibivo in deliziose (ed estenuanti per la mia famiglia) performances canore a suon di vagiti e prime paroline. Mi piaceva così tanto avere qualcuno che mi ascoltasse che ben presto, dopo aver fatto pratica con le recite scolastiche e gli spettacoli in famiglia, calcai la mia primissima scena.  Anno 1995, anni 4: Ponticello d’Oro. La manifestazione, che voleva essere una copia spudorata, ma altrettanto simpatica del più celebre Zecchino d’Oro, prevedeva cover dei brani presentati dai bambini dell’Antoniano. Così, vestitino floreale e capelli ricci, eccomi salire su questo palchetto, pronta a cantare da solista “Il Katalicammello”. La sensazione mi piacque così tanto, che fu lì che decisi che avrei cantato nella vita. Passarono gli anni e mi iscrissi a tutti i corsi di canto che c’erano nei paesi vicini e studiai anche per qualche anno pianoforte, mi piaceva l’idea di accompagnarmi musicalmente da sola.  Sfortunatamente ora ho pochi ricordi di come suonare una tastiera. Più passava il tempo, più mi innamoravo della musica. Con i vari corsi e studi, cominciarono anche le prime esibizioni davanti ad un pubblico: locali sconosciutissimi, quasi vuoti, serate interminabili… La carriera del cantante, soprattutto agli inizi,  non è tutta rose e fiori, anzi. La passione per quello che fai però è il motore che ti spinge a continuare a sperare che un giorno, tra il pubblico, qualcuno possa accorgersi di te. Così, tra un concorso e l’altro, eccoci arrivati al presente.
A Marzo dello scorso anno, durante un’esibizione, conosco Michele Pittoni, arrangiatore e compositore, con il quale scatta subito un’intesa musicale che ci permette di iniziare un percorso che ancora oggi perdura. Insieme stiamo collaborando e scrivendo inediti. Nessuna grande pretesa, solo il gusto di fare musica e divertirci, ma un bancone di prova dovevamo pur averlo. Così decidiamo di tentare la strada di Area Sanremo. A Novembre 2013 parto alla volta dell’Ariston e della Città dei fiori. Esperienza fantastica, ho conosciuto moltissima gente, soprattutto ragazzi che condividono il mio stesso sogno. Non è andata come speravamo, la selezione è durissima, eravamo più di 300, ma rimane comunque il ricordo di una bella esperienza da inserire nel curriculum vitae.
Attualmente continuo gli studi di canto: mi piace sperimentare sempre nuovi stili e nuove modalità di apprendimento. La musica è per me fonte di grande amore e divertimento e voglio, per quanto posso, conoscerla e apprezzarla nelle sue più diverse sfaccettature. Non credo di avere un genere preferito, mi piace cantare il soul, il jazz, il pop, la lirica… se avessi la voce adatta canterei anche il death metal!
Divoro musica di ogni tipo e mi piace sperimentare.
Se potessi scegliere con chi duettare mi piacerebbe farlo con Christina Aguilera. Ha un talento, quella ragazza!