Non so perché, ma mi
pare di avere già vissuto questa storia… una segnalazione che arriva
accompagnata da una “certificazione di
talento”, una presa di coscienza che, sì, il talento c’è, qualche domanda e la
speranza di poter regalare un minimo di visibilità ad una giovane artista al
momento sconosciuta.
Ma sì, lo so il perché,
era il 2008, e la futura star nazionale Annalisa Scarrone mi raccontava
qualcosa della sua breve vita, proiettandosi verso un futuro ancora incerto:
dopo due anni sarebbe diventata un'artista affermata.
Ecco, vorrei essere
almeno un portafortuna per Nicole Venturini, che mi ricorda tantissimo
Annalisa.
Nel descrivere l'immagine che ho creato, provo a lasciare per ultimo
il talento, ricordando che le componenti necessarie per “arrivare” - e a me sembra un obbligo provare a sfondare
nell’ambito delle proprie passioni - sono molte, e Nicole, a pelle, ne possiede
alcune importanti.
Occorre, anche
intelligenza, e dall'intervista a seguire il “sale in zucca” emerge.
Occorre, anche,
cultura, status che le appartiene.
Occorrono, anche, idee
chiare, quelle che lei dimostra di avere.
Occorrono, anche,
umiltà mista ad ambizione e consapevolezza dei propri mezzi - e delle
difficoltà del quotidiano - tutte cose che lei possiede.
Occorre, anche, un
aspetto gradevole, e … anche questo c’è.
Ho lasciato per ultime
due cose fondamentali, ma che da sole spesso non bastano, se non vengono
soddisfatti i punti precedenti: lo studio e le capacità personali.
A Nicole non manca l’applicazione,
l’impegno e una qualità che ha a che fare con il DNA.
Non ho nessun album su
cui lavorare per ricavare giudizi certi, ma i brani ascoltati in rete mi fanno
pensare ad enormi potenzialità, ad una vocalità di livello superiore, a originalità
interpretativa e a una forte capacità
naturale di trasmettere emozioni e, come lei sottolinea nello scambio di
battute, ad entrare nella parte, diversa di volta in volta.
Il futuro va
pianificato, e dalla mia posizione lontana, probabilmente privo di molti
parametri valutativi, vedo per Nicole un bivio: provare una strada più sicura,
tentando di proporre ciò che il mercato chiede? Oppure fare solo ciò che si
ama, incanalandosi verso la fatidica “nicchia” che quasi sicuramente
impedirà di arrivare al sognato
connubio passione-lavoro? Questione di obiettivi.
Certo, la fortuna - il
trovarsi al posto giusto nel momento giusto - potrebbe dare la spinta verso la migliore direzione
possibile.
Io sul talento di
Nicole metterei la firma, sicuro che se il mondo della musica avesse regole che
hanno a che fare con la meritocrazia, anche lei troverebbe il suo posto vicino
ad Annalisa.
L’intervista
Sei giovanissima, ma
immagino che dalle prime esperienze fatte tu abbia già capito quali siano le
difficoltà maggiori legate alla tua passione musicale, se l’obiettivo è quello
di trasformare il tutto in un mestiere: prova a esprimerti sull’argomento.
La strada
dell’arte è sempre difficile, soprattutto se parti da zero e nessuno ti
conosce.
Non sai mai se e quanto verrai apprezzata. In aggiunta stiamo vivendo un momento in cui il mercato della musica è saturo. Nascono un’infinità di nuove star ogni giorno e le piattaforme web permettono a chiunque di esprimere la propria arte. E’ una vera giungla. Un tempo consegnavi il tuo cd di demo alle case discografiche nella speranza di essere richiamato, ora devi gareggiare contro milioni di altri ragazzi come te, sparsi per il mondo e devi essere il più originale, il più talentuoso, il più capace, il più simpatico, quello con più condivisioni, “mi piace”… se no nessuno si accorgerà di te.
Non sai mai se e quanto verrai apprezzata. In aggiunta stiamo vivendo un momento in cui il mercato della musica è saturo. Nascono un’infinità di nuove star ogni giorno e le piattaforme web permettono a chiunque di esprimere la propria arte. E’ una vera giungla. Un tempo consegnavi il tuo cd di demo alle case discografiche nella speranza di essere richiamato, ora devi gareggiare contro milioni di altri ragazzi come te, sparsi per il mondo e devi essere il più originale, il più talentuoso, il più capace, il più simpatico, quello con più condivisioni, “mi piace”… se no nessuno si accorgerà di te.
Dico sempre che fare
coincidere passione e lavoro è qualcosa che si avvicina al concetto di
felicità: che cosa pensi in proposito?
Sono
assolutamente d’accordo. Ho sempre fatto mia questa massima: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai
mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita. “ (Confucio)
Cantare con gioia ed essere apprezzata dalle persone che amo già è una conquista non indifferente per me.
Cantare con gioia ed essere apprezzata dalle persone che amo già è una conquista non indifferente per me.
So della tua
versatilità e della tua apertura verso la musica in toto, ma… quale pensi sia
il genere in cui “rendi” meglio?
Probabilmente
il soul o il jazz. Mi hanno sempre detto che ho un timbro che ricorda molto le
voci scure.
Se dovessi scegliere un
tuo punto di riferimento italiano e uno straniero, chi mi indicheresti?
Italiano
penso Mina. E’ stato il colosso della nostra musica, una voce, una forza, una
capacità di attrarre il pubblico davvero incredibile, un vero personaggio.
Straniero, penso a Christina Aguilera.
Trasformista, con una voce pazzesca. Il look anni ’20, poi, mi fa
impazzire. Sono una po’ retrò.
Ami scrivere canzoni o
preferisci l’aspetto interpretativo?
Mi sono
cimentata nella scrittura dei testi; l’arrangiamento musicale è ancora troppo
lontano per me anche se ogni tanto penso a qualche motivetto. E’ bello
scrivere, ma è emotivamente massacrante. Non riesco a fare le cose a metà, se
scrivo ci metto davvero quello che sento e poi sono sempre un po’ imbarazzata.
Mettersi a nudo è un atto di coraggio. L’aspetto interpretativo mi ha sempre
affascinata, canti le emozioni degli altri e spesso ti ci ritrovi alla
perfezione. E’ ciò che mi piace del canto. Posso essere chi voglio con in mano
un microfono. In tre, quattro minuti di canzone posso essere una donna ferita,
un’amica innamorata, un una ragazza spericolata… insomma, posso essere
chiunque, posso vivere mille vite diverse. E’ una cosa meravigliosa.
Suoni qualche
strumento?
Nessuno
strumento purtroppo. Da piccola suonavo il pianoforte, mi piaceva moltissimo ed
ero anche abbastanza portata. Purtroppo ho interrotto gli studi e non li ho più
ripresi. Mi piacerebbe saper suonare qualche strumento per accompagnarmi mentre
canto, ma l’apprendimento richiede un tempo di cui attualmente non dispongo.
Chissà, magari in futuro!
Cosa pensi sia più
importante per diventare “completi”, il talento, lo studio, la fortuna… o
cos’altro?
Mi piace
pensare che la carriera, la vita, siano il perfetto risultato di un mix di
fattori. Devi avere del talento, quella è la base, ma ritengo sia fondamentale
coltivarlo con un adeguato studio. I risultati si ottengono così, la natura
basta fino ad un certo punto. Un peso non indifferente l’ha la fortuna. Puoi
essere bravo, ma se la fortuna non ti arride, è arduo arrivare a destinazione.
Poi, ovviamente, puoi sempre supplire con il coraggio e la determinazione.
Questi sono aspetti fondamentali per ottenere ciò che vuoi nella vita.
L’apparire, l’aspetto
esteriore e costruito, sono elementi fondamentali per riuscire?
Fondamentali
no, ma importanti sì. Mi piacerebbe affermare a gran voce che non sono elementi
rilevanti, ma purtroppo non lo credo. E’ come un buon piatto: ingredienti di
ottima qualità, ma disposti in malo modo non suscitano la meritata
approvazione. Sono assolutamente contraria alla costruzione ad hoc di un
personaggio ( lo trovo poco onesto e decisamente troppo finto, anche se il più
delle volte crea un prodotto che funziona), ma sono favorevole al bell’aspetto.
Il talento è il fondamento irrinunciabile senza il quale non si può andare
avanti, ma anche l’occhio vuole la sua parte.
Un’ultima domanda: che
obiettivo realistico - misto a frammenti di sogno - ti sei posta per il tuo futuro musicale?
E’ una
bella domanda. Obiettivo realistico… a dire il vero, sono una che vive giorno
per giorno, vado dove mi porta il vento. Ho imparato che programmare troppo
porta più delusioni che gratificazioni. Mi piacerebbe cantare sempre con la
stessa passione e gioia, nella speranza che un domani qualcuno possa credere e
puntare su di me e dire “ Questa ragazza
ha del talento!”.
Nicole racconta la sua
storia…
Il 2 Giugno 1991
alle 14 del pomeriggio, in una bella cittadina lombarda, sono nata io.
Mi chiamo Nicole
Venturini e questa è la mia storia.
Che la musica
sarebbe stata parte integrante della mia vita, i miei genitori se ne accorsero
più o meno subito: armata di qualsiasi oggetto trovassi intorno a me - dalle
carote, ai giochini, alle spazzole, ai cucchiai - mi esibivo in deliziose (ed
estenuanti per la mia famiglia) performances canore a suon di vagiti e prime
paroline. Mi piaceva così tanto avere qualcuno che mi ascoltasse che ben
presto, dopo aver fatto pratica con le recite scolastiche e gli spettacoli in
famiglia, calcai la mia primissima scena.
Anno 1995, anni 4: Ponticello d’Oro. La manifestazione, che voleva
essere una copia spudorata, ma altrettanto simpatica del più celebre Zecchino
d’Oro, prevedeva cover dei brani presentati dai bambini dell’Antoniano. Così,
vestitino floreale e capelli ricci, eccomi salire su questo palchetto, pronta a
cantare da solista “Il Katalicammello”.
La sensazione mi piacque così tanto, che fu lì che decisi che avrei cantato
nella vita. Passarono gli anni e mi iscrissi a tutti i corsi di canto che
c’erano nei paesi vicini e studiai anche per qualche anno pianoforte, mi
piaceva l’idea di accompagnarmi musicalmente da sola. Sfortunatamente ora ho pochi ricordi di come
suonare una tastiera. Più passava il tempo, più mi innamoravo della musica. Con
i vari corsi e studi, cominciarono anche le prime esibizioni davanti ad un
pubblico: locali sconosciutissimi, quasi vuoti, serate interminabili… La
carriera del cantante, soprattutto agli inizi,
non è tutta rose e fiori, anzi. La passione per quello che fai però è il
motore che ti spinge a continuare a sperare che un giorno, tra il pubblico,
qualcuno possa accorgersi di te. Così, tra un concorso e l’altro, eccoci
arrivati al presente.
A Marzo dello scorso
anno, durante un’esibizione, conosco Michele Pittoni, arrangiatore e
compositore, con il quale scatta subito un’intesa musicale che ci permette di
iniziare un percorso che ancora oggi perdura. Insieme stiamo collaborando e
scrivendo inediti. Nessuna grande pretesa, solo il gusto di fare musica e
divertirci, ma un bancone di prova dovevamo pur averlo. Così decidiamo di
tentare la strada di Area Sanremo. A Novembre 2013 parto alla volta
dell’Ariston e della Città dei fiori. Esperienza fantastica, ho conosciuto
moltissima gente, soprattutto ragazzi che condividono il mio stesso sogno. Non
è andata come speravamo, la selezione è durissima, eravamo più di 300, ma
rimane comunque il ricordo di una bella esperienza da inserire nel curriculum
vitae.
Attualmente continuo
gli studi di canto: mi piace sperimentare sempre nuovi stili e nuove modalità
di apprendimento. La musica è per me fonte di grande amore e divertimento e
voglio, per quanto posso, conoscerla e apprezzarla nelle sue più diverse
sfaccettature. Non credo di avere un genere preferito, mi piace cantare il
soul, il jazz, il pop, la lirica… se avessi la voce adatta canterei anche il
death metal!
Divoro musica di
ogni tipo e mi piace sperimentare.
Se potessi scegliere
con chi duettare mi piacerebbe farlo con Christina Aguilera. Ha un talento,
quella ragazza!