martedì 18 febbraio 2014

Aldo Tagliapietra e Andrea De Nardi a Savona


Per il terzo anno consecutive Aldo Tagliapietra fa tappa a Savona, in dimensione acustica.
Stesso luogo - il Teatro Don Bosco - e stesso “padrone di casa”, quel Don Giovanni Margara che ama la musica - quella prog in particolare - e che nei testi  dell’ex ORME trova facile connessione tra argomenti materiali e metafisici, assolvendo quindi, anche nel momento del relax rappresentato dall’evento musicale, al suo compito istituzionale di medico dell’anima.
L’obiettivo era la presentazione del nuovo album, L’angelo rinchiuso, uscito parallelamente alla biografia “Le mie verità nascoste”, a distanza di un solo anno dall’altro disco, Nella pietra e nel vento: in entrambi i casi trattasi di inediti.
Ho già parlato ampiamente di tutte queste novità e di cosa, a mio giudizio, ci sia dietro, ed è fatto oggettivo che nessun nome importante, di questi tempi, riesce a realizzare una tale mole di lavoro, coniugando quindi quantità a qualità, andando apparentemente contro alle spietate leggi di mercato, e privilegiando passione e cuore. Ma una serata come questa va forse analizzata da altri punti di vista, e ritengo si possa considerare sintesi di nuove opportunità, e in fin dei conti una strada da seguire.
Sono da molto tempo un fautore dell’utilizzo della parole, mista alla musica, perché ritengo possa risultare interessante scoprire dettagli e motivazioni che non emergono dalla sola consultazione di un CD/LP, per quanto sia ben realizzato, ma è fondamentale l’atmosfera, e sono numerose le volte in cui ho assistito a terribili insuccessi - anche con artisti stratosferici - perché il dosaggio tra gli elementi non era quello corretto, o forse non era il miglior contesto possibile; sta di fatto che spesso chi va ai concerti vuole solo la musica, e se non la trova si ribella. L’audience del 15 Febbraio, a Savona, aveva idea di cosa sarebbe accaduto e quindi la preparazione ha avuto il suo ruolo. Nondimeno ero un po’ scettico, con la paura che l’idea di Giovanni fosse un po’ troppo azzardata e pretenziosa. E invece mi sono sbagliato, il modello messo in scena ha funzionato e penso dovrebbe essere ripreso, quando possibile, da quegli artisti che decidono di “aprirsi “ un po’ di più, regalando i dettagli, quei risvolti che sono il valore che si aggiunge al prodotto proposto.
Aldo non era solo, ma con il fido Andrea De Nardi, alla seconda apparizione al Don Bosco, ed è stato naturale ricordare gli altri musicisti della band, Matteo Ballerin e Manuel Smaniotto, nonché l’amico di vecchia data, Sergio De Nardi, anche lui inserito nel gruppo.
Il fatto di risentire tutto l’album in versione acustica è stato un privilegio, e non credo che la situazione si ripeterà facilmente. Se poi si considera che il legame tra le varie tracce è stato tessuto in maniera egregia dal “conduttore” Giovanni, si può avere un’idea di quanto accaduto il 15 Febbraio.
L’album racconta …

La storia dell’angelo che, in sogno, fa visita ad un vecchio e ne scopre le memorie, rimanendo imprigionato in un metaforico “giardino dell’orgoglio”, dove sono conservati i ricordi più significativi e vividi delle vicende vissute da quell’uomo”.

Don Giovanni fornisce la sua visione dei testi, confrontandosi con Tagliapietra e stimolando la narrazione; ne esce fuori un siparietto che tratta i vari temi della vita, tra trascendenza e materialismo, tra cristianità e altre religioni, tra occidente e oriente, tra sentimenti nobili e altri condannabili, tra tecnologia avanzata e necessità di semplicità.
Alcune frasi, più volte rimarcate e prese in prestito da autorevoli pensatori, mi sono rimaste impresse. Questo all’incirca il significato:

Occorre che tutti quanti facciamo un passo indietro…”
“Per trovare te stesso e la tua anima devi fare il giro del globo e alla fine, ritrovandoti al punto di partenza, avrai raggiunto l’obiettivo…”.
“La cosa triste è che il superfluo è diventato necessità…”.

Sentenze che possono ricondurre all’arte della retorica, ma che in una serata di musica guidata inducono alla riflessione e al totale accordo.
I brani sono proposti nell’album senza soluzione di continuità, ma la veste acustica e didascalica è un format diverso, che può camminare parallelo, essendo alternativo e ugualmente piacevole.
La voce di Aldo Tagliapietra è sempre caratterizzate e lui appare in piena forma, fisica e spirituale. Andrea De Nardi è ormai una certezza e anche molto “dentro al gioco”: carina e didattica la scena in cui viene coinvolto per dare dimostrazione dell’importanze delle pausa in uno spartito musicale.

Spettacolo diviso in due tronconi, con una seconda parte dedicata a brani antichi delle ORME (Amico di Ieri, Gioco di Bimba, Sguardo Verso il Cielo…), ma a metà arriva un  intermezzo inaspettato, il coinvolgimento, come musicista, di Don Giovanni, che va così a formare un trio che supera l’esame sul campo.
A seguire propongo un video di una ventina di minuti, a testimonianza della bella e utile serata passata insieme. Io sono stato bene!