Per il terzo anno consecutive Aldo Tagliapietra fa tappa a Savona, in dimensione acustica.
Stesso luogo - il Teatro
Don Bosco - e stesso “padrone di casa”, quel Don Giovanni Margara che ama la musica - quella prog in particolare
- e che nei testi dell’ex ORME trova
facile connessione tra argomenti materiali e metafisici, assolvendo quindi,
anche nel momento del relax rappresentato dall’evento musicale, al suo compito istituzionale
di medico dell’anima.
L’obiettivo era la presentazione del nuovo album, L’angelo rinchiuso, uscito parallelamente alla
biografia “Le mie verità nascoste”, a
distanza di un solo anno dall’altro disco, Nella pietra e nel vento: in
entrambi i casi trattasi di inediti.
Ho già parlato ampiamente di tutte queste novità e di cosa, a mio
giudizio, ci sia dietro, ed è fatto oggettivo che nessun nome importante, di
questi tempi, riesce a realizzare una tale mole di lavoro, coniugando quindi
quantità a qualità, andando apparentemente contro alle spietate leggi di
mercato, e privilegiando passione e cuore. Ma una serata come questa va forse analizzata da altri punti di
vista, e ritengo si possa considerare sintesi di nuove opportunità, e in fin
dei conti una strada da seguire.
Sono da molto tempo un fautore dell’utilizzo della parole, mista
alla musica, perché ritengo possa risultare interessante scoprire dettagli e
motivazioni che non emergono dalla sola consultazione di un CD/LP, per quanto
sia ben realizzato, ma è fondamentale l’atmosfera, e sono numerose le volte in
cui ho assistito a terribili insuccessi - anche con artisti stratosferici - perché
il dosaggio tra gli elementi non era quello corretto, o forse non era il
miglior contesto possibile; sta di fatto che spesso chi va ai concerti vuole
solo la musica, e se non la trova si ribella. L’audience del 15 Febbraio, a Savona, aveva idea di cosa sarebbe
accaduto e quindi la preparazione ha avuto il suo ruolo. Nondimeno ero un po’ scettico, con la paura che l’idea di Giovanni
fosse un po’ troppo azzardata e pretenziosa. E invece mi sono sbagliato, il modello messo in scena ha
funzionato e penso dovrebbe essere ripreso, quando possibile, da quegli artisti
che decidono di “aprirsi “ un po’ di più, regalando i dettagli, quei risvolti
che sono il valore che si aggiunge al prodotto proposto.
Aldo non era solo, ma con il fido Andrea De Nardi, alla seconda
apparizione al Don Bosco, ed è stato naturale ricordare gli altri musicisti
della band, Matteo Ballerin e Manuel Smaniotto, nonché l’amico di
vecchia data, Sergio De Nardi, anche
lui inserito nel gruppo.
Il fatto di risentire tutto l’album in versione acustica è stato
un privilegio, e non credo che la situazione si ripeterà facilmente. Se poi si
considera che il legame tra le varie tracce è stato tessuto in maniera egregia
dal “conduttore” Giovanni, si può avere un’idea di quanto accaduto il 15
Febbraio.
L’album racconta …
“La
storia dell’angelo che, in sogno, fa visita ad un vecchio e ne scopre le
memorie, rimanendo imprigionato in un metaforico “giardino dell’orgoglio”, dove
sono conservati i ricordi più significativi e vividi delle vicende vissute da
quell’uomo”.
Don Giovanni fornisce la sua visione
dei testi, confrontandosi con Tagliapietra e stimolando la narrazione; ne esce
fuori un siparietto che tratta i vari temi della vita, tra trascendenza e
materialismo, tra cristianità e altre religioni, tra occidente e oriente, tra
sentimenti nobili e altri condannabili, tra tecnologia avanzata e necessità di
semplicità.
Alcune frasi, più volte rimarcate e
prese in prestito da autorevoli pensatori, mi sono rimaste impresse. Questo all’incirca
il significato:
“Occorre
che tutti quanti facciamo un passo indietro…”
“Per trovare te stesso e la tua anima devi fare il giro del globo e alla
fine, ritrovandoti al punto di partenza, avrai raggiunto l’obiettivo…”.
“La cosa triste è che il superfluo è diventato necessità…”.
Sentenze che possono ricondurre all’arte
della retorica, ma che in una serata di musica guidata inducono alla
riflessione e al totale accordo.
I brani sono proposti nell’album senza
soluzione di continuità, ma la veste acustica e didascalica è un format diverso,
che può camminare parallelo, essendo alternativo e ugualmente piacevole.
La voce di Aldo Tagliapietra è sempre
caratterizzate e lui appare in piena forma, fisica e spirituale. Andrea De Nardi
è ormai una certezza e anche molto “dentro al gioco”: carina e didattica la
scena in cui viene coinvolto per dare dimostrazione dell’importanze delle pausa
in uno spartito musicale.
Spettacolo diviso in due tronconi, con
una seconda parte dedicata a brani antichi delle ORME (Amico di Ieri, Gioco di Bimba, Sguardo Verso il Cielo…), ma a metà arriva
un intermezzo inaspettato, il
coinvolgimento, come musicista, di Don Giovanni, che va così a formare un trio
che supera l’esame sul campo.
A seguire propongo un video di una ventina di minuti, a
testimonianza della bella e utile serata passata insieme. Io sono stato bene!