mercoledì 16 ottobre 2013

Aldo Tagliapietra-L'angelo rinchiuso



Capita raramente di dover parlare di un album fresco di nascita, ascoltato prima dal vivo e successivamente su formato fisico. Può accadere che nel corso di un tour  siano presentate delle anticipazioni in pillole, ma un album intero è cosa rara. A me non era mai successo, e descrivere “L'angelo rinchiuso di Aldo Tagliapietra, ascoltato in anteprima pochi giorni fa al Factory di Milano, diventa un'assoluta novità anche nella dinamica di valutazione.
Ecco cosa accadde al Factory:


Ritengo importante una considerazione di carattere generale.
Gli artisti del passato che hanno dato lustro al nostro rock sono più o meno in attività, ma vivono molto intensamente la fase live basata sulle costruzioni pregresse, mentre le nuove composizioni non sembrano oggetto di desiderio: ma i fan e gli ascoltatori la pensano in modo differente, ovviamente. Anche all'estero mi pare che le cose funzionino così. Non scendo nei particolari e nelle motivazioni di carattere economico commerciale, ma è un dato di fatto che di album  costituiti da brani inediti se ne vedono ormai pochini.
Aldo Tagliapietra si muove in controtendenza, sfidando ogni legge di mercato possibile: due album in due anni (e un libro biografico) sono la testimonianza di un'attività intensa che è rivolta al futuro, a dispetto dell'età che inesorabilmente avanza per tutti e che per lui pare un dettaglio. “Nella pietra e nel vento” ha rappresentato il primo passo, una risposta all'esigenza di fare emergere la spiritualità con cui Aldo ha sempre convissuto, una testimonianza dell'uscita totale e definitiva dallo schema “ORME” e una sorta di spartiacque tra la storia e ciò che ancora deve accadere.
Ma il DNA non si può modificare/cancellare, ed ecco che nell'anno della celebrazione quarantennale del capolavoro “Felona e Sorona” nasce un album di fervente stampo prog, con brani  che, privi di separazione, ritornano alla forma “suite”.
E' bene provare ad individuare le motivazioni di questa svolta, perchè credo esistano componenti psicologiche che, essendo indirizzate verso quello che io chiamo lo stato invidiabile della serenità, vanno rimarcate e utilizzate per generalizzare e... fornire positivi esempi concreti.
La voglia musicale che percepisco ascoltando L'angelo rinchiuso deriva essenzialmente da due situazioni. La prima ha a che fare con l'influenza che tre baldi giovani riescono ad esercitare su un mito che intelligentemente non si erge al di sopra delle parti, forte dello status di leggenda, ma comprende che la forza della gioventù (nel senso delle idee e della potenza fisica) va utilizzata e miscelata alla saggezza, all'esperienza, e semmai incanalata verso l'obiettivo prefissato. Andrea De Nardi, Matteo Ballarin e Manuel Smaniotto sono tre componenti dei Former Life e come tali vengono, anche, presentati on stage, ed è questo il classico esempio in cui il gioco di squadra fa emergere il lavoro di ogni singolo, anziché soffocarlo come molti pensano erroneamente. Sono bravissimi, non solo tecnicamente, e credo abbiano dato ad Aldo Tagliapietra, più o meno consciamente, il coraggio di osare, di spingersi oltre ogni più ambizioso obiettivo, mettendolo nella condizione ideale di creare un disco che è a mio giudizio tra i migliori realizzati in ambito prog e non solo.
Il secondo aspetto su cui mi soffermo è molto più intimo e non mi permetto quindi particolari “intrusioni”, ma l'essere stato negli ultimi tempi uno spettatore “ravvicinato”, mi porta ad evidenziare gli effetti benefici derivanti dal calore di una famiglia unita, che conosce un collante inscindibile, quello dell'amore che sovraintende ogni azione del quotidiano.

Parole e musica di Aldo Tagliapietra, per quaranta minuti di musica che colpiscono al primo colpo. La poesia ed il pensiero dell’autore si mischiano alle trame musicali tipiche del periodo del grande successo, concetto che tradotto per i più “giovani” sta a significare che gli arrangiamenti e l’utilizzo di strumenti vintage (hammond, mini moog…) sono il simbolo di un amore musicale antico che si fonde con la melodia - che diventa così elemento caratterizzante -, con il messaggio e con la timbrica vocale che nessuno può e potrà mai imitare.
In tutto questo vedo un forte link con la sempre attuale Felona e Sorona e con la band degli inizi, in uno spazio temporale lontano, in cui un giovane angelo rinchiuso poteva trovare conforto - e al contempo frustrazione - in una band di successo.
La “lettura” del lavoro altrui, soprattutto quando si commenta un prodotto musicale, si presta a differenti interpretazioni, e questo stimolo che spesso conduce all’errore resta comunque una reazione di cui tener conto, se espressa in modo onesto. Nella mia visione globale Aldo Tagliapietra si libera da ogni catena e vola senza paura, mettendo in mostra sentimenti e atteggiamenti che nella giovinezza sono spesso sinonimo di debolezza. Ma la maturità musicale e umana, unite al talento e alla capacità di esprimerlo, permettono ad Aldo di vivere una nuova stagione piena di luce, quel chiarore che spesso scema davanti alle delusioni che si susseguono, giorno dopo giorno.
Ne esce fuori il ritratto di un uomo che “viaggia nel tempo, prigioniero del vento”, la cui “ storia è scritta sul suo viso, negli occhi e nel sorriso”, un uomo capace di ascoltare i suggerimenti  di un angelo arrivato da mondi lontani, viaggiando in una notte carica di sogni.
Una citazione dovuta per Sergio De Nardi, presente alla tastiere in “Magnificat”, un amico che contribuisce a mantenere il bridge tra passato e presente.
Copertina affidata ancora all’amico Paul Withehead, un chiaro marco di fabbrica.
Da ascoltare… senza indugio alcuno!

Un frammento dell’album…




Tracklist: 1- Volatus; 2- L’angelo rinchiuso; 3- Dentro il sogno; 4- La fiamma; 5- Io viaggio nel tempo; 6- Riflessi argentati; 7- Storie; 8- Volatus reprise; 9- Passato e futuro; 10- Riflessi argentati reprise; 11- Una voce; 12- Magnificat