Fotografia di Renzo De Grandi
Martedì 8 ottobre il Factory di Milano è stato testimone di un avvenumento importante, la
presentazione ufficiale del nuovo album di Aldo Tagliapietra, “L’angelo
rinchiuso”. E’ stata anche l’occasione per anticipare l’uscita
della biografia di Aldo, “Le mie verità nascoste”. Di libro e album mi
occuperò nel breve, ma vorrei oggi commentare e raccontare lo svolgimento di
una serata piacevole, differente dal concerto standard.
L’anticipazione,
attorno alle 20, prevedeva un incontro con la stampa e un cocktail di
benvenuto. Un Tagliapietra raggiante, circondato dai sui affetti - anche gli
ultimi arrivati - si è dimostrato come sempre disponibile al dialogo, alla
firma di rito, alla fotografia che tutti amano mostrare.
La band - la nuova
linfa di Aldo - in attesa in una zona appartata, è quella ormai consolidata, ovvero
tre quarti di Former Life (Andrea De
Nardi alle tastiere, Matteo Ballarin
alle chitarre e Manuel Smaniotto
alla batteria), con l’aggiunta, almeno in questa serata, del vecchio amico Sergio De Nardi, impegnato anch’esso
alle tastiere.
E intanto il Factory
si riempie, un locale che non conoscevo, probabilmente dedito a musica di altro
genere.
Quando Aldo Appare sul
palco sono le 21.30 ed il pubblico lo accoglie nel migliore dei modi. Ma esiste
un prologo gestito da Omero Pesenti,
che prepara la strada al book in uscita, raccontando un aneddoto che riporta
alle origini:
E poi si parte con il concerto, che prevede rari moment di sosta, e vediamo perchè.
Gli “argomenti
musicali” di serata si possono idealmente dividere in due parti. La prima è
dedicata totalmente alla novità, al nuovo album, formato da dodici episodi che
costituiscono una suite, rappresentata - nel disco e dal vivo - senza soluzione di continuità.
E’ un atto importante
quello di regalare all’audience una novità assoluta, senza rodaggio da palco,
con l’incognita della reazione verso qualcosa che non si conosce, e l’attegiamento
dei presenti, almeno secondo la mia percezione, è stato inizialmente di
religiosa attesa, sino a quando, col passare dei minuti, ci si è resi conti di
essere al cospetto di musica di “costituzione antica”, con messaggi universali,
e arrangiamenti e soluzioni freschissime, che fanno pensare ad una strada
precisa intrapresa dalla Aldo Tagliapietra Band. E a riprova della voglia di riutilizzo
di suoni vintage, si può elencare parte della strumentazione, dall’Hammond del
1968 (ceduto da De Nardi padre a De Nardi figlio) al Leslie, passando per il
Moog.
Una bella sorpresa, e
per battere il ferro sin che è caldo, nel corso del mio viaggio di ritorno ascolterò
tre volta di fila L’angelo rinchiuso.
E si arriva all’unica
vera sosta, necessaria per ricordare l’amico Roberto Galanti, prematuramente scomparso, a cui Aldo dedica “Amico
di ieri”.
Dopo lo spartiacque
arriva la suite che celebra i quarant’anni di vita, “Felona e Sorona”,
nata nel 1973 e riproposta per intero. In questo caso la musica è
superconosciuta e questo facilita la piena sintonia con i presenti.
Il tempo scorre rapido
- è sempre così quando si vive un avvenimento con intensità - mentre i “giovani
Former” dimostrano affiatamento ed entusiasmo - personalmente mi pare superfluo
soffermarmi sulle grandi qualità - e credo che la loro presenza giovi a
Tagliapietra, che scegliendo di puntare sui giovani ha intrapreso una strada
forse meno facile, ma a mio giudizio vincente.
L’assolo di Smaniotto
conduce alla fine del concerto e quindi al doppio bis, Los Angeles e Sguardo
verso il cielo, mentre le
braccia di chi è nelle prime file sono ormai tese e prolungate verso il palco,
in un atto di estrema devozione e simbiosi totale.
Le percezioni sono
differenti a seconda del punto di osservazione, e le piccole frustrazioni di
musicisti professionali e professionisti, sempre attenti alla performance nei
minimi dettagli, si trasformano spesso in insoddisfazioni generiche relative all’acustica
e a particolari che sfuggono al pubblico.
Rovescio la
prospettiva ed evidenzio in questo caso una totale soddisfazione della gente,
a cui mi unisco nel giudizio: un gran bel concerto!
Ma il contesto non era
da “evento comune”, ed è per questo che la serata andrà ricordata e messa nella
casella dei ricordi musicali migliori e più significativi.
Lunga vita ad Aldo Tagliapietra
e alla sua famiglia, le sorprese non sono ancora finite!