lunedì 24 settembre 2012

Augusto Andreoli e i Jethro Tull


UNA COLLANA DI PERLE

I fan dei Jethro (perlomeno quelli più “stagionati” come me) sanno bene che Ian non ha mai amato molto suonare brani altrui o partecipare a jam session con altri artisti. Se si eccettua qualche contributo al flauto in album di pochi colleghi o amici (Steeleye Span, Fairport Convention, Richie Blackmore) ed un paio di partecipazioni live (Uriah Heep e, più recentemente, PFM), Anderson ed il suo enorme ego (giustificato visti i risultati!) hanno da sempre privilegiato solo ed esclusivamente la propria musica. Eppure, volente o nolente, il 15 novembre del 1983, a Monaco di Baviera, durante il live televisivo Rock Classic Night (aveva già  fatta la sua performance, smontato e riposto il flauto nella sua custodia, ed era al bar tranquillo e rilassato) viene letteralmente trascinato di nuovo sul palco, insieme a Jack Bruce, per una jam session con la band del musicista africano Fela Kuti. Ancora oggi la ricorda come un’esperienza orribile, lui a ricamare arrangiamenti e stacchi solistici al flauto (riassemblato velocemente, come si vede nel video) su un lungo brano che Ian definisce “just musical bullshit which he passed off as avant garde playing” e Bruce addirittura al… piano! Poor guy!



LP (Luoghi e Personaggi)

Nel 1970, Ian Anderson sposa la diciannovenne Jennie Franks (allora segretaria presso la Island Records di Chris Blackwell). I fan dei Jethro sanno che fu lei ad ispirare i primi due versi di Aqualung, originariamente semplici didascalie a foto che Jennie aveva scattato a homeless londinesi (il brano è infatti co-firmato Jennie Anderson-Ian Anderson). Sempre Jennie fu la destinataria di brani ormai mitici, tra i quali Reasons for Waiting (da Stand Up, 1969), With You There to Help Me,  To Cry You a Song (da Benefit, 1970), Wonderin’ Aloud (da Aqualung, 1971), Black Satin Dancer, Requiem (da Minstrel in the Gallery, 1975).  “Che fine ha fatto ?” vi sarete spesso chiesti. Dopo il divorzio da Ian nel 1974 ed un periodo come attrice nei teatri d’avanguardia del West End, la Franks si è trasferita prima a Los Angeles e poi, nel 1993, con il secondo marito (lo sceneggiatore Jeffrey Price) a Telluride, una deliziosa cittadina del Colorado, nata a fine ‘800 come città mineraria e oggi stazione sciistica e sede di un celebre Festival del Cinema.  Qui Jennie, che con il marito ha fondato la Sparky Production, una società che si occupa di cinema e teatro, vive e lavora ancora oggi. Da qualche anno è anche direttore artistico del Telluride Playwrights Festival. Attivissima, quindi, e per nulla “sitting on a park bench”!


A sinistra: Ian e Jennie Anderson nel 1970.  A destra: Jennie oggi



Il magnifico scenario delle montagne che circondano Telluride.  Nel riquadro: Colorado Street, la via principale, con la classica struttura urbana delle mining town viste in tanti film western.


IPSE SCRIPSIT-DIXIT

Martin is a born loser. He trips over things, gets tea over his shirts and gets electric shocks from door handles” (“Martin è uno sfigato nato. Inciampa sulle cose, si versa il tè sulle camicie, e prende scosse elettriche dalle maniglie delle porte”).
Fin dall’inizio della loro collaborazione, Ian ha spesso preso in giro – in modo ferocemente ironico ma in fondo con intento bonario – il povero Martin Barre, remissivo e succube della personalità dominante di Anderson. Lo stesso sottile umorismo di Fat Man (da Stand Up, 1969) sembra avere come bersaglio proprio Martin che in quel periodo, e per molti anni a venire, esibirà un abbondante giro vita. Ma forse (e per fortuna!) è stata proprio questa complementarietà caratteriale – insieme all’indubbia bravura del chitarrista – a creare l’alchimia che ha fatto di Martin Lancelot Barre l’unico musicista sopravvissuto dal 1969 ad oggi ai frequenti cambi di line-up del gruppo voluti dal Pifferaio Pazzo.


A sinistra: Martin nel 1977. A destra: molti anni (e chili in meno…) dopo