Poco più di due anni fa
mi capitò di vedere i neonati Red Phoenix Blues dal vivo, un trio con repertorio
rock-funky-blues, che nell’occasione si esibiva a Cairo Montenotte.
Fu proprio in quel giorno
di inizio gennaio che Giacomo Caliolo
mi accennò ad un progetto, un album da realizzare assieme al bassista Antonello Palmas Cotogno e a Elisa Pilotti alla batteria.
Giacomo e Antonello sono
elementi di spicco della scena musicale
genovese e non solo, e i loro trascorsi sono di un certo rilievo, mentre Elisa
è una promettente musicista impegnata su diversi fronti.
Quei timidi propositi si
sono ora concretizzati.
Ho ascoltato in anteprima
l’album -che dovrebbe essere distribuito a partire da fine mese-e a seguire presento un’anticipazione.
La prima sorpresa è stata
quella di trovare una fantastica voce, quella di Daniela Venturelli. Parto da lei perché la sua presenza ha permesso
a Caliolo di dedicarsi allo strumento senza caricarsi del peso di vocalist e
questo, soprattutto in fase live, diventa a mio giudizio un gran vantaggio. E
poi non sto parlando di normali qualità vocali, ma di “possibilità” personali abbinate
a grande tecnica (lei è anche vocal coach), unite ad una timbrica calata
meravigliosamente su questo “Illegal Blues”, disco di cui parla Giacomo nell’intervista
a seguire.
Album “illegale” nel
senso che ha poco a che vedere con la tradizione.
La miscela è ricca di
ingredienti, e oltre al blues indicato nel titolo non si fanno attendere
spruzzate consistenti di jazz, soul e funky.
Nove brani variegati,
dove la sezione ritmica formata da Elisa e Antonello fugge dalla consuetudine per
inventare tempi … internazionali.
Sì, non sembra questo un album
italiano, ne fatto da italiani, ma un prodotto che potrebbe essere uscito da un
qualsiasi studio di Chicago, e la distinzione è d’obbligo se si pensa ai
giudizi pieni di preconcetti che da chi vive oltreoceano vengono indirizzati a
chi decide di accostare la parola”blues” alla propria musica, arrogandosi un
diritto che-secondo loro- non hanno.
Caliolo guida la band su
percorsi a lui congeniali e il risultato è un fantastico sound che induce
spesso al movimento. Ma è impossibile stratificare il suono della band, nè
viene spontaneo sottolineare i singoli ruoli, perché è la sensazione di
amalgama che provoca piacere al cervello e allo stomaco.
Un album che nasce bene e
promette ancor meglio, “illegal or
authorized” ha poca importanza, e sarà
questa un’altra occasione per riaffermare
che la buona musica resta tale indipendentemente dagli schemi che, per
convenienza, si è soliti creare.
L’INTERVISTA
Da molto tempo mi parli di questo tuo progetto
che finalmente sta venendo alla luce. Cosa rappresenta per un musicista esperto
come te questa nuova pagina, tenuto conto dell’aggiunta di una vocalist di
grande qualità. Daniela Venturelli?
Abbiamo iniziato questo progetto
in trio, io, Antonello Palmas Cotogno, con cui suono anche nel progetto Rondò
Anthology, ed Elisa Pilotti. Inizialmente sapevamo di non voler suonare le “
solite cose”, perché l’appiattirsi non fa parte del nostro DNA musicale, pur
provenendo da esperienze e generi diversi: io sono partito dal rock classico e
sono approdato al prog e poi al pop (naturalmente passando per il blues!);
Antonello proviene dal Jazz, Elisa dal Metal! Mentre eravamo in studio e
avevamo già i brani con la guida della mia voce, è subentrata Daniela
Venturelli, che con le sue eccezionali
doti vocali ha interpretato le canzoni come le avevamo in testa noi, e ha portato del soul nel sound del
gruppo. C'è voluto comunque un anno di lavoro per arrivare alla conclusione del
progetto.
”Illegal Blues”, avrà un significato ben
preciso, ma a me riporta alla difficile accettazione dei bluesman italiani che
propongono la loro musica negli States, laddove il blues è nato. Il tuo/vostro
album mi pare abbia tutte le carte in regola per imporsi ovunque… hai già
pensato che sarebbe bello osare un po’ e uscire dai nostri confini?
“Illegal Blues” per me e per il
gruppo rappresenta una crescita professionale ed emotiva … naturalmente. Il
titolo ha diverse interpretazioni, la nostra è la seguente: i puristi del blues, quello delle 12 battute si irriteranno... per
loro sarà un blues illegale! Questo è il “nostro” senso del titolo, ma sinceramente, a parte qualche rimando al
blues rurale ed elettrico tradizionale presente in Slide Guitar Ride, dedicato
al musicista americano Bob Log III, un personaggio incredibile, il resto dei
brani ha origini blues, ma miscelati a rock, soul, funky e fusion, come ad
esempio in “Sardinian sog”-dedicata a Giulio Capiozzo- e “Night Groove”. Abbiamo volutamente
realizzato un cd “non italiano”... beh, sai, noi quattro amiamo gli States, musicalmente
parlando, e quindi speriamo almeno di destare interesse in Europa anche se- per
scaramanzia non mi sbilancio- un artista americano ha mostrato apprezzamento
per il progetto.
Ti sei allontanato da Genova per la
registrazione e distribuzione dell’album. Ci sono motivi particolari?
Il cd è stato registrato a Genova, allo
StudioMaia di Verdiano Vera, un amico
comune; l'ingegnere del suono è stato Giorgio Massaro, ma per il resto abbiamo
preferito un'etichetta di Milano.
Prova a dare un giudizio “di parte” di
“Illegal Blues”… perché bisogna assolutamente acquistarlo?
Un
giudizio? Acquistare un cd come il nostro fa bene al portafogli-nostro- e alla
musica in generale… ahahah, scusa ma è
la verità.
Info Album
1) Night
Groove: Giacomo Caliolo, guitar
& keyrboards; Daniela Venturelli, vocal; Elisa Pilotti, drums; Antonello Palmas Cotogno, bass.
2) Slide
Guitar Ride (dedicata a Bob Log III): D. Venturelli, vocal; A. Cotogno, bass;
E.
Pilotti, drums, G.
Caliolo, acustic & ekectric guitar.
3) Illegal
Blues: Pilotti-Cotogno Caliolo.
4) Pay For
Love: Giampaolo Casati, trumpet; A. Cotogno, bass; D. Venturtelli, vocal,
G.
Caliolo, guitar.
5) Sardinian
Song (dedicate to Giulio Capiozzo).
6) In the
mirror.
7)For
Pippo dei Trilli: Giorgio Palombino, percussion, Stefano Guazzo, saxes;
Marco
Falanga,
piano; A. Cotogno, bass; D.Venturelli, vocal, E. Pilotti, drums; G. Caliolo,
electric
guitar.
8)Don't look back
9)China
Shipping: Marco Falanga, piano; D. Venturelli, vocal; G. Caliolo, guitar; A.
Cotogno,
bass; Elisa Pilotti, drums.
I Red Phoenix Blues nascono a Genova
dall'incontro tra Giacomo Caliolo
(ex Rondò Veneziano, fondatore e produttore dei Soundflowers,Presage, Rondò
Anthology, produttore pop, ex membro di Struttura e Forma, gruppo prog-rock
genovese), Antonello Palmas Cotogno,
bassista (collaboratore già con Andrea Mora, Pippo Franco, Alan Sorrenti,
Sandro Oliva, Pippo dei Trilli) ed Elisa
Pilotti, batterista e songwriter. Dopo un inizio in trio allargano formazione
con l’arrivo della nota cantante genovese Daniela
Venturelli, vocal coch e turnista. Il repertorio è costituito sia da brani
cantati che strumentali, senza eccessive preoccupazioni di tipo commerciale.
In attesa di brano dimostrativo.