martedì 13 novembre 2012

Anhony Kiedis-“Scar Tissue"



Compie gli anni oggi, 1 di novembre, Anhony Kiedis, noto frontman dei Red Hot Chili Peppers.
Ho rispolverato un vecchio post  dove raccontavo il mio… sgomento, a seguito della lettura della suo autobiografia.

Sono partito per le vacanze con ...

una scorta di libri che erano in “parcheggio”, da mesi, nella mia libreria.
Ho dato la precedenza alla musica, mio importante interesse, cercando di ampliare le conoscenze.
Tra le letture scelte c’era anche “Scar Tissue”, autobiografia di Anhony Kiedis, ovvero il leader dei Red Hot Chili Peppers.
Nonostante sia una band famosa anche sulla luna, sono per me un’incognita.
Ricordo solo alcuni brani, quelli passati sovente su MTV, e il poco ascoltato non ha lasciato in me nessun desiderio istintivo di andare in profondità.
Ma il mio morboso interessamento verso gli aspetti più trasgressivi e pericolosi dell’esistenza umana  hanno fatto sì che divorassi letteralmente il libro.
Ora che ho completato la lettura ho voglia di scoprire l’universo Chili Peppers, e sono certo che lo farò in breve tempo.
Forse ogni gruppo emergente, ma già in luce, dovrebbe creare e pubblicizzare la propria vicenda biografica, evidenziarla, così come accade per gli album in uscita.
Ho l’impressione che la lettura alimenti la curiosità e la voglia di andare a ritroso.
Nel caso specifico, “Scar Tissue” lo vieterei ai minori.
Ciò che ho letto ha dell’inverosimile e, nonostante la mia non più verde età sia testimonianza di esperienza, non avrei mai pensato che si potessero raggiungere certi estremi senza soccombere.
Ad un certo punto mi è venuto spontaneo pensare che Keith Richards, al confronto di Kiedis, sia un esempio di star cresciuta a pane e latte.
Perché scrivo lo vieterei ai minori?
Non sono un moralista, e leggendo il libro è facile capire da dove nascano, nel caso specifico, i comportamenti deviati.
Un esempio su tutti: Anthony è introdotto dal padre all’uso delle droghe e dell’alcool… a soli undici anni.
Però… alla fine del libro ho espresso ironicamente il dubbio che tutti i calcoli che facciamo sull’uso dei medicinali prescritti da medico, tutte le elucubrazioni sul prendere un antidolorifico prima o dopo i pasti, tutta la cautela legata alla tachipirina che si può assumere solo se si arriva la limite dei 38 gradi, siano forse infondati, perché comunque il nostro corpo sopporta l’inimmaginabile.
Questo potrebbe essere un messaggio negativo di cui i nostri giovani, e ovviamente poco responsabili figli adolescenti, potrebbero appropriarsi.
Vedo ogni giorno come i ragazzi siano affascinati dalla trasgressione (come lo sono stato io a mio tempo) e leggere che si può rimanere una settimana intera in casa, riempiendosi il corpo di qualsiasi tipo di droga, smettendo solo alla fine della materia prima, ed essere sempre sulla cresta dell’onda, potrebbe far pensare che in fondo il nostro fisico e la nostra mente alla fine vincano sempre.
Mi piacerebbe dire la mia, e approfondire questi problemi, ma voglio rimanere in tema “musica derivante da libro”.
Il "povero" Kiedis ha ora 46 anni, e non credo che la vecchiaia serena (a cui tutti prima o poi anelano) sia per lui cosa certa.
Da un anno è diventato padre e mi immagino che questo sia un ottimo motivo per scegliere di vivere.

Riepiloghiamo.

Scar Tissue” è l’autobiografia onesta e appassionata di Anthony Kiedis, autore dei testi e voce dei Red Hot Chili Peppers, una delle rock band di maggior successo al mondo.
E’ il racconto di un’esistenza intensa, a volte forse persino troppo...
Cresciuto nel Midwest, a undici anni inizia una vita totalmente sballata nel sottobosco underground di Los Angeles.
Fino a quando incontra la musica e per la prima volta la sua vita acquista un senso.
Insieme a tre compagni di scuola fonda i R.H.C.P., che rivoluzionano la scena rock americana, unico gruppo capace di influenzare un’intera generazione di musicisti venuti dopo di loro.
Ma c’è un prezzo da pagare sia per il successo sia per l’eccesso.
E così Kiedis ci racconta anche la morte per overdose dell’amico Hillel Slovak e la sua personale lotta contro la tossicodipendenza .
Ma anche l’incontro con il Dalai Lama o il concerto di Woodstock davanti a mezzo milione di persone.
“Scar Tissue “ è tutto questo: essere tra gli dei e toccare il fondo, vivere in modo scellerato per conoscere, forse un domani, la redenzione.

Dalla lettura non risulta a me chiara la nascita della sua passione musicale.
A differenza di tutte le rockstar di cui ho letto, innamorate da subito di uno strumento, di un gruppo, di un genere musicale, Kiedis sembra arrivato sul palco, a ventitré anni, per caso assoluto, come se fosse una delle sue tante “bravate”.
Probabilmente era sua intenzione dare un’ immagine di vita, al di là della musica.
Forse era sua volontà passare un forte messaggio rivolto ai giovani, quegli stessi giovani a cui non farei leggere questa storia.
Kiedis ci vuole raccontare del suo tunnel privo di sbocco, pieno di privilegi, soldi, agi di ogni genere , ma … senza nessuna via di uscita.

Il brano che propongo è "Under the Bridge".
Inserito come secondo singolo nell'album" Blood Sugar Sex Magik", non doveva inizialmente farne parte in quanto riportava alla mente di Anthony il periodo più buio della sua vita, proprio come lui racconta:"Stavo raggiungendo livelli veramente bassi, ero depresso e passavo le giornate in giro per Los Angeles a farmi e ad avere contatti con Band mafiose".
Sotto a quel ponte, per giorni e giorni, c'era proprio Anthony .

Il video è stato considerato fra i 400 video più belli nella storia della musica.
Dopo un introduzione con John Frusciante e la sua chitarra, inizia una panoramica della parte più degradata di Los Angeles.


Le ultime parole famose:

"Internet... ben presto esploderà in modo spettacolare, come una supernova, e nel 1996 collasserà catastroficamente"(Robert Metcalfe, fondatore della 3Com, inventore dello standard Ethernet, 1996)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

R.H.C.P....li ho ascoltati di "rimbalzo" come sono solita dire quando,per forza di cose, devo condividere la musica con altri, in questo caso mia figlia.
E' stata ed è,(adesso un pò meno), una fan di questo gruppo che mi ha "propinato" per anni...attaccando poster per ogni dove (credo ne abbia ancora uno attaccato nella sua stanza-tana) ed ascoltando a tutto volume la loro musica. Tant'è che,prestando bene l'orecchio mi sono resa conto che "sregolatezze" a parte,(ma esclusi i Jethro, si salva qualcuno?), mi piacciono ed ho cominciato ad apprezzarli ed ascoltarli volentieri...ogni tanto!. L'anno scorso poi "Snow", mi pare si chiamasse, era il brano che passava più volte in radio.
Devo dire che alcuni brani sono, a gusto mio, veramente belli come quello da te proposto, altri meno. Il libro però mi incuriosisce... se lo trovo me lo compro! Merci!
Raffa

Anonimo ha detto...

Grande band..ti consiglio l'album
"Californication" un mix di sound meraviglioso...

Ciao

Pino

P.S.
cercherò il libro...mi incuriosisce..