lunedì 26 novembre 2012

Novembre, mese tulliano...




L'amico Wazza Kanazza ci ricorda che...


Novembre (nel bene e nel male), mese tulliano.

Il "Gerovital"  era un farmaco contro l'invecchiamento, noi abbiamo il "Jethrovital", che ci aiuta a non invecchiare (almeno nella testa). Vorrei ricordare ai Tulliani alcune ricorrenze novembrine… felici e tristi (meglio tardi che mai).
Novembre è il mese ricordato generalmente per i "morti", e senza doppi sensi, vi ricordo che...

Il 2 novembre (per l'appunto) del 1947, nasce Dave Pegg, grande bassista, mandolinista e "caucciù", che non è uno strumento ma è il tubo per svuotare le taniche di vino!, Mai visto bere uno cosi! Fairport Convention e Jethro Tull, sono i gruppi della sua vita. (Happy Birthday Dave)
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Il 17 (guarda caso) novembre del 1946 nasce Martin "Lancelot" Barre, mitico chitarrista dei Jethro Tull, dal 1969 al 2011, poi accantonato da Anderson per "nuovi progetti" - ma che glielo avrebbe "messo in quel posto" era da anni nell'aria (vedi foto allegata!). Happy Birthday Martin.



Il 17 (guarda caso) novembre del 1946 nasce Martin "Lancelot" Barre, mitico chitarrista dei Jethro Tull, dal 1969 al 2011, poi accantonato da Anderson per "nuovi progetti" - ma che glielo avrebbe "messo in quel posto" era da anni nell'aria (vedi foto allegata!). Happy Birthday Martin.




Sempre il 17 (poi dicono che è solo superstizione!) novembre del 1979, moriva John Glascock, basso e cori, dei Jethro Tull, pochi ma intensi anni, con grandi album pubblicati,(la formazione a cui sono più legato "sentimentalmente"). RIP John.

Un'altra disgrazia, sempre a novembre.
Il giorno 26, nel 2005, dopo una vana lotta contro un tumore al pancreas, moriva Mark Craney, batterista dei Jethro Tull nel 1981, dotato di grande tecnica, apprezzato dai migliori batteristi americani, grande amico di Doane Perry. RIP Mark.




E per non farci mancare niente va ricordato (per molti fans una disgrazia), che il 18 novembre 1983, usciva "Walk into light", primo lavoro solista di Ian Anderson.
All'epoca si diceva che se c'era un artista che non aveva bisogno di fare un album solo era proprio Ian Anderson… la grande delusione fu che tutti si aspettavano un album di ballate folk-acustiche, con overdose di flauti, mandolini, tin whistle, chitarre acustiche, e invece spiazzò tutti con  un mix tra Ultravox e Depeche Mode, in piena "coerenza" con i maledetti (musicalmente) anni '80.

Anderson "giustificò" questo lavoro così:  "Pensavo che mi avrebbe divertito molto registrare un album senza il gruppo. Quando un gruppo registra un nuovo album, la maggior parte dell'anno se ne va via in registrazioni, promozione, tour. Mi sono quindi deciso di intraprendere questo mio progetto, non solo per il semplice fatto di creare suoni, ma anche per imparare a registrare negli anni'80, in termini di nuove apparecchiature. Con i Jethro Tull abbiamo sempre lavorato con un tecnico e anche se nel ruolo di produttore ho una certa conoscenza di questioni tecniche, non mi sono mai sentito totalmente responsabile e volevo imparare ad esserlo. Un'altra ragione per cui ho deciso di tirar fuori un mio album è stata quella di evitare le stesse persone... volevo lavorare da solo e scoprire da solo nuove cose. Poi c'era il fatto che potevo lavorare in casa, stare vicino alla famiglia, per un anno senza tour, imparare di nuovo a fare un disco in casa!".

Personalmente quando lo comprai, vedendo la copertina mi vennero dei "sospetti"… capelli corti e stirati, look da impiegato dell'Inps… ma dopo qualche sbandamento ho recepito il messaggio; Walk into light è un lavoro a 4 mani, aiutato dal giovane prodigio dell'elettronica Peter John Vettese, che avviò Anderson nel nuovo mondo dei "suoni campionati", ed è praticamente un "tirocinio" alle nuove esigenze di registrazione.
L'album vendette poco o niente, la critica non se lo filò più di tanto, e i fans come sempre si divisero fra i "traditi" e gli "innovatori"
Lo preferisco di gran lunga ad "Under Wraps",  e brani come Made in england,Toad in the hole, End Game, non sono affatto male, e se fossi Anderson li riproporrei dal vivo arrangiati alla Jethro… farebbero certamente un altro effetto!
Penso che sia un album da rivalutare o almeno riascoltare senza preconcetti, come sarebbe da rivalutare Vettese, entrato nei Jethro Tull rispondendo ad un annuncio di "Melody Maker", diventato in seguito un apprezzato tastierista e produttore di molti artisti di successo, reo per i fans di aver "condizionato" Anderson alla svolta elettronica... ma dai Anderson vi sembra uno che si fa condizionare!? Detto alla Totò.."ma mi faccia il piacere!"

Infine il 30 novembre parte il "Thick as a Brick Italian" Tour, dal Teatro Gex di Padova... per sei concerti. il Jethrovital funziona!!!

Buon novembre a tutti
WK