Il 18 luglio di 24 anni fa,
a soli 50 anni, moriva Nico, indimenticata cantante, attrice e modella tedesca.
Un pò di tempo fa la ricordai così…
Il post di oggi è
dedicato a NICO.
Chi e’? O meglio, chi
era?
Di
lei ricordavo solo tracce ricavate da Ciao 2001, secoli fa, e forse
una copertina dedicata.
Mi
era rimasto nella mente qualcosa che aveva a che fare con una vita
pericolosa, con
l’eroina, con un’esistenza vissuta sempre al limite, e ricordavo qualche
giudizio del tempo, legato alle sue capacità di plagiare, utilizzando fascino
e bellezza.
Non
avevo di certo collegato la sua figura ad una particolare abilità o genere musicale,
ma nel mio filtro mentale, quello della memoria musicale, il connubio Velvet Underground-Nico era rimasto intrappolato.
A
distanza di anni l’ho scoperta, e ne sono rimasto affascinato.
Quando riesco, il sabato pomeriggio mi ritaglio
un ora dagli impegni familiari (al sabato sono numerosi), e mi dirigo nel
centro citta’, e
precisamente nel centro storico, e ancora più precisamente in via Pia, dove a metà
percorso c’e’ una piazzetta molto bella, e dove esiste il mio “triangolo perfetto.”
via Pia... molti anni
fa
Questa
figura geometrica ha, ovviamente, tre vertici, che io “tocco” con sequenza
sempre diversa.
Nello
spazio di pochi metri trovo il negozio di dischi, e di fronte il
mio amico e musicista Franco. Due passi ancora e trovo la libreria.
Qualche
parola con Franco, dopo aver acquistato un DVD, e poi alla ricerca di un libro.
In una
delle mie scorribande nel reparto dedicato alla musica, rimango colpito dal
viso di Nico. Il titolo del libro è “Nico , Bussando alle Porte del Buio”
e l’autore e’ Gabriele Lunati.
La foto
in copertina è incredibilmente bella, lei era incredibilmente bella.
La
lettura delle note sul retro alimentano la mia curiosità morbosa (“Nico
e’ una figura tragica, controversa…”), e non posso fare altro
che acquistarlo.
In 3
giorni, fatti di ritagli di tempo, “mangio “ il libro, e parto alla ricerca di
tutto ciò chè sono stati musicalmente Nico, i Velvet, Andy Warhol e la
Factory, e che cosa hanno rappresentato per il costume dell’epoca.
Nella mia
vita ho avuto l’opportunità di vedere musei importanti, come il “Louvre”
o il “Prado”, ma la mia poca propensione a quel tipo di arte, mi ha
impedito un reale apprezzamento di opere universali.
L’unica
raccolta di quadri/oggetti che ho veramente “goduto” e’ di tipo contemporaneo.
Mi
riferisco al museo di Warhol che si trova a Pittsbourgh ,
luogo in cui si respira la pop art, la musica, e parte dei tempi che ho
vissuto.
Nico, Lou
Reed, Warhol… un ricongiungimento di elementi solo sfiorati nel corso degli
anni.
La
lettura in questione mi porta anche verso altri libri, come “Tutto quello
che avreste voluto sapere sulla Factory di Andy Warhol e non avete
mai osato chiedere”, di Mary Woronov, altra “abitante “ della
Factory.
Questa mia presentazione anomala
del libro, non e’ tesa a recensire il lavoro di uno scrittore
(non e’ il mio mestiere e non ne sarei capace), ma vuole sottolineare come
un episodio occasionale possa aprire la porta verso strade sconosciute,
sull’onda della curiosità.
Sono
stato male leggendo di Nico, del suo figlioletto Ari (avuto
con Delon),del degrado diffuso, della vita alla Factory.
Sono
stato male ripensando a quanto io abbia rischiato, in gioventù
,di lasciarmi intrappolare da ciò che sembrava alternativo e rivoluzionario.
Sono
stato male ascoltando certa musica che non conoscevo.
Sono
stato male, guardando i filmati in bianco e nero.
La
lettura mi ha anche ispirato scritti in cui il protagonista(io)incontrava
occasionalmente Nico, in un bar, prima di un concerto.
Possibile
che la lettura del racconto di una vita porti a tanto?
Mi
piacerebbe sapere se il testo di Lunati e’ contagioso,
se anche ad altri ha fatto il mio stesso effetto! A completare il tutto,
ciliegina sulla torta, un lungo filmato di una 40ina di minuti,
girato dallo stesso Lunati,che propongo a seguire.
E’
incredibilmente bello e consiglio a
chiunque volesse prenderne visione, di dedicare il tempo
necessario… merita davvero.
Oltre a
questo spazio, il filmato e’ scaricabile in rete, su indicazione
dello stesso autore, ed e’ anche disponibile su Youtube.
Prima del
documentario, alcune note oggettive.
Contesto
New York, tardi anni sessanta: la leggendaria Factory di Andy Warhol. Una galleria di bizzarri personaggi dai nomi improbabili, inquieti e inquietanti, che si muovono tra party e locali famosi come il Max's Kansas City, tesi a conquistarsi i "5 minuti di celebrità" di cui parlava Warhol.
NICO
modella
Nico
conobbe i primi successi personali come modella apparendo
su numerose pubblicazioni di moda a diffusione internazionale. Ancora molto
giovane si trasferì a Parigi dove ebbe modo di incontrare il famoso
fotografo Tobias che la ribattezzò Nico, dal nome del suo ex
boy-friend, il regista Nico Papatakis.
Nella sua
carriera di modella, Nico - divenuta pupilla della famosa stilista Coco
Chanel - lavorò fino alla fine degli anni 50 per riviste prestigiose
come Vogue,Tempo , Vie Nuove , ed altre ancora.
Come
attrice ebbe anche un ruolo minore nel film "La dolce Vita",
di Fellini e interpretò alcuni film di Andy Warhol.
Con i
Velvet Underground.
Dopo aver
incontrato Andy Warhol ed essere divenuta un'assidua frequentatrice della sua
"Factory" fu da questi incoraggiata a partecipare, come voce solista,
al primo disco dei Velvet Underground, intitolato appunto
"The Velvet Underground & Nico" con l'inconfondibile
banana warholiana in copertina.
Il gruppo
dei Velvet, anche loro frequentatori della Factory, ebbe il periodo di massima
notorietà dopo la pubblicazione del disco d'esordio (1967): i loro
primi concerti erano vere e proprie performance totali,
comprendenti incontri di teatro, suoni e cinema in cui con la musica venivano
proiettate immagini psichedeliche; un ballerino, Gerard Malanga,
accompagnava canzoni come Heroin e Sunday Morning.
Lo spettacolo, chiamato Exploding Plastic Inevitable o EPI,
era in realtà una creazione dell'artista pop Warhol. Ma la presenza di Nico all'interno
della band è sempre stata problematica: forzata dallo stesso
Warhol, inizialmente non era stata accettata dagli altri componenti; solo John
Cale maturerà con la "chanteuse" un forte legame duraturo
nel tempo (egli sarà infatti il produttore dei suoi più importanti lavori da
solista).
Nonostante
ciò "The Velvet Underground e Nico" è divenuto uno dei
migliori album della storia del rock, carico di
innovazione e spinte targate east coast, momenti suggestivi ed espressioni
metropolitane. In quest'opera s'inserisce la voce di Nico che - dotata di un
timbro rauco e assolutamente personale - viene tuttora considerata una delle
più belle della musica rock
La
canzone Sunday Morning interpretata da Lou Reed con voce
effeminata, è ritenuta un vero capolavoro che il suo particolare modo di
cantare ha reso indimenticabile.
Solista
Verso
la fine degli anni Sessanta decide di abbandonare
i Velvet proseguendo la propria attività di mannequin e registrando
diversi album da solista (di cui Cale sarà un importante collaboratore) ma
senza mai ripetere il successo riscosso con i Velvet Underground. Anni più
tardi dichiarò: "I Velvet volevano sbarazzarsi di me perché ricevevo
più attenzione di loro da parte della stampa", a testimonianza di una
collaborazione forzata anche se ben riuscita.
Questo è,
però, il periodo più prolifico della sua carriera: preso in mano l'harmonium che
Cale le aveva regalato, Nico inaugura un modo del tutto nuovo di concepire la
canzone diventando punto di riferimento e anticipatrice della
corrente dark di fine anni 70.
Dagli
arrangiamenti ipnotici alle melodie pungenti e inquietanti della sua voce, a
volte anche a cappella, la valkiria dai tratti perfetti butta le basi del dark:
gusto per l'occulto, ambientazioni gotiche e mistero si fondono in uno con
senso d'angoscia, alienazione, decadenza e mestizia. "Non so bene come
faccia a vivere. È una continua lotta tra me e me. È un dramma sentirmi come aliena
a me stessa. Non ho alcun riferimento per capire chi io sia. Vivo
come in un perenne esilio" dichiarerà una volta l'artista. Il lavoro
che porta a maturazione queste sue tendenze è Desertshore, in cui gli embrioni
contenuti nel precedente album (The Marble Index) vengono sviluppati a pieno
con risultati grandiosi. Nel 1974, partecipa al concerto collettivo June 1,
1974, organizzato dall'etichetta Island per promuovere la
figura di Kevin Ayers. In esso, appare la sua famosa versione di The
End dei Doors, incisa da Nico un anno prima nell'omonimo
disco.
La morte
Dopo
circa cinquant'anni passati
fra il lavoro di precoce modella, attrice, cantante e musicista,
fra la tossicodipendenza e il continuo senso
d'inquietudine,arriva la morte, e come la vita, è avvolta nel
mistero: morì a Ibiza, nel 1988 per emorragia cerebrale, pare a
seguito di una banale caduta con la bicicletta.
Commento
di Gabriele Lunati
Nico è
una figura tragica, controversa, sfuggente, una delle personalità più
sconcertanti della storia del rock, bellissima, a tal punto da odiare lei
stessa la propria bellezza e proiettare il suo fisico in un tunnel di
autodistruzione che la rese più simile a un puzzle in procinto di disgregarsi
in mille pezzi che a una musa o a una dea di un culto pagano suo malgrado vivo
e profondo. Una donna sola, apolide per scelta, imperscrutabile, con un volto
enigmatico da tragedia greca e il fascino ambiguo di una vita intensa. Ex
modella, attrice principiante, musa della Factory di Andy Warhol, chanteuse dei
Velvet Underground quindi artista solista e ancora attrice impegnata in
pellicole non commerciali, è diventata un'icona tragica e silenziosa che non si
annovera tra le leggende del rock perché ha vissuto buona parte della sua vita
artistica lontano dai clamori e dal music business.Cinica, egoista, eroinomane,
incompresa. La sua fu un'esistenza oscura sul precipizio di un abisso interiore
e come la sua arte, anche la morte di Nico, sacerdotessa sepolcrale del rock,
resterà per sempre avvolta nel mistero.
Il
documentario termina con un’intervista ad una Nico che ipnotizza e provoca
angoscia, e l’ultima canzone, ”Femme Fatale”, scritta per lei da Lou Reed,
assume la “forma del dolore” , e conduce verso una velata tristezza che rimane
a lungo e induce a riflessioni...
...a me e’ capitato
così.
Femme Fatale(Nico e Velvet Underground)
Here she comes
You'd better watch your step
She's going to break your heart in two
It's true
It's not hard to realise
Just look into her false colored eyes
She'll build you up just to put you down
What a clown!
Everybody knows
The things she does to please
She's just a little tease
See the way she walks
Hear the way she talks
You're put down in her book
And you are number 37, have a look!
She's going to smile to make you frown
What a clown!
Little boy, she's from the street
So before you start you're already beat
She's going to play you for a fool
You can see it's true
Everybody knows the things
The things she does to please
She's just... just a little tease.. oh, she is just..
See the way she walks
Do you hear the way she talks?
Everybody knows the things
The things she does to please
She's just... just a little tease.. oh, she is just..
Do you see the way she walks?
Do you hear the way she talks?
She sings.. la la la la la...
She's le femme fatale
(and she sings)
She's le femme fatale
(and she sings)
She's le femme fatale
(and she sings)
She's le femme fatale
(and she sings)
She sings...
2 commenti:
Grazie.
grazie.Bellissimo.
Posta un commento