Erano i giorni in cui noi ventenni
ascoltavamo e suonavamo molto Eugenio Finardi, e ritrovarlo sotto casa - Vado
Ligure - sembrò un segno del destino.
A lui ho dedicato molte delle mie riflessioni, ma … ritorno al 3 luglio.
Eugenio è di scena ad Albissola Marina per
la presentazione del suo libro uscito
lo scorso anno, “Spostare l’Orizzonte….”(scritto in collaborazione con Antonio G. D’Errico), all’interno della rassegna letteraria “Parole
Ubikate in Mare”, e in tutto questo
ho una piccola parte, se è vero che ho favorito l’incontro tra la libreria Ubik o meglio, Stefano Milano, e il management di
Eugenio. Di ciò sono felice.
Stefano mi chiede di affiancare Finardi sul
palco, per “condurre” la serata attraverso qualche domanda, e io, sebbene
timoroso, accetto la sfida e… provo a chiudere il cerchio a cui ho accennato.
In oltre trentacinque anni di vita ho accumulato un
bel po’ di domande, ma la sola lettura del libro fornirebbe a chiunque
curiosità da soddisfare in quantità industriale.
Esprimo qualche timore a Eugenio, via mail, e lui risponde: “… non ti preoccupare, improvvisiamo, è più
divertente…”.
Sarà così, ma la mia scaletta mentale e
fisica mi accompagnerà sul palco… inutilmente.
Quella che pensavo fosse una serata di
parole si trasforma in “parole e musica… acustica”. Fantastico, e fantastico si
dimostrerà anche il polistrumentista Claudio
Rossi, accompagnato nell’occasione dai suoi “cagnolini”, come li
chiama Eugenio: mandolino, ukulele, bouzouki
e violino.
Nel tragitto dal residence al luogo del concerto, provo a osare e a capire come imposteremo la serata, come si intercaleranno
suoni e pensieri, ma la risposta non cambia, sarà il feeling del momento a
guidarci.
Quando lo spettacolo inizia la piazza e
gremita, e oltre alle sedie poste di fronte al palco, anche le gradinate della
chiesa sono colme di anime.
Per due ore Eugenio Finardi racconterà
della sua vita, delle sue gioie e dei suoi dolori, commentando le differenti
fasi con la canzone appropriata, perché per ogni situazione della vita esiste
la canzone ad hoc da lui realizzata.
E così nasce l’occasione per presentare la
primordiale “Oggi ho imparato a volare”,
sino ad arrivare a “Nuovo Umanesimo”, passando per “E tu lo chiami Dio” , “Extraterrestre”,
“Dolce
Italia” e “Le ragazze di Osaka”.
Ogni mio schema salta e alla fine non
mi sembra un dramma, perché ogni singolo
pensiero fornisce lo spunto per un effetto domino che potrebbe tendere all’infinito.
La felicità, la famiglia, i dolori della
vita, la politica e… la musica e il busines che la governa.
Nasce quella che io chiamo la vera
atmosfera da concerto, quel feeling che si avverte quando il pubblico è capace
di concentrazione e al momento stesso riesce a lasciarsi andare, al momento
giusto. E’ questo il mio concetto di “oltre la musica”.
Ho lasciato nel cassetto qualche centinaio
di domande, chissà che non ricapiti l’occasione! Se così sarà proverò a giocare
con le carte di Eugenio, secondo il suo attuale atteggiamento verso la vita, e
cercherò di vivere il momento senza programmarlo, step by step. Ora sono
davvero preparato!
Per molti che lo conoscevano sommariamente,
Eugenio Finardi è risultato una sorpresa positiva, e nei commenti del giorno
dopo è stata rimarcata la sua profondità di pensiero, ma in fondo basta
ascoltare le sue canzoni per saperne di più.
Prima di mostrare stralci di serata, vorrei
aggiungere un’ultima considerazione.
In fase di soundcheck, attorno alle 19.30,
ci si è trovati ad affrontare la prima lamentela stagionale: troppo “rumore”.
Rumore? Musica acustica? Alle 19.30?
C’è spazio per ogni opinione e per ogni
atteggiamento, ma è evidente il paradosso… il mitico Eugenio Finardi - ma
poteva essere chiunque di pari valore e visibilità - suona sotto le tue
finestre… devi solo sporgerti un po’ per ascoltarlo… non devi nemmeno pagare il
biglietto … e ti lamenti?
Fortunatamente i tanti presenti hanno avuto
pensieri diversi, e la serata non sarà facilmente dimenticata.
E per aiutare nel ricordo ecco un filmato
che testimonia la parte iniziale e tre link che conducono ad altri momenti
significativi.