lunedì 23 luglio 2012

Marcello Chiaraluce Band a Loano




Venerdì 20 luglio, in Piazza Rocca a Loano era di scena la Marcello Chiaraluce Band.
Marcello è un musicista dai molteplici progetti, ed è cosa normale vederlo su di un palco accanto a qualche personaggio dal nome altisonante e dal valore esagerato, ma i disegni personali sono quelli che danno maggiori soddisfazioni, che permettono di dare e darsi una misura, riportando la tecnica alla giusta dimensione e dando evidenza della creatività e delle doti di leader.
Avevo già visto la band nel periodo natalizio, e a distanza di sei mesi ho ritrovato gli stessi artisti con un piglio decisamente maturo, una situazione che si acquisisce col tempo e che porta ad una consapevole e piacevole sicurezza.
La location è molto suggestiva, e la piazza risulterà gremita per tutta la durata del concerto.
Difficile stabilire una maggioranza anagrafica perché il pubblico è sembrato variegato e alla fine, dalla mia postazione centrale, affianco al fonico, l’amico Mazzitelli, ho potuto notare un turnover continuo che ha tenuto costantemente piene le sedie disponibili.
Quale l’idea della serata? Quale il tema dominante?
Di scena la storia dei Guitar Heroes, attraverso i  brani famosi che hanno reso celebri loro e le band di appartenenza.
Geniale… prendi un tema musicale e prova a sviscerarlo ripercorrendo un lungo periodo storico… il pubblico capirà e gradirà!
E così è stato.
Per chi non lo avesse mai sentito Marcello Chiaraluce è un chitarrista con i fiocchi, capace di emergere nelle situazioni più complicate, tra il prog e il rock blues, la fase acustica e quella classica. Ma gli altri componenti non sono da meno.
Sono sei i musicisti ufficiali: oltre a Marcello ( chitarre e voce) Serena Torti ( voce), Mauro Mugiati ( tastiere, chitarra e voce ), Luca Grosso (batteria),  Kenny Valle alla tastiere e Daniele Piglione al basso. Davide Spalle (vocalist) mi pare il settimo elemento, anche se presentato come “ospite”.
Ripercorrere una fetta di storia musicale significa anche attraversare ere e culture diverse, e mi è sembrato significativo il “tenere la scena” della - anche - modella Serena. Evidenziare la sua bellezza è cosa scontata, ma che nulla aggiunge all’elemento musicale, mentre mi preme sottolineare i frequenti cambi d’abito che hanno accompagnato la progressione temporale in atto sul palco.
Sono arrivato a concerto iniziato e vedere una giovane donna ballare e cantare con abiti in voga nell’era hippie, con tanto di pantaloni a zampa di elefante e fascia sulla fronte, mi ha immediatamente colpito.
E la musica? Quali gli eroi della sei corde?
Vado a memoria e spero di non dimenticare troppo… Eric Clapton,  Carlos Santana, Pete Townshend, Brian May, Mark Knopfler, David Gilmur, Martin Barre  e l’immancabile tributo a Jimi Hendrix.
Ma c’è stato spazio anche per la sezione Prog, con un trittico da favola che ha riportato a Steve Howe, Robert Fripp e Steve Hackett.
In questa occasione qualcuno si alza, ma viene immediatamente rimpiazzato, e la “storia della chitarra” regala un senso supplementare a questa notte dei ricordi, diventando quasi elemento didattico da utilizzare per i tanti giovani presenti, una sorta di The School of Rock già apprezzata nella proposta video di Jack Black.
Il pubblico apprezza e il gradimento innesca la gioia da palco, palpabile per chi consoce l’ambiente dei concerti.
C’è anche un discreto spazio per i brani di produzione propria, tratti dai due album della marcello Chiaraluce Band, ed il brano “Guitar Hero”, tratto dal primo CD, si inserisce perfettamente nel contesto della proposta.
Bello il gioco di squadra, con l’alternanza delle voci tra i quattro vocalist, e ottima la resa generale. Le doppie tastiere, la doppia chitarra e le molteplici voci forniscono al gruppo una vasta gamma di possibilità espressive, sulla strada di un rock che si ascolta con grande piacere e che in fase live appare trascinante.
Un bellissima serata di musica in una cittadina, Loano, che ad ogni angolo presentava un trio musicale, quasi fosse Beale Street.
Le mie riprese video sono state inficiate da un problema allo zoom, ma resta un discreto audio che ci ricorda chi siano stati gli YES, e quale valore avesse l’album FRAGILE, rappresentato in questo caso dalla magnifica  ROUNDABOUT.
Bella l'esecuzione di casa nostra.