A distanza di cinque
anni dall’uscita di Popular Games Max Fuschetto propone il suo secondo album, Sùn Ná, quaranticinque
minuti di musica suddivisa su dieci episodi.
Il considerevole vuoto
discografico si giustifica appieno quando si entra, in punta di piedi, nel mondo
compositivo e nella ricercatezza dell’opera dell’autore.
Provare a spiegare in
modo esaustivo questa nuova tappa mi pare cosa ardua, proverò quindi a concentrarmi
sul feeling d’ascolto, con l’aggiunta di alcune note obiettive.
Esiste una continuità
tra i due lavori, ma le differenze sono evidenziate dallo stesso Fuschetto, che
battezza Popular Games come una
raccolta di elementi, quasi disordinati, mentre uno degli obiettivi legati a Sùn Ná è proprio lo sforzo di
organicità e compattezza.
Ma gli ingredienti
basici sono a mio avviso gli stessi, e caratterizzano tutta la musica ed il “personaggio Fuschetto”: profumo esteso di cultura aperta, senso della misura,
gusto per l’estetica, amore per la ricerca, ouverture mentale e voglia di
osare.
Ascoltando l’album
fluttuano numerose le immagini, e la più consistente proietta Fuschetto in un
continuo viaggio etereo, a cavallo di note e strumenti musicali quasi
silenziosi, anche quando si resta nel campo della tradizione.
“Sùn Ná sono due parole
di lingua Yoruba presenti in un canto
africano raccolto da Gerhard Kubik che significano “dormi ora”, ma il “sunna”
napoletano significa “sognare”, e tutto l’album si snoda su di una dimensione
onirica che viaggia su binari musicali e letterali, e la centralità di
Fuschetto si consolida con la materializzazione del crocicchio tanto caro al blues, punto
di incontro di tante culture e di molteplici lingue, con l’inglese ed il
francese che si mischiano ai dialetti campani, con spruzzate antiche di arbereshe
e africano.
E’ un viaggio globale,
alimentato dalla tradizione, dalla ricerca etnica ed elettronica, dall’utilizzo
di una voce quasi aulica, quella di Antonella Pelilli, in grado di stordire
anche quando il messaggio è giocoforza inarrivabile.
Max Fuschetto inventa
un disegno musicale che riporta alla geografia della sua vita serena -e mi
spingo a pensare che giovinezza e serenità costituiscano un connubio
inscindibile, almeno in linea di principio-, ai suoi luoghi, alle esperienza di
vita e, da ribadire, al sogno, vissuto senza limiti, perché patrimonio
personale illimitato, concetto reale che permette ogni esagerazione, ogni
amore, ogni viaggio e ogni sana sciocchezza infantile.
Trovo Sùn Ná un album magnifico, sinestesico, ancora
una volta non facile, ma alla fine la musica, tutta quanta, la si può apprezzare
anche senza conoscerne i dettagli e le peculiarità… senza capire gli sforzi
compositivi enormi o i sacrifici continui… chi cerca cure e si affida al mondo dei suoni, in fondo, deve solo lasciarsi andare…
Hanagoori Music/distr. Audioglobe
Antonella
Pelilli: voce
Pasquale
Capobianco: chitarre
Giulio
Costanzo: percussioni
Silvano
Fusco: violoncello
Irvin
Vairetti: voce
Valerio
Mola: contrabasso
Andrea Paone
e Marco Caligiuri: batteria
Vezio Iorio:
viola
Franco
Mauriello: clarinetto
Luca
Martingano: corno
Giuseppe
Branca: flauto
Andrea
Chimenti: voce
Max
Fuschetto: oboe, sax soprano, pianoforte, piano rhodes
Info:
Max Fuschetto:
Audioglobe:
Synpress44 Ufficio stampa: