Alcuni giorni fa ho pubblicato la
notizia relativa ad una nuova iniziativa di Claudio Sottocornola, musicista,
professore, intellettuale, amante della canzone al di là di ogni tipo di
pregiudizio. Nel corso di un’intervista, un paio di anni fa, gli chiesi…
Esiste
secondo te uno spartiacque tra buona musica e musica con … minor dignità?
Molto spesso si tratta di una questione di affinità,
che possono cambiare nel corso degli anni e allargarsi ad includere esperienze
sempre più vaste ed eterogenee, al contrario di quanto accade nell’adolescenza,
dove si è sollecitati ad accettare esclusivamente ciò che conferma e rafforza
la propria immagine identitaria. Nella mia attività giornalistica ho incontrato
due personaggi che mi hanno illuminato su questo problema, entrambi
identificabili col periodo degli anni ’70. Georges Moustaki mi sottolineò nel
corso di un’intervista che ogni canzone, anche quella apparentemente più
stupida, è frutto di un qualche processo creativo che va rispettato e
valorizzato, mentre Nicola di Bari, che incontrai a Canale 5, quando la sua
carriera si era già in gran parte trasferita all’estero, insistette molto sul
riconoscimento che merita qualsiasi interprete che ha il coraggio di esibirsi
su un palco, e quindi di affrontare anche le critiche. Soprattutto, sono
convinto che la qualità non vada mai identificata con un genere, ma che
all’interno dei diversi generi si può individuare una gerarchia di intensità e
valore. Attualmente comunque io ascolto solo ciò che mi dà stimoli nuovi o, in
alternativa, ciò che mi corrobora nella mia identità e memoria profonde.
Il suo lavoro, le sue
performance, l’impegno costante sono testimoniati dai suoi DVD e dalle sue
registrazioni presenti in rete, ma… Claudio si propone oggi sotto una nuova
forma, avanguardistica, tecnologicamente avanzata, ma utile a concentrare e comprimere in poco spazio un’enorme mole di
lavoro.
E così nasce “ Una notte in
Italia USP”, la trilogia di lezioni-concerto del 2011 dedicate
all’identità italiana:
Contenuto
di spessore, con contributi filmati ed altri altamente didattici, tanto da
poter considerare il progetto, anche, come “materiale scolastico”, che andrebbe diffuso
come elemento culturale a disposizione della collettività.
E’
una grossa carenza quella che presenta la nostra scuola secondaria, che non
prevede formazione musicale (salvo casi specifici) se non quella legata all’intraprendenza
dei singoli, e Claudio Sottocornola mette il pollice su di un piccolo foro,
colmando una lacuna che passa attraverso l’interessamento delle nuove
generazioni, con la spinta decisa verso l’interazione. Sì, musica antica, ma adatta
ad ogni livello generazionale, e dallo studio del particolare apparentemente
frivolo possono emergere perle di rara bellezza.
Anche
l’hardware, la fisicità dell’opera, è qualcosa da scoprire e a cui
probabilmente ci dovremo abituare. Dopo il formato analogico arriva quello
digitale, ed è possibile che l’art work di un CD possa vagamente assomigliare a
quello del vinile. Ma come fare quando la compressione aumenta e spunta la
chiavetta USB? Dove finisce il fascino della grafica?
Sottocornola
ci fornisce un esempio - per me il primo in assoluto - di come potrebbe essere
il futuro prossimo, ed inserisce persino un booklet sfogliabile e leggibile,
capace di presentare in modo efficace il focus dell’intero lavoro.
In
pochi grammi, in pochi centimetri, troviamo il lavoro di una vita, che se da un
lato è, ovviamente, la sintesi del pensiero dell’autore, dall’altro rappresenta
un mezzo che ci viene regalato per allargare la nostra visuale, attraverso un
mezzo concreto che potrebbe essere utilizzato per fare opera di proselitismo,
non sulla fiducia, ma su elementi concreti, quelli che Claudio Sottocornola
mette a nostra disposizione.
Scopriamo
qualcosa in più…