A
distanza di quattro anni Franck Carducci si ripropone dal
punto vista discografico ed esce Torn Apart. Come ci racconta Carducci nell’intervista
a seguire, non c’è continuità tra l’esordio ODDITY e l’attuale
proposta, e se il primo lo si poteva definire una raccolta di brani accumulati
nel tempo, questo potrebbe rappresentare la prima maturità, l’album che
sintetizza la consapevolezza e la chiarezza di percorso, obiettivamente
difficile da intravedere quando si esordisce.
Oltre
un’ora di musica suddivisa su nove tracce, alcune molto lunghe, come nella tradizione
del prog.
Ma
sono in difficoltà nell’incasellare ed etichettare l’album - cosa di per sé poco
importante - perché sono molti gli
elementi in gioco, e l’ascolto del primo pezzo, la title track, potrebbe
condurre fuori strada, se la considerasse rappresentativa dell’intero lavoro.
C’è
molto rock verace - presente appunto nel brano a cui accennavo - ma con lo
scorrere delle tracce il tono generale si modifica, e se l’intervento di Steve Hackett rappresenta la ciliegina
sulla torta, le sonorità e le variazioni di tema rendono il tutto una …
sorpresa, un “chissà cosa ci sarà adesso…”,
che conduce a brani intimistici, ad atmosfere sognanti e al virtuosismo
strumentale tipico di un’era antica.
Carducci
si dota di un team consolidato che, da quanto mi dicono, sia uno spettacolo
gustare dal vivo, e assieme a questo inventa brani di forte impatto, come Journey Through the Mind, A Brief Tale of
Time e Artificial Paradises.
Ma la
bellezza si ritrova anche nei risvolti quantitativamente minori, e l’ascolto,
ad esempio, di Girlfriend for a Day non
può lasciare indifferenti.
Esiste
una certa concettualità nella proposta, argomento che sempre emerge quando c’è
di mezzo il prog, ma in questo caso il legame va ricercato in un comune
denominatore che è la ripetitività di certi argomenti catturati dal quotidiano.
Il
sunto di questo piacevole disco potrebbe essere descritto dal brano Mr Hyde & Dr Jekyll, una doppia
pelle che Carducci incarna perfettamente, mostrando la sua essenza musicale,
forgiata dalle assimilazioni giovanili e modellata dalle esperienze di vita; ne
esce fuori una filosofia musicale complessa, che non da punti di riferimento,
ma lascia spazio ad ogni nuovo fervore musicale.
Ma la
cosa essenziale è che l’album si afferra già al primo giro con estrema facilità
di ascolto, situazione in apparente contraddizione con la rigorosità - e necessità
di concentrazione - tipica di questo genere.
E ora
anche io sono curioso di vedere Franck Carducci dal vivo… e il video a seguire
potrebbe indurre molti lettori a pensarla come me!
L’INTERVISTA
Come e dove è nato il tuo progetto? Un
piccolo riassunto per il pubblico italiano.
Dopo aver pubblicato il mio album di debutto,
"ODDITY", ho messo su una grande band e siamo andati in tour in tutta
Europa (Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia, Italia ...) per promuovere l’album.
Un sacco di persone, a cui "ODDITY" era realmente piaciuto, me
continuava a chiedere quando sarebbe arrivato il secondo disco (sebbene non ci
fosse nulla di pianificato a tal proposito). Così a un certo punto ho sentito che
era arrivato il momento giusto per iniziare a scrivere di nuovo, quindi la
registrazione e quindi ...
Da dove arriva l’amore per la music anche proponi?
Sono cresciuto ascoltando i Beatles,
naturalmente, ma anche gruppi come Pink Floyd-Genesis, Kansas, Supertramp e Led
Zeppelin. Ho sempre pensato che il progressive-rock è un genere assolutamente
sottovalutato e trascurato dai media globali, e ho sempre cercato di fare canzoni prog-rock che potessero essere
accessibili ad un pubblico più vasto possibile.
Esiste un collegamento tra il nuovo album e
"Oddity"?
Non proprio. "Oddity" è stato scritto
nel corso degli anni, senza l'obiettivo di realizzare un album. Erano solo
canzoni nel mio computer, niente di più!
Per "Torn Apart" le canzoni sono
state scritte con la chiara intenzione di essere parte di un album, e quindi l’
approccio è totalmente diverso!
Qual è l’anima di “Torn Apart”? Si tratta di un concpet
album?
Non è un concept album, ma ci sono temi
ricorrenti. E’ stato ispirato principalmente da eventi reali. Potrebbe sembrare
a tratti un po’ buio e pessimista, tuttavia ci sono alcune canzoni un po’ più
"leggere" di altre.
Puoi dirmi qualcosa a proposito del team impiegato per la
realizzazione di “Torn Apart”?
Ho cercato di coinvolgere un sacco di musicisti
diversi, per rendere il suono più diversificato possibile. Naturalmente Steve
Hackett è il nome più importante, ma hanno partecipato tanti altri artisti di
grande talento, di Lione e di Amsterdam, e sono molto soddisfatto del
risultato. Tuttavia, i musicisti che suonano con me sul palco, e mio cugino
Richard Vecchi, sono i membri più ricorrenti.
Che cosa succede ai tuoi concerti?
Davvero un sacco di cose! Per me suonare bene è
necessario, ma non sufficiente se si vuole mettere in scena un bello
spettacolo. La gente vuole ascoltare la musica, naturalmente, ma anche
divertirsi, sorridere, vedere magie, assistere a cose belle che accadono sul
momento, sorprendersi, ridere... ecco perché abbiamo cercato di sviluppare un
sacco di aspetti visivi legati allo spettacolo, come un duello con la spada che
introduce "Achilles", chitarristi che giocano con gli strumenti degli
altri, e abbiamo anche convinti Alice ad uscire dal Pese delle Meraviglie per venire
sul palco con noi!
Com’è il tuo rapporto con Steve Hackett?
Direi che è sia un buon amico che un mentore
per me. Tuttavia non ci potevo credere quando si è offerto di suonare un assolo
nel mio album, è stato come l’avverarsi di un sogno, e quando ho ricevuto le
sue tracce non avevo il coraggio di ascoltarle!
Come giudichi lo stato della musica nel tuo paese?
Beh, le grandi etichette e i media globali
hanno un unico obiettivo che è quello di creare "stelle" dal nulla,
da poter spremere e vendere il più velocemente possibile, e poi farle sparire
per crearne un altre. Così i giovani possono sognare di poter diventare le star
del domani. Non si cerca il talento, perché poi la gente si abitua ad esso,
aumentano le aspettative e si chiede di
più. Queste etichette dovrebbero fornire veri talenti, artisti che durerebbero
per decenni, proprio come negli anni '70. Beh, chi gestisce il business
sicuramente non ama queste strade!
Non mi interessa affatto questo modo di vedere
le cose ed il conseguente " show business dream". Io sto solo facendo
musica per me, bene se alcune persone ne traggono piacere, e se non ci
riescono… non mi importa!
Pensi sia possibile vederti suonare in Italia prossimamente?
Lo spero e lavorando per questo con alcuni
promoters locali. Siamo stati davvero felici di presentare "ODDITY"
al Veruno Festival, nel 2014.
Che cosa hai pianificato per il prossimo futuro?
Speriamo sempre più concerti.
La cosa migliore per me sarebbe una bella data
a Roma, perché là ci sono tanti fans che mi aspettano. Inoltre la mia famiglia
arriva da quelle zone, ed è questo il motivo per cui è la cosa che desidero di
più!
Track list
01 - Torn Apart - 10’17
02 - Closer to Irreversible - 4’51
03 - Journey Through the Mind - 8’02
04 - Artificial Love - 2’10
05 - A Brief Tale of Time - 12’38
I The Quest
II Higher and Higher
III 2078: Möbius Trip
IV Back to Reality
06 - Girlfriend for a Day - 1’53
07 - Mr Hyde & Dr Jekyll - 6’16
08 - Artificial Paradises - 14’08
09 - School (Bonus Track) - 5’40
Line up
Christophe Obadia: Lead guitar, Talk-box
Olivier Castan: Organ
Mathieu Spaeter: Lead guitar
Laurent Falso: Drums
Richard Vecchi: Organ, Synthesizers
Franck Carducci: Guitars, Bass, Mellotron, Vocals