Reduce dal grande successo di pubblico e critica del suo
ultimo album solista "La quarta vittima", Fabio Zuffanti torna a far scorrere la penna tra le pagine del
diario autobiografico "Ma che musica suoni?"
(Editrice Zona), resoconto disordinato di 20 anni di musica + 45 di
vita.
"Ma che musica suoni?" nasce con il proposito di
raccontare la genesi e il concepimento del nuovo album solista di Fabio
Zuffanti, "La quarta vittima", un lavoro importante che segna il
ventesimo anno di attività del compositore genovese.
Fabio Zuffanti è uno dei musicisti più attivi nell'ambito del
movimento del Rock Progressivo Italiano, genere dato più volte per defunto ma
che puntualmente rinasce dalle proprie ceneri.
Il RPI negli ultimi vent'anni ha goduto di una particolare
attenzione, specie da parte del pubblico internazionale. Uno dei principali
fautori di questo rinnovato interesse è proprio Zuffanti che dal 1994 porta
avanti con costanza e determinazione un lavoro su più fronti, come bassista e
compositore in svariate formazioni (Finisterre, la Maschera Di Cera,
Hostsonaten e molte altre) e come solista. Lavoro che gli ha permesso di
pubblicare oltre quaranta dischi e di presentare in giro per il mondo la sua
musica con successo.
Lo scorso maggio 2013 Fabio comincia a concepire il suo il
suo nuovo album solista "La quarta vittima", disco che condensa le
sue esperienze musicali di questi vent'anni. Per documentare questo importante
passo il musicista genovese decide di scrivere un diario giornaliero che possa
narrare della realizzazione del cd. Partendo da ciò molte sono le strade che
questa labirintica narrazione ha intrapreso. Dal lavoro sul disco è stato
naturale passare alla storia dettagliata dei vent'anni di musica, dalla musica
si è passati alla vita e alle esperienze di tutti i giorni. E qui il libro si è
addentrato in sentieri mai toccati prima da Zuffanti con vicende che fanno parte
della sua infanzia e adolescenza e che lo hanno portato a essere il musicista e
l'uomo che è. Sono narrazioni di fatti intimi e a volte dolorosi; una sorta di
viaggio a ritroso nella psiche e nei ricordi che all'autore è sembrato assai
utile per focalizzare in pieno la persona che è giunta ai nostri giorni e
quelle che sono state le esperienze che lo hanno portato a comporre la musica
che ha composto.
In tutto ciò trovano chiaramente ampio spazio le influenze
artistiche del compositore. Molti sono i dischi che hanno fatto la storia del
rock ad essere analizzati dal punto di vista dell'ascoltatore e del musicista;
si parla di Genesis, King Crimson, Van Der Graaf Generator, Pink Floyd, Yes e
molti altri. Fabio si addentra inoltre in uno studio approfondito della fase
sperimentale di Franco Battiato, parla del suo fondamentale incontro con la
psicomagia di Jodorowsky, dell'influenza delle opere cinematografiche di Andrej
Tarkowskij, di ispirazione, di Genova (città spesso avara con i suoi figli ma
che nonostante ciò emana un fascino al quale è difficile sottrarsi), delle
difficoltà di sopravvivere facendo il musicista, di sport, tournée, viaggi,
pensieri giornalieri e incontri con uomini più o meno straordinari.
Il condensato letterario si rivela denso di sfaccettature che
racchiudono in toto l'universo artistico e umano di Fabio Zuffanti.