venerdì 31 ottobre 2014

Officina Acustica Quartet: "Albanova"

Albanova è il biglietto da visita, fresco d’uscita, della Officina Acustica Quartet.
Dell’ensemble fanno parte i seguenti musicisti: Claudio Bellato alle chitarre, Enzo Cioffi alle chitarre, Andrea Bottaro al basso e Maurizio Pettigiani alla batteria e percussioni; ospite speciale nell’album Enzo Zirilli, battera e percussioni.
Le dodici tracce strumentali che compongono il disco, la cui creazione è suddivisa tra Cioffi e Bellato, concentrano e sintetizzano il virtuosismo di artisti talentuosi che trovano il comune denominatore nella voglia di disegnare, in modo accessibile a tutti, generi e modi espressivi che a volte si tende a relegare in un angolo, etichettandoli come adatti a nicchie e a situazioni ben precise.
La mia personale percezione è che lo sforzo di fornire una facile chiave di lettura sia evidente, forse frutto di pianificazione, o magari fatto inconscio – ma assolutamente vincente.
Le passioni dei protagonisti sono dichiarate: flamenco, Latin, influssi mediterranei, fusione di jazz e musica etnica, tutti filoni che impregnano le tracce di Albanova.
La tecnica e il gusto chitarristico di Bellato e Cioffi emergono, e galleggiano favoriti dallo zoccolo duro rappresentato dalla sezione ritmica, che sostiene le trame e i cambiamenti di umore che le accompagnano.
E’ per me sempre affascinante provare a collegare una musica priva di liriche al titolo che la rappresenta, perché il gioco è quello di far partire il nastro, ascoltare qualcosa che ha nome ben definito e provare a sconfinare in mondi che appartengono ad altri, cercando le motivazioni possibili che hanno portato ad unire un nome ad un’armonia, azione che, a mio giudizio, non è mai fatta con leggerezza e casualità. E così ascoltando Danza del pueblo, Rosso vivo o Tia Pepa, tanto per citare qualche episodio del disco, la sensazione di essere al cospetto di una continua chiusura del cerchio si materializza, passo dopo passo, e mi piace immaginare che i dodici brani risultino alla fine legati tra loro da una buona concettualità, che nella mia visione di corretta creazione musicale significa piena unità di intenti e coesione, caratteristiche che valorizzano un album, al di là della capacità e delle invenzioni dei singoli.
Il brano che propongo, Amico del vento, mi pare rappresentativo dell’intero album, un lavoro pregevole targato OAQ.



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Photo & Artwork: Luigi Cerati