Poco
più di un anno fa, in questo spazio avevo parlato del precedente album dei Syndone, Melapesante. Ripropongo
il link di quell’articolo perché l’intervista realizzata allora con Nik
Comoglio tocca aspetti generali della musica, dalla definizione di prog ad Abbey
Road, che vale la pena di ricordare:
La
band ha appena realizzato un concept album che prende spunto dalla famosa
fiaba, La Bella e la Bestia.
Nell’occasione
è stato posto al titolo un accento supplementare, trasformando una congiunzione
in un verbo, ed il titolo dell’album è diventato “La Bella è la Bestia”. Approfondirò a seguire.
Un
ritocco alla formazione e Syndone si
trasforma in trio - ricalcando la line up anni ’90- con Francesco Pinetti (marimba, vibrafono, percussioni) e Riccardo Ruggeri (voci e concept) accanto
a Nik Comoglio (tastiere).
Questo organico base è stato incrementato da diversi ospiti, ma una sottolineatura è doverosa,
perché non è comune il privilegio di avere in squadra un certo Ray Thomas (presente in due brani al flauto traverso), flautista e
vocalist degli indimenticati Moody Blues, e occorre ricordare come la band inglese sia da considerare un archetipo
del progressive rock (probabilmente i primi in ambito rock ad utilizzare il
mellotron), categoria musicale in cui si inserisce a pieno diritto Syndone.
Il tocco magico è fornito dal luogo in cui è stato
effettuato il mastering dell’album, quegli Abbey Road Studio -già
utilizzati in occasione del disco precedente- che in questo caso hanno visto
una presenza tecnica importante, quella del produttore Greg Walsh.
I
motivi per cui la scelta del concept è ricaduta sulla fiaba realizzata da Beaumont sono ben spiegati - nell’intervista a seguire
realizzata da Synpress44- dall’ideatore e vocalist Riccardo Ruggeri, che ha utilizzato la
conoscenza approfondita della materia, derivante da un lavoro da poco svolto in ambito teatrale.
Gli
spunti di riflessione sono rilevanti e le possibili interpretazioni sono
molteplici, ma credo che ogni singola “storia” con cui abbiamo convissuto e che
abbiamo tramandato ai nostri eredi sia carica di significati e di morali che,
tra allegorie e metafore, sono fonte di profondi insegnamenti, se non ci si
ferma allo strato superficiale.
Nei
oltre quarantacinque minuti, suddivisi in dodici tracce, la storia originale
viene sviluppata -utilizzando occhi “moderni”-, attraverso cinque personaggi: Bella, la Bestia, il padre di Bella, la Rosa
e il narratore.
Da
evidenziare l’incredibile ed efficace modulazione vocale di Ruggeri, capace di
interpretare e dare carattere ai differenti attori della favola musicata. Ruolo
davvero complicato.
Ma
perché porre l’accento su di una vocale, alterando così il significato di un
titolo, ma mantenendo intatti i fondamenti su cui “Le
Prince de Beaumont” fu ideato oltre centocinquanta anni fa?
I
sentimenti raccontati -amore, tristezza, senso di libertà, invidia, odio- restano elementi
forti, capaci di caratterizzare, purtroppo, il nostro quotidiano, qualunque sia
il contesto, ma sono sempre uguali gli schemi? Siamo in grado, in caso di slanci di onestà intellettuale, di rivedere
le nostre convinzioni, e ritenere che difficilmente esistano posizioni
assolute, facilmente superabili -o discutibili- se si esaminano le varie
sfaccettature del problema?
Belle
dice alla Bestia, in un momento topico dell’album…
“Quale stupore per le tue virtù…
ora si svelano e oscurano le mie… parte è la bestia di me…”
Dove
sta il bene e dove sta il male? Chi è virtuoso e chi immorale? E’ davvero tutto
come sembra o le prospettive cambiano?
Tutti
credono di possedere la verità!
Il
tappeto musicale creato da Syndone è il prog secondo Comoglio, evoluto ma
carico di elementi antichi.
All’interno
del booklet, come notazione finale, Comoglio elenca la serie- da brividi- di
strumenti vintage utilizzati, da un Pipe Organ “Mola” del 1901 ad un Hammond
M102 (e Leslie 147) del 1966, tanto per citarne un paio, il tutto accoppiato ad
ampli valvolari e mixaggio analogico.
Il
risultato, dal mio punto di vista, è strepitoso, perché la sintesi derivante
dalla miscela, mette in risalto un prog d’avanguardia, che trae linfa vitale
dall’innesto di una qualità intrinseca che nessuna nuova tecnologia riesce ad
abbattere.
Per
il valore aggiunto prettamente tecnico, ci ha pensato lo studio di
registrazione inglese, anche se, come spiega Comoglio, l’importanza è forse più
di carattere organizzativo.
Molto
curato e di impatto l’artwork e, fatto difficile da trovare, un book interno
che, nonostante le dimensioni, si riesce a leggere!
E credo
che tutto ciò sia sufficiente per stimolare la curiosità, e innescare il corretto effetto
domino.
Intervista realizzata da Synpress44
Dopo il comeback con Melapesante e il grande successo del disco, i Syndone tornano in
pista con un nuovo disco. Ancora una volta un concept: La Bella è la Bestia. Com’è nata l’idea di questo nuovo disco?
Riccardo) Spiegare come nascono le
idee è assai complesso.... In questo caso posso ipotizzare che le cause siano
state da una parte l'esigenza artistica di scrivere e produrre nuova musica,
dall'altra il desiderio di creare un album più articolato, a livello narrativo,
di Melapesante. Circa un anno fa ho lavorato sul racconto de La Bella e la Bestia per delle
performance teatrali; quando Nik mi ha proposto di scrivere le liriche per il
nuovo album, fresche erano nella mia mente le riflessioni e le immagini sui
diversi personaggi della favola. Ho iniziato a figurarmi scene, luci, costumi,
scenografie e la macchina creativa si è innescata. Più approfondivo la storia
più mi si aprivano possibilità, ma ovviamente su un album bisogna scegliere le
cose più importanti ed efficaci, quindi dopo scritture e riscritture, tagli, e
brainstorming siamo arrivati alla stesura di questo concept album.
La Bella è la
Bestia è un concept album: dalla mela del suo predecessore a una riflessione
sul senso della cultura occidentale. Sintetizzateci il leitmotiv di questo
concept.
Riccardo) Le interpretazioni dei
concetti espressi nel disco vorrei fossero soggettive, e forse “diverse” per
ogni fruitore di quest'opera. Non mi va quindi di imporre un leitmotiv sulle
mie riflessioni. Piuttosto evidenzierei il leitmotiv del metodo di esposizione
della storia a livello di personaggi/ruolo e questo in rapporto alle diverse
sfumature vocali che ho provato a dare.
C’è un'alternanza costante tra momenti
della favola e momenti in cui il “narratore” espone delle riflessioni. La
vicenda è quella di Beaumont: non è stata alterata; le riflessioni sono inserti
nuovi. Mentre rispondo a questa domanda mi accorgo che forse il vero leitmotiv,
per darti una risposta più chiara, lo si può riassumere con i primi quattro
versi delle liriche dell'album: “poco importa al nostro dire.....”
Che differenze di sound e approccio ci sono tra
questo album e il precedente?
Nik) È sicuramente un album più maturo
e presenta un sound più rock, più ricco e più omogeneo di “Melapesante”; sono molto
soddisfatto del risultato raggiunto perché credo che abbiamo centrato in pieno
l’obiettivo che ci eravamo proposti al momento della scrittura e cioè tentare
la via del concept-album senza cadere nell’ anacronistico. Questo lavoro
rappresenta l’idea di come noi intendiamo la musica prog nel 2012.
La tipicità dei Syndone è nel loro progressive
“sinfonico” privo di chitarre ma molto
incisivo e d’impatto: qual è il segreto per ottenere questo tipo di sonorità?
Nik) I “segreti” sono tre: prima di
tutto la corretta scrittura delle parti, che a mio avviso è la cosa più
importante e fondamentale delle tre; poi la scelta e l’uso di strumenti
acustici ed analogici (vintage e non) accoppiati ad amplificatori valvolari e
pre in classe A; infine il mix su banco analogico.
Nel progressive sinfonico,
l’arrangiamento si basa molto sull’orchestrazione che presuppone una buona
conoscenza della strumentazione; mancando a noi, per scelta, il riempitivo
della chitarra elettrica distorta, dobbiamo valutare, già nel momento della
composizione, il rapporto ottimale tra le relazioni timbriche ed i “pesi” dei
singoli strumenti che useremo. Questo fa sì che i suoni usati in registrazione
risultino fusi fra loro sul piano armonico rimanendo però intellegibili, ed è
ciò che rende il nostro “wall of sound” molto d’impatto.
Per il nuovo disco i Syndone si trovano in trio:
che cambiamenti sono avvenuti?
Nik) Siamo ritornati al trio per
motivi di facilità decisionale, snellezza logistica e comunanza di idee.
Per La
Bella è la Bestia c’è un grande ospite: il celebre Ray Thomas dei Moody
Blues. Raccontateci tutto!
Nik) Abbiamo proposto a Ray Thomas di
fare degli interventi di flauto sull’album (e per questo ringrazio tantissimo
Donato Zoppo che ci ha messo in contatto). Dopo un primo giro informativo di
mail con la simpaticissima Lee (moglie di Ray) abbiamo parlato direttamente al
telefono con Greg Walsh che ha messo a disposizione il suo studio in
Inghilterra per le registrazioni. Le parti di flauto ci sono state poi
rimandate via mail da Greg e noi non abbiamo fatto altro che sincronizzarle sul
mix. Il giorno dopo il mastering ad Abbey Road siamo andati a trovare Ray, Lee
e Greg nel Surrey: uno dei miei momenti highlights: poter parlare
tranquillamente davanti ad una birra con una autentica leggenda della musica
pop-rock internazionale, coevo e amico dei Beatles (specialmente di George
Harrison) per me è stato fantastico!
Greg Walsh è un produttore assai influente: qual
è stato il suo ruolo?
Nik) Greg è stato importantissimo per
due motivi: ha ripreso il flauto di Ray in maniera superba, esaltando e
lavorando il suono con l’effettistica più all’avanguardia che c’è, facendo sì
che si sposasse perfettamente con il suono del progetto tout-court. In più ci
ha regalato preziosi consigli tecnici sul nostro sound nonché nuove idee
promozionali ed organizzative per il futuro della band che derivano dalla sua
lunga esperienza di produttore discografico internazionale.
Ray e Greg che tipo di valutazione hanno fatto
sul Syndone-sound?
Nik) Abbiamo ascoltato parte del
master sia nello studio di Greg, (sulle sue casse Genelec) sia a casa di Ray ed
entrambi hanno dato un parere molto positivo. Personalmente mi ha fatto molto
piacere l’approvazione tecnica di Greg sul mio suono distorto, che ormai è una
caratteristica del sound Syndone, su cui continuo a fare una costante ricerca
di miglioramento disco dopo disco. Evidentemente sto andando nella direzione
giusta!
Ancora una volta vi siete rivolti a Abbey Road
per il mastering: che tipo di risultato si ottiene nei celebri studi londinesi?
Nik) Agli studi della Emi sono particolarmente
attenti al tipo di prodotto che gli sottoponi: questa forse è una delle
differenze basilari rispetto agli studi italiani. Un genere come il nostro non
deve venire masterizzato alla stregua di un disco pop, “schiacciando tutto in
alto”. La nostra musica vive di piani e di forti, di colori che vanno
rispettati e che senza un mastering personalizzato si perderebbero.
Ad Abbey Road ci sono engineers per
ogni tipo di genere musicale: tu scegli con chi vuoi lavorare in base alla loro
scheda tecnica che trovi sul sito; il progetto viene quindi prima di tutto
ascoltato ed analizzato; dopodiché si stabiliscono i criteri di masterizzazione
ottimali… e se c’è poco da fare… si fa solo quel poco che serve!
Melapesante ha avuto un bel successo,
soprattutto nei responsi della critica italiana e straniera: cosa vi aspettate
da La Bella è la Bestia?
Nik) Con “La Bella è La Bestia” credo
si sia fatto un ulteriore passo avanti. Anche dal punto di vista dei testi le
liriche di Rik sono più interessanti: esse sono più narrative ma nello stesso
tempo sempre molto poetiche, nel totale rispetto della storia di Beaumont che,
in questo concept, abbiamo caricato di significati attuali.
Syndone bio
I Syndone,
storico gruppo di musica progressive italiana, nasce verso la fine del 1989 dalla volontà del
compositore/tastierista Nik Comoglio
di formare un trio in stile ELP con Paolo Sburlati alla batteria e Fulvio Serra
al basso, puntando molto sulle idee ed evitando totalmente sia l’arrangiamento
fine a se stesso sia, soprattutto, l’uso della chitarra elettrica, da sempre
strumento inflazionato in ogni genere.
… “Volevamo un nome che evocasse insieme: Sacralità, Torino, Spiritualità e Solchi
Incisi (come un vecchio LP di vinile) così pensai a SYNDONE, con la “Y” per differenziarlo dalla famosa reliquia e
renderlo internazionale al tempo stesso, senza essere blasfemo. Questo nome
infatti evoca subito Torino in qualunque parte del mondo ti trovi … e questo mi
piaceva”… [Nik]
Dopo due lavori: “Spleen” (1991) e “Inca”
(1993), prodotti da Beppe Crovella
degli Arti & Mestieri, la band si scioglie per motivi interni al gruppo e
ciascuno dei musicisti seguirà percorsi personali diversi.
Dopo diciotto anni la band ritorna sulla scena
con una nuova formazione a quintetto.
I nuovi musicisti sono Federico
Marchesano al basso e contrabbasso, Francesco
Pinetti al vibrafono e ai timpani sinfonici, Paolo Rigotto alla batteria e percussioni, Riccardo Ruggeri alla voce e Nik Comoglio, unico rimasto della
vecchia formazione al pianoforte, hammond, moog, rhodes e tastiere. Con questa
line-up la band realizza l’album: “Melapesante”.
Recentemente la band è ritornata ad essere un trio come all’inizio della loro
carriera.
La nuova e definitiva formazione vede Nik Comoglio, Francesco Pinetti e Riccardo Ruggeri.
La nuova e definitiva formazione vede Nik Comoglio, Francesco Pinetti e Riccardo Ruggeri.
Con questa formazione più snella e più agile
realizzano il nuovo album: “La bella è
la bestia.
Info:
Syndone: www.syndone.it
BTF: www.btf.it
Synpress44 press office: www.synpress44.com