ITUNAS! è
l’album di esordio -come trio- dei Tunatones, musicisti veneti che dopo un lungo rodaggio live
elaborano e propongono musica che regala ampia scelta di fruizione. E' infatti disponibile in download, CD e vinile 180 grammi.
Disco con dedica particolare a Steve Jobs e a George Harrison – nell’album,
come dal vivo viene presentato un medley in suo omaggio-, con motivazioni ben
precise sviscerate nell’intervista a seguire.
ITUNAS! presenta caratteristiche
non semplici da spiegare, ammesso che le parole abbiano il potere di chiarire
aspetti prettamente musicali.
Tutto sa di “passato”, dal surf al
Rockabilly, dalla registrazione analogica al vinile, ed anche le dediche
succitate ricordano chi non è più tra noi.
Ma dall’unione di due generi ben
delineati può nascere l’originalità, e quando inizia la musica di “Cleopatra”, prima traccia dell’album, si
realizza immediatamente cosa significhi il neologismo ” Surfabilly”, che cosa voglia dire-in termini di qualità- registrare
in analogico, e come certa musica “storica” come quella di Harrison sia talmente
geniale da poter essere riproposta con grande risultato anche con una veste
inusuale.
Se potessi tradurre in parole l’idea
che mi sono fatto della band potrei definirla come… portatrice sana di “seria” ironia, sintesi di essenziali elementi
di vita.
La musica è tutt’altro che semplice e
la preparazione tecnica, come dice Mike, asse portante del gruppo, deve
assolutamente essere all’altezza della situazione.
E le differenti skills dei tre
musicisti contribuiscono a contaminare
-positivamente- il mix base, innestando varie componenti collocabili,
generalizzando, nella famiglia del Folk Rock.
Resta però magica la sensazione che si
prova nel percepire l’intersezione riuscita tra il rock degli anni ’50 e le
“onde” che, in alcuni luoghi noti, lo hanno accompagnato. E in questo gioco di
ingredienti emergono le immagini, perché niente come la musica può evocare i
ricordi. E anche questo mi sembra un ottimo risultato, probabilmente non
cercato, ma di sucuro valore aggiunto.
Gran bel debutto!
L’INTERVISTA
Il comunicato stampa ufficiale termina
con una specie di proclama che riguarda il vostro progetto: Surfabilly Power.
Tralasciando le etichette e le categorie, come è nata la voglia di proporre musica che, nelle linee
guida, riporta indietro di qualche lustro?
Abbiamo iniziato a
suonare in studio io (Mike) ed Alberto perché a tutti e due piaceva il
Rockabilly ed il Surf. Diciamo che da questo è nato il primo singolo Tunatones
“Spicy Barbara” che si trova su iTunes dove io (Mike) suono anche il basso
mentre le voci sono di Alberto. Ci diverte questa musica perché, al contrario
di quanto pensano in molti, richiede una preparazione tecnica senza se e senza
ma, e perché divertendoci il pubblico si diverte e balla con noi. A fianco di
quello che suoniamo con EXKGB volevamo un progetto per comunicare divertenti
vibrazioni. Poi dallo studio di registrazione, in una notte di capodanno
alquanto selvaggia in un club di un nostro caro amico di Roana (VI), il grande
Gigi Sinkope, in duo abbiamo proposto live degli inediti che stavamo preparando
a nome Tunatones. La risposta del pubblico è stata meravigliosa ed allora,
consapevoli della bontà della musica, abbiamo chiesto al mio amico Alessandro
Arcuri che suona basso e contrabbasso, di unirsi nel progetto. Da quel momento
hanno iniziato i Tunatones come li conoscete ed ha iniziato a prendere forma
quello che oggi è iTunas!
Mi è già capitato di “chiacchierare”
via mail con Mike 3rd ma non conosco il resto della band. Come nasce Tunatones
e che tipo di percorso musicale avete alle spalle?
I Tunatones nascono come
detto in precedenza in duo nello studio di registrazione per poi diventare in
breve tempo Trio. Presi singolarmente abbiamo affrontato vari percorsi musicali
incrociandoci spesso in jam session od in bands. Io (Mike) ed Alessandro abbiamo suonato per un
periodo nella mia band new prog Hypnoise oltre ad aver suonato assieme a
Tony Levin e Pat Mastellotto nel corso di singolari jam session tenutesi nella
città di Padova. Alberto invece suonava in una band reggae che ho registrato in
studio, in quell’occasione ho scoperto il suo naturale talento ed abbiamo
iniziato a pochi mesi di distanza, con Emanuele Cirani, l’avventura EXKGB che
continua tutt’ora. Abbiamo studiato ed ancora oggi continuiamo a studiare di
tutto, dal Jazz al Blues al Rock al Latino ... diciamo che non siamo fermi su
una sola espressione artistica, ci piace variare. Alessandro nel frattempo si è
diplomato al conservatorio di Rovigo, io continuo da privato, Alberto è
iscritto all’A.M.M. di Padova con Paolo Bertorelle e Davide Bettella. Diciamo
che non mancano le occasioni per arricchirci a vicenda.
E’ un album dedicato - anche - alla
figura di Steve Jobs, e il titolo dell’album, iTunas!, ne è la certificazione.
Che cosa vi ha colpito maggiormente della genialità di Jobs?
Steve Jobs era un
visionario ed un vulcano. Tutti noi abbiamo una o più mele mordicchiate a casa
per cui, apprendendo della sua dipartita, abbiamo pensato a dedicargli questo
disco che (a lui piacevano i Beatles) è stato registrato al Prosdocimi
Recording su un registratore che usavano i Fab Four, (Lo Studer C37), e che
contiene anche un omaggio ad uno di loro, George Harrison.
La seconda dedica è per George
Harrison, e in questo caso esiste un’altra prova tangibile, un tributo
all’interno dell’album, presentato anche dal vivo alla Biennale di Venezia. Che
cosa vi ha segnato dell’ex Beatle, visto che in suo onore avete realizzato un
medley?
Harrison era il più
schivo e forse il più sottovalutato dei Beatles. Ha scritto delle grandi
canzoni con uno stile ben riconoscibile; per questo, dovendo suonare
all’inaugurazione del Padiglione del Bangladesh alla Biennale d’Arte di
Venezia, abbiamo pensato con Michele Gervasuti della Gervasuti Foundation che
ci ospitava, di regalare questo omaggio.
La risposta del pubblico
è stata entusiasta, ci siamo divertiti a dismisura ed abbiamo suonato l’omaggio
al grande George per ben tre volte con il pubblico che saltava come delle
cavallette.
E’ stata un’esperienza
difficile da dimenticare, anche per il calore dei presenti del Bangladesh,
belle persone davvero.
Il disco uscirà anche in vinile,
seppur in tiratura limitata. E’ ormai la norma, per chi fa musica di qualità,
presentare il doppio formato, CD e vinile. Come giudicate il ritorno
all’utilizzo dell’LP?
Il Vinile è un supporto
di qualità che non è penalizzato dalla conversione digitale in genere che nel
Compact Disc è a 16 bit 44.1 Khz. Non parliamo del formato mp3 o altro che sono
la morte dei suoni. E’ dunque un supporto che restituisce all’ascoltatore il
suono vivace, integro, che ogni ascoltatore può personalizzare settando a casa
sua il proprio giradischi. Ognuno ci può mettere del suo in questo mondo
analogico. Chiaro che, lavorare sulla qualità non fa morire le buone cose ed
allora, ecco spiegato nel tempo il ritorno del vinile e del nastro audio
(bobine) che è ancora più fedele in termini di resa sonora. L’industria
discografica ha poi visto che oggi si può guadagnare nuovamente col vinile,
(dopo che milioni di utenti hanno creduto alla bufala della perfezione del
suono digitale rottamando i loro giradischi e collezioni di vinili) così quasi
tutti hanno ripreso a stamparlo. iTunas è in vinile di 180 grammi ed abbiamo
voluto che con l’acquisto del vinile venisse dato in omaggio il CD. Prosdocimi
Records, che è di noi artisti, sposa le nostre politiche così, coloro che
desiderano acquistare per corrispondenza, al prezzo di 15 €uro in contrassegno
hanno vinile 180 grammi e Compact Disc. Vediamo con piacere che gli utenti sono
soddisfatti e con loro lo siamo di conseguenza anche noi.
Come mai nell’era dei Steve Jobs nasce
l’esigenza di registrare in analogico?
Per una ragione
qualitativa (nothing sounds like tape) e di approccio alla registrazione
stessa. Nelle mie produzioni (Mike 3rd)
ed in quelle che faccio per altri artisti, cerco di dare la massima importanza
alla performance ed al musicista. Per questo tengo lontani monitor e vari
ammennicoli digitali che possano interferire con il sentire il suono. Così
facendo (e lo affermano anche molti produttori d’oltreoceano più conosciuti del
sottoscritto) cambia l’intensità emotiva del musicista che automaticamente da
di più alla musica. Tutto diventa più emozionale, più umano, e la musica ne
guadagna a dismisura. Steve Jobs ha avuto una grande intuizione nel rendere la
musica portatile con facilità ma, per favore, quando si tratta di farla, la
musica, cerchiamo di badare esclusivamente all’artista! Cerchiamo di catturare
gelosamente le preziose emozioni che siamo chiamati a restituire al mondo nei
vari supporti disponibili. Un consiglio spassionato, ascoltate in vinile “Mule
Variations” di Tom Waits, tutto analogico, mastering incluso.
Che cosa rappresenta per voi la
performance live?
Il Live è l’occasione
per interagire con il pubblico, per scambiare energia, per divertirci con tutti
quelli che ci ascoltano.
E’ una parte
fondamentale per la vita di ogni musicista, come ha detto David Gilmour
“Suonare concerti fa bene all’anima” ... condividiamo appieno.
Leggendo i titoli dei vostri brani, al
di là della musica, si ha l’idea di una impostazione generale tra ironia e
impegno sociale. Sono lontano dalla verità?
Diciamo pure che di
ironia ce n’è tanta. Le tematiche delle liriche sono poi strettamente connesse
con una società di alcuni lustri orsono ma che però restano ancora attuali.
Prendiamo ad esempio le varie sfumature dell’amore.
C’hai azzeccato appieno!
Mi soffermo sempre su di un aspetto
che potrebbe essere casuale o banale, ma che spesso, credo, nasconda più o meno
coscientemente un forte link con la musica che si propone, ed è il nome della
band. Come è nato il vostro? Scelta casuale o … legata alle “onde” dei vostri
percorsi musicali?
Il nome Tunatones è una
creazione di un nostro amico, Riccardo Berlanda che abita a Carmignano di
Brenta. E’ un grande esperto di questo genere di musica e di musica
indipendente in generale. Un giorno
registrando “Spicy Barbara” stavamo parlando (Mike ed Alberto) del nome del progetto facendogli ascoltare la
canzone. L’indomani è saltato fuori con questo nome che ci è piaciuto da
subito, ecco a voi i Tunatones!
Quale sogno musicale vorreste
realizzare nei prossimi tre anni?
Con l’uscita del secondo
al quale stiamo lavorando e se ce la facciamo anche del terzo, varie avventure
live in paesi stranieri. Magari in Giappone dove il Rockabilly ed il Surf è
molto apprezzato.
La formazione è composta da il vocalist
e contrabbassista Alessandro Arcuri, dal batterista Alberto
Stocco e
da il vocalist, chitarrista e produttore Mike
3rd.
INFO:
The Tunatones:
Prosdocimi Records:
Synpress44 - Ufficio Stampa: