mercoledì 13 giugno 2012

Tunatones-iTunas!



ITUNAS! è l’album di esordio -come trio- dei Tunatones, musicisti veneti che dopo un lungo rodaggio live elaborano e propongono musica che regala ampia scelta di fruizione. E' infatti disponibile in download, CD e vinile 180 grammi.
Disco con dedica particolare a Steve Jobs e a George Harrison nell’album, come dal vivo viene presentato un medley in suo omaggio-, con motivazioni ben precise sviscerate nell’intervista a seguire.
ITUNAS!  presenta caratteristiche non semplici da spiegare, ammesso che le parole abbiano il potere di chiarire aspetti prettamente musicali.
Tutto sa di “passato”, dal surf al Rockabilly, dalla registrazione analogica al vinile, ed anche le dediche succitate ricordano chi non è più tra noi.
Ma dall’unione di due generi ben delineati può nascere l’originalità, e quando inizia la musica di “Cleopatra”, prima traccia dell’album, si realizza immediatamente cosa significhi il neologismo ” Surfabilly”, che cosa voglia dire-in termini di qualità- registrare in analogico, e come certa musica “storica” come quella di Harrison sia talmente geniale da poter essere riproposta con grande risultato anche con una veste inusuale.
Se potessi tradurre in parole l’idea che mi sono fatto della band potrei definirla come… portatrice sana di “seria” ironia, sintesi di essenziali elementi di vita.
La musica è tutt’altro che semplice e la preparazione tecnica, come dice Mike, asse portante del gruppo, deve assolutamente essere all’altezza della situazione.
E le differenti skills dei tre musicisti contribuiscono a contaminare  -positivamente- il mix base, innestando varie componenti collocabili, generalizzando, nella famiglia del Folk Rock.
Resta però magica la sensazione che si prova nel percepire l’intersezione riuscita tra il rock degli anni ’50 e le “onde” che, in alcuni luoghi noti, lo hanno accompagnato. E in questo gioco di ingredienti emergono le immagini, perché niente come la musica può evocare i ricordi. E anche questo mi sembra un ottimo risultato, probabilmente non cercato, ma di sucuro valore aggiunto.
Gran bel debutto!





L’INTERVISTA

Il comunicato stampa ufficiale termina con una specie di proclama che riguarda il vostro progetto: Surfabilly Power. Tralasciando le etichette e le categorie, come è nata  la voglia di proporre musica che, nelle linee guida, riporta indietro di qualche lustro?
Abbiamo iniziato a suonare in studio io (Mike) ed Alberto perché a tutti e due piaceva il Rockabilly ed il Surf. Diciamo che da questo è nato il primo singolo Tunatones “Spicy Barbara” che si trova su iTunes dove io (Mike) suono anche il basso mentre le voci sono di Alberto. Ci diverte questa musica perché, al contrario di quanto pensano in molti, richiede una preparazione tecnica senza se e senza ma, e perché divertendoci il pubblico si diverte e balla con noi. A fianco di quello che suoniamo con EXKGB volevamo un progetto per comunicare divertenti vibrazioni. Poi dallo studio di registrazione, in una notte di capodanno alquanto selvaggia in un club di un nostro caro amico di Roana (VI), il grande Gigi Sinkope, in duo abbiamo proposto live degli inediti che stavamo preparando a nome Tunatones. La risposta del pubblico è stata meravigliosa ed allora, consapevoli della bontà della musica, abbiamo chiesto al mio amico Alessandro Arcuri che suona basso e contrabbasso, di unirsi nel progetto. Da quel momento hanno iniziato i Tunatones come li conoscete ed ha iniziato a prendere forma quello che oggi è iTunas!

Mi è già capitato di “chiacchierare” via mail con Mike 3rd ma non conosco il resto della band. Come nasce Tunatones e che tipo di percorso musicale avete alle spalle?
I Tunatones nascono come detto in precedenza in duo nello studio di registrazione per poi diventare in breve tempo Trio. Presi singolarmente abbiamo affrontato vari percorsi musicali incrociandoci spesso in jam session od in bands.  Io (Mike) ed Alessandro abbiamo suonato per un periodo nella mia band new prog Hypnoise oltre ad aver suonato assieme a Tony Levin e Pat Mastellotto nel corso di singolari jam session tenutesi nella città di Padova. Alberto invece suonava in una band reggae che ho registrato in studio, in quell’occasione ho scoperto il suo naturale talento ed abbiamo iniziato a pochi mesi di distanza, con Emanuele Cirani, l’avventura EXKGB che continua tutt’ora. Abbiamo studiato ed ancora oggi continuiamo a studiare di tutto, dal Jazz al Blues al Rock al Latino ... diciamo che non siamo fermi su una sola espressione artistica, ci piace variare. Alessandro nel frattempo si è diplomato al conservatorio di Rovigo, io continuo da privato, Alberto è iscritto all’A.M.M. di Padova con Paolo Bertorelle e Davide Bettella. Diciamo che non mancano le occasioni per arricchirci a vicenda.

E’ un album dedicato - anche - alla figura di Steve Jobs, e il titolo dell’album, iTunas!, ne è la certificazione. Che cosa vi ha colpito maggiormente della genialità di Jobs?
Steve Jobs era un visionario ed un vulcano. Tutti noi abbiamo una o più mele mordicchiate a casa per cui, apprendendo della sua dipartita, abbiamo pensato a dedicargli questo disco che (a lui piacevano i Beatles) è stato registrato al Prosdocimi Recording su un registratore che usavano i Fab Four, (Lo Studer C37), e che contiene anche un omaggio ad uno di loro, George Harrison.

La seconda dedica è per George Harrison, e in questo caso esiste un’altra prova tangibile, un tributo all’interno dell’album, presentato anche dal vivo alla Biennale di Venezia. Che cosa vi ha segnato dell’ex Beatle, visto che in suo onore avete realizzato un medley?
Harrison era il più schivo e forse il più sottovalutato dei Beatles. Ha scritto delle grandi canzoni con uno stile ben riconoscibile; per questo, dovendo suonare all’inaugurazione del Padiglione del Bangladesh alla Biennale d’Arte di Venezia, abbiamo pensato con Michele Gervasuti della Gervasuti Foundation che ci ospitava, di regalare questo omaggio.
La risposta del pubblico è stata entusiasta, ci siamo divertiti a dismisura ed abbiamo suonato l’omaggio al grande George per ben tre volte con il pubblico che saltava come delle cavallette.
E’ stata un’esperienza difficile da dimenticare, anche per il calore dei presenti del Bangladesh, belle persone davvero.

Il disco uscirà anche in vinile, seppur in tiratura limitata. E’ ormai la norma, per chi fa musica di qualità, presentare il doppio formato, CD e vinile. Come giudicate il ritorno all’utilizzo dell’LP?
Il Vinile è un supporto di qualità che non è penalizzato dalla conversione digitale in genere che nel Compact Disc è a 16 bit 44.1 Khz. Non parliamo del formato mp3 o altro che sono la morte dei suoni. E’ dunque un supporto che restituisce all’ascoltatore il suono vivace, integro, che ogni ascoltatore può personalizzare settando a casa sua il proprio giradischi. Ognuno ci può mettere del suo in questo mondo analogico. Chiaro che, lavorare sulla qualità non fa morire le buone cose ed allora, ecco spiegato nel tempo il ritorno del vinile e del nastro audio (bobine) che è ancora più fedele in termini di resa sonora. L’industria discografica ha poi visto che oggi si può guadagnare nuovamente col vinile, (dopo che milioni di utenti hanno creduto alla bufala della perfezione del suono digitale rottamando i loro giradischi e collezioni di vinili) così quasi tutti hanno ripreso a stamparlo. iTunas è in vinile di 180 grammi ed abbiamo voluto che con l’acquisto del vinile venisse dato in omaggio il CD. Prosdocimi Records, che è di noi artisti, sposa le nostre politiche così, coloro che desiderano acquistare per corrispondenza, al prezzo di 15 €uro in contrassegno hanno vinile 180 grammi e Compact Disc. Vediamo con piacere che gli utenti sono soddisfatti e con loro lo siamo di conseguenza anche noi.

Come mai nell’era dei Steve Jobs nasce l’esigenza di registrare in analogico?
Per una ragione qualitativa (nothing sounds like tape) e di approccio alla registrazione stessa.  Nelle mie produzioni (Mike 3rd) ed in quelle che faccio per altri artisti, cerco di dare la massima importanza alla performance ed al musicista. Per questo tengo lontani monitor e vari ammennicoli digitali che possano interferire con il sentire il suono.  Così facendo (e lo affermano anche molti produttori d’oltreoceano più conosciuti del sottoscritto) cambia l’intensità emotiva del musicista che automaticamente da di più alla musica. Tutto diventa più emozionale, più umano, e la musica ne guadagna a dismisura. Steve Jobs ha avuto una grande intuizione nel rendere la musica portatile con facilità ma, per favore, quando si tratta di farla, la musica, cerchiamo di badare esclusivamente all’artista! Cerchiamo di catturare gelosamente le preziose emozioni che siamo chiamati a restituire al mondo nei vari supporti disponibili. Un consiglio spassionato, ascoltate in vinile “Mule Variations” di Tom Waits, tutto analogico, mastering incluso.

Che cosa rappresenta per voi la performance live?
Il Live è l’occasione per interagire con il pubblico, per scambiare energia, per divertirci con tutti quelli che ci ascoltano.
E’ una parte fondamentale per la vita di ogni musicista, come ha detto David Gilmour “Suonare concerti fa bene all’anima” ... condividiamo appieno.

Leggendo i titoli dei vostri brani, al di là della musica, si ha l’idea di una impostazione generale tra ironia e impegno sociale. Sono lontano dalla verità?
Diciamo pure che di ironia ce n’è tanta. Le tematiche delle liriche sono poi strettamente connesse con una società di alcuni lustri orsono ma che però restano ancora attuali. Prendiamo ad esempio le varie sfumature dell’amore.
C’hai azzeccato appieno!

Mi soffermo sempre su di un aspetto che potrebbe essere casuale o banale, ma che spesso, credo, nasconda più o meno coscientemente un forte link con la musica che si propone, ed è il nome della band. Come è nato il vostro? Scelta casuale o … legata alle “onde” dei vostri percorsi musicali?
Il nome Tunatones è una creazione di un nostro amico, Riccardo Berlanda che abita a Carmignano di Brenta. E’ un grande esperto di questo genere di musica e di musica indipendente in generale.  Un giorno registrando “Spicy Barbara” stavamo parlando (Mike ed Alberto) del  nome del progetto facendogli ascoltare la canzone. L’indomani è saltato fuori con questo nome che ci è piaciuto da subito, ecco a voi i Tunatones!

Quale sogno musicale vorreste realizzare nei prossimi tre anni?
Con l’uscita del secondo al quale stiamo lavorando e se ce la facciamo anche del terzo, varie avventure live in paesi stranieri. Magari in Giappone dove il Rockabilly ed il Surf è molto apprezzato.


La formazione è composta da il vocalist e contrabbassista Alessandro Arcuri, dal batterista Alberto Stocco e da il vocalist, chitarrista e produttore Mike 3rd





INFO:

The Tunatones:

Prosdocimi Records:

Synpress44 - Ufficio Stampa: