Chiunque abbia avuto l’opportunità di ascoltare musica, nel
passaggio epocale tra anni ’60 e ’70, è stato testimone diretto di un
evoluzione radicale che ha regalato -e
ancora regala- momenti indimenticabili, attraverso suoni e parole che hanno accompagnato tutte le vicende della vita a seguire.
Molti gli “eroi”
trasformati in miti, alcuni non più
presenti tra noi.
Per quelli rimasti, la musica non è stata un passatempo
giovanile, ma una passione senza fine che ha permesso un cammino continuo, magari con pause -solo pause- di riflessione.
Le reunion di antiche glorie sono all’ordine del giorno e la
qualità globale che ne deriva genera entusiasmo e alimenta motivazioni molto
forti che inducono a persistere.
Eppure accade di trovare qualcuno che ha “appeso le scarpe al chiodo”, per dirla
in termine calcistico, musicisti che restano inattivi per una vita, ma… le scelte
personali sono impossibili da giudicare dall’esterno.
Quante volte mi è capitato di pensare: “ Chissà che fine hanno fatto Giorgio “Fico” Piazza e
Marcello Todaro!”.
Sto citando due ex importanti, che vidi dal vivo in quegli
anni musicalmente felici, il primo, bassista della PFM, ed il secondo, chitarrista del BMS.
Ho incontrato Giorgio nell’ottobre scorso, a Genova,
“trascinato” sul palco da Paolo Siani,
ed era forse la sua prima esibizione dopo una quarantina d’anni.
La musica, e l’amore per essa, azzera spazi e tempi, e l’aver
“svegliato il can che dorme”, come lui dice, ha riportato sui
palchi italiani un pezzo della “nostra” storia, un musicista che ha suonato in
album seminali della PFM ed è stato un protagonista di quei momenti di cambiamento, da Lucio Battisti al prog.
Di quei giorni conserva -e usa- il basso regalatogli da Greg Lake, ai tempi in cui la Premiata
fece il salto oltre i confini italiani.
Di fatto, dal 17 dicembre scorso- concerto natalizio
nell’alessandrino, inserito nel "contesto Taulino"-
Giorgio ha iniziato ad essere sempre più presente, in compagnia di vecchie
conoscenze perse nel tempo, come Bernardo
Lanzetti, Aldo Tagliapietra, Lino Vairetti, Gianni Leone.
Se il palco è stato “riconquistato”, il lavoro in studio
potrebbe essere un obiettivo futuro.
L’ho incontrato a Savona, proprio in fase di registrazione,
chiamato da amici che hanno richiesto la sua presenza per la realizzazione di
un album di prossima uscita.
Al momento è tutto … nell’ombra, ed è giusto mantenere un
alone di riservatezza su un lavoro ancora in fase di definizione, ma è
stato bello vedere Piazza all’opera, e captare la sua soddisfazione nel
compiere gesti antichi a cui non era più abituato, osservato da un mini
pubblico perfettamente conscio di avere davanti un pezzo di storia musicale
che, come ho cercato di evidenziare precedentemente, è incancellabile e
presente con rinnovata forza… questo è il potere della musica!
Qualche stralcio di registrazione l’ho “rubato”, ma… a cosa starà lavorando
quel gruppo di persone immortalate dalla videocamera?